Adriano Segarelli. Memory & Tremor

MEMORY & TREMOR è la mostra personale dell’artista Adriano Segarelli, costituita da sette opere d’arte, di cui cinque dipinti e due sculture, in esposizione nel cuore di Brera a Milano dal 14 al 27 gennaio 2022, presso l’ex studio del principale esponente in Italia dell’arte concettuale del novecento, Piero Manzoni (1933-1963).

Il titolo volutamente richiama quello di una delle più famose opere di Søren Kierkegaard, “Timore e Tremore” (1843), che il filosofo danese mutua dalla seconda Lettera ai Corinzi di San Paolo (7,15). Un’assonanza non casuale, da cui si dipana la poetica artistica di Segarelli, le cui espressioni creative non riescono a non dialogare con la memoria della sua dolce amata, Julia, scomparsa prematuramente all’età di 30 anni, fonte di ispirazione in vita e protagonista di una mancata metabolizzazione del lutto dopo la scomparsa. Il ricordo interiorizzato si trasforma in una sorgente di creatività pura, e la kierkegaardiana “vertigine della libertà” di ogni essere umano si trasmuta, nell’artista, nell’angoscia di dover scegliere tra la vita fattuale e quella di un ricordo bellissimo, interiorizzato in una drammaturgia extratemporale in continua evoluzione, che nelle opere d’arte trova la migliore espressione.

Nell’epoca contemporanea, dominata dallo sviluppo incessante delle nuove tecnologie, dove ognuno è intento a costruire la propria solitudine nell’illusione di una interconnessione digitale globale, ben lontana dalla verità e ancora incapace di diventare strumento, piuttosto che oggetto, dell’actio umana, la memoria – quella “involontaria”, come direbbe Marcel Proust – è il sicuro ponte verso la nostra migliore spiritualità.

E proprio Proust, in una sua intervista concessa al quotidiano francese Le Temps nel 1913, afferma che i ricordi involontari costituiscono la materia prima dell’opera di ogni artista, in quanto emergono spontaneamente «attratti dalla somiglianza di un minuto identico, essi soli hanno la firma dell’autenticità. Poi, essi ci riferiscono le cose in un dosaggio esatto di memoria e di oblio».

L’archivio sensoriale interiore, naturalmente sedimentatosi nel fondo della coscienza, diventa fonte di creatività per l’artista, che, nell’irrimediabile trascorrere del tempo, trae ispirazione da reminiscenze spontanee, estremamente sintetiche nelle sensazioni e nel valore metafisico, capaci di interrompere, anche se solo per un istante, il movimento ineluttabile dell’esistere. Sempre sulla scia illuminata di Proust nel suo À la recherche du temps perdu,(1913-1927), la grandezza dell’arte consiste nel ritrovare, riafferrare una realtà da cui viviamo lontani e «rispetto alla quale deviamo sempre di più a mano a mano che prende spessore e impermeabilità la conoscenza convenzionale con cui la sostituiamo … e che è, molto semplicemente, la nostra vita… finalmente riscoperta e illuminata, la sola vita, dunque, pienamente vissuta».

Il tremore di Segarelli nasce dall’angoscia di una scelta impossibile, tra una società contemporanea – in cui è inevitabilmente immerso – che nega il volto agli esseri umani, catalogati come follower in un sistema di interconnessione digitale che mira all’ottenimento a ogni costo del maggior numero di consensi (like/don’t like), anziché all’esplorazione dei contenuti umani e culturali, e l’esperienza metatemporale del ricordo della sua amata Julia, fonte primaria di ispirazione di una drammaturgia  in continua trasformazione, che quasi diventa l’unica trama narrativa del suo esistere. In “La strada di ognuno” (tecnica mista su tela, 100×80 cm, 2021) – opera selezionata per il manifesto della mostra – al di là del vagheggiamento di canoni estetici cari a qualche artista novecentesco, è interessante lo sguardo distaccato dall’alto da parte dell’artista e l’immensa solitudine delle figure umane, le quali, anche se qua e là avvicinate nel movimento, in realtà riescono a dialogare solo con sé stesse, come le loro ombre, evidenti e macroscopiche, denunciano. L’artista estrapola sé stesso dal vivere contemporaneo e si pone come osservatore, angosciato dal voler condividere o meno una modalità esistenziale in cui non si riconosce, permanendo, quindi, in uno stato di agitazione perenne, incapace di fuggire dalla narrazione di un ricordo, che diventa il naufragio sicuro, l’approdo a uno stato di estasi, di ebbrezza, di contemplazione, quasi smarrendo il senso della propria individualità e la coscienza della realtà concreta.

Segarelli è in una fase di intensa ricerca espressiva, la memoria e il vivere contemporaneo alimentano il suo assordante tremore, meraviglioso magma creativo, che disegna un futuro artistico di sicuro interesse e impatto per fruitori e operatori dell’arte contemporanea.

Marco Eugenio Di Giandomenico
Critico d’Arte Contemporanea

Adriano Segarelli_LO SPECCHIO DELL'ARTISTA_Tecnica Mista su Tela_90x90cm_2021Adriano Segarelli, Lo specchio dell’artista, tecnica Mista su tela, 90 x 90cm, 2021

Adriano Segarelli, La strada di ognuno, tecnica mista su tela, 100 x 80cm, 2021

Adriano Segarelli, La terra dei sogni frammentati, tecnica mista su tela, 20 x 80cm, 2020

La mostra, costituita da sette opere d’arte tra dipinti e sculture, è inaugurata venerdì, 14 gennaio 2022, ore 15:00-19:00, e si protrae fino a giovedì, 27 gennaio 2022 (con esclusione di sabato e domenica).


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