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Astrazione Psichica. La pittura di Paola Santagost...

Astrazione Psichica. La pittura di Paola Santagostino

Paola Santagostino è una psicanalista specializzata in medicina psicosomatica che negli ultimi anni ha deciso di affiancare alla sua professione la produzione artistica, a cui si è sistematicamente dedicata a partire dal conseguimento nel 2017 del diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo interesse si orienta verso una ricerca astratta ed espressionista che fa dell’automatismo fisico, dell’intuizione e dell’emozione il suo principio ispiratore con l’intento di esplorare i legami tra mente e corpo all’origine del benessere fisico e mentale. Appassionata d’arte fin da giovane, racconta di aver inaspettatamente ritrovato la pittura grazie alle sedute di psicoterapia a cui sottopone i suoi assistiti: “Mentre parlo seguo con il gesto lo sviluppo del discorso, lo organizzo per punti e linee di connessione, lo visualizzo in modo quasi geometrico come una rete di concetti. Quando finisco di parlare butto via quei fogli di carta: per me hanno già esaurito la loro funzione, ma i miei pazienti me li tolgono di mano, addirittura vanno a recuperarli dal cestino della carta straccia, chiedendo di tenerli per ricordare cosa abbiamo detto e il filo del discorso che abbiamo fatto”. Incentivata da questi riscontri, l’artista decide di considerare più seriamente la sua naturale predisposizione alla scrittura automatica ed elabora il suo personale linguaggio espressivo proprio a partire da quei segni nati in un contesto apparentemente così diverso.

Inizialmente rileva dai suoi appunti estemporanei quei cerchi ellittici che, reiterati e sovrapposti, diventano le unità minime delle sue composizioni e che, scorrendo sulla tela e intrecciandosi tra loro, visualizzano un vero e proprio “flusso di pensieri”, una successione di idee grafiche che manifestano uno stato d’animo. La velocità d’esecuzione concessa dalla pittura acrilica e l’impetuosità dell’azione pittorica esaltano il ruolo primario del libero gesto creatore, inteso come presa immediata della realtà svincolata da qualsiasi intervento di tipo cognitivo e razionale. Ovviamente la realtà a cui si fa riferimento è quella interiore dell’artista, che deriva da un complesso amalgama di percezioni, stati d’animo e reazioni agli accadimenti della vita. La successione delle tele forma una sorta di diario intimo che l’universalità del linguaggio pittorico adottato rende archetipico e quindi facilmente introiettabile da parte dello spettatore che inconsciamente lo adatterà al proprio vissuto.  Questa scrittura spontanea, proiezione istantanea di uno stato mentale, si fa notare per la sua natura ossimorica, capace di far convivere la massima impulsività con un processo creativo estremamente rigoroso.

Dopo aver scelto la gamma cromatica da utilizzare in base al tema prescelto e alla specifica simbologia di ogni colore, Paola Santagostino lascia che sia l’istinto a guidare la danza del pennello sulla tela, come se la sua mano fosse un sismografo in grado di captare le sue vibrazioni interiori. L’astrazione gestuale e lirica che deriva dal totale coinvolgimento corporeo ed emotivo trasferisce in pittura le immagini e le associazioni mentali che sgorgano dall’inconscio senza alcuna mediazione della ragione: è una trasmissione fisiologica che pone le basi dell’empatia e della comprensione subliminale dell’immagine. Questo metodo presenta molti punti di attinenza con l’automatismo psichico surrealista che, come spiegava André Breton nel Manifesto del 1924, si proponeva di esprimere il reale funzionamento del pensiero al di fuori di ogni preoccupazione estetica e logica. Non a caso Paola Santagostino intitola Pensieri le situazioni visive individuate dalle ellissi, ma il suo intento è di segno opposto rispetto ai protagonisti dell’avanguardia storica: non si tratta più di esplorare i misteriosi meccanismi dell’inconscio ma di utilizzare la loro padronanza per raffigurare in modo coinvolgente le infinite possibilità dell’esistenza.

Il passo successivo è sommare tra loro Pensieri diversi per abbozzare Discorsi, ovvero composizioni di segni astratti primari e secondari che si incastrano gli uni negli altri per formare più articolate costellazioni di senso. Qui l’esecuzione assume un carattere ancora più marcatamente performativo: Paola Santagostino si mette in ascolto per connettersi con la parte più profonda del sé, poi a occhi chiusi inizia a tracciare i segni sulla tela con la mano sinistra, il cui movimento è guidato dall’emisfero destro del cervello, maggiormente implicato nei processi emozionali. Nonostante l’apparente aleatorietà dell’esecuzione, l’immagine si struttura quasi sempre a partire da un asse centrale, sviluppandosi poi per linee ortogonali e curve semicircolari spinte all’esterno da forze centrifughe. La linea centrale più pronunciata indica “il filo del discorso” che collega i vari concetti mentre i segni più sottili sono gli argomenti minori correlati e alla fine, in caratteri molto piccoli ma leggibili, l’artista aggiunge alcune parole che stimolano la partecipazione intellettuale dello spettatore.

Paola Santagostino, Thoughts of Green Hope, Painting, Acrylic

Paola Santagostino, Self Made, Painting, Mixed Media 2018

Nugoli di segni si addensano a grappolo attorno a un’immaginaria linea longitudinale che costituisce il fulcro d’attrazione di una specie di campo elettromagnetico in cui ogni elemento trova la propria orbita in relazione agli altri. La struttura evoca un movimento a vortice, ma anche il rigoglioso andamento della crescita di una pianta o il gioioso propagarsi di una musica, tutte entità dinamiche in costante tensione tra la sintesi e la dispersione che ben si prestano a incarnare visivamente la metamorfica identità dell’essere umano. Il proposito di non farsi condizionare dal risultato formale per prediligere l’improvvisazione non sottintende un’assenza di limite o di senso della misura: come la calligrafia dell’estremo oriente, la pittura di Paola Santagostino non ammette sbagli, ripensamenti o incertezze e richiede un gesto netto e sicuro generato da una propriocezione altrettanto lucida. I suoi dipinti, in enigmatica equidistanza tra l’espressionismo astratto e la mappa concettuale, l’istinto e la metodicità, provano a trasformare in armonia le molteplici contraddizioni dell’essere al mondo e trasmettono una positiva sensazione di entusiasmo e vitalità.


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