Nell’opera di Bri Williams (Long Beach, USA, 1993) prevale un senso di sospensione e attesa, una riflessione sul tempo, sulla metamorfosi delle cose, ma soprattutto sul loro continuo divenire. Nella scultura, il concetto di definizione sfuma, superando i confini del finito per rimanere nel dubbio, esplorando il senso dell’identità e dell’essere.

Bri Williams, “An arrow shot over the house that hits no one”, exhibition view at Clima, Milan 2025. Courtesy: the Artist and Clima, Milan. Photo: Flavio Pescatori
Negli spazi della galleria Clima, Milano, ci troviamo avvolti da un silenzio cauto, rispecchiato visivamente dalla sobrietà dei colori, dall’assenza di definizione e forme degli oggetti. Bri Williams presenta qui, infatti, una serie di assemblage, alcuni disposti a muro altri poggiati a terra, realizzati tramite la fusione di corpi organici e inorganici, rinvenuti e selezionati nel tragitto compiuto quotidianamente verso lo studio. Si tratta di oggetti di svariata natura. Ci sono elementi inorganici come delle griglie metalliche (pezzi di recinzioni e cancelli), delle lenzuola, dei mobili, ma anche una decorazione natalizia, una valigetta rigida in legno e una corda; così come elementi organici, come delle ali di uccello e anche un corvo.

Bri Williams, “An arrow shot over the house that hits no one”, exhibition view at Clima, Milan 2025. Courtesy: the Artist and Clima, Milan. Photo: Flavio Pescatori
Questi oggetti o corpi, una volta rinvenuti, sono rielaborati, fusi e trasformati. Dall’object trouvé Duchampiano, non più accettato nella sua condizione di scoperta, si passa, attraverso una mutazione, a una conversione verso nuovi significanti e significati. Questa trasformazione di per sé non risulta nulla di nuovo, ma è tuttavia la sua incompiutezza a intrigarci. Dinanzi a noi si apre un senso di incomprensione, assenza e sospensione. Gli assemblage non sono infatti mai del tutto finiti. Dopo la loro unione alla ricerca di una nuova vita, essi vengono “sospesi” oltre il fluire del tempo e dello spazio, tramite colate di resine naturali o tinte industriali, di cera o cera d’api.

Bri Williams, “The Gift”, 2024, resin, bird wings, metal parts, 83x39x26 cm, 32.5x15x10 in. Courtesy: the Artist and Clima, Milan. Photo: Flavio Pescatori
Si tratta di incrostazioni dell’oggetto o del corpo che portano a un corto circuito della metamorfosi. Come si evince dal titolo della mostra An arrow shot over the house that hits no one, Williams indaga infatti il concetto di trasformazione e non-finitezza, giungendo a una sorta di fermo immagine del processo, in cui questi nuovi oggetti rimangono immobili, desti nell’atto di presa di coscienza della loro esistenza transitoria. Disseminati nello spazio centrale della galleria, questi assemblage sono come degli altari senza tempio, assomigliano a dei simboli ma senza immagine, cercano la forma ma non la trovano. Sono delle silhouette indefinite e mute, sospese nella trasformazione continua, in attesa di una ricollocazione.

Bri Williams, “Omen (Crow)”, 2024, resin, flower, marble, wood, 34x149x53 cm, 13x58x20 in.; “The Pacifist”, 2025, metal, resin, beeswax, dried flowers, silicone, blouse, wood, 93x123x96 cm, 36.5x48x37 in. Courtesy: the Artist and Clima, Milan. Photo: Flavio Pescatori
L’intimo processo di realizzazione di Bri Williams si espande a esperienza collettiva. Ogni opera – così come ogni vita – nasce dall’intreccio tra casualità e destino, scoperta e selezione. Esse non nascono dal nulla, ma dall’incontro fortuito che avviene fuori dallo studio, un evento che innesca nuove traiettorie di mutazione, interagendo con la collettività e con l’esperienza relazionale condivisa. Svincolandosi dalla tradizionale sequenza temporale di inizio-svolgimento-conclusione, queste opere esistono in una continua attesa del divenire. L’anima degli oggetti e corpi in mostra si manifesta impercettibile e silente, nell’intercapedine tra la morte e la vita come due facce della stessa medaglia. Sebbene l’opera dell’artista sia dominata da toni sommessi, essa emana una forte carica emotiva, frutto della tensione tra casualità e intenzionalità. Ogni elemento trovato, dotato di anima, si carica di significati personali e si trasforma, intrecciando transitorietà personale e universale.
Info:
Bri Williams. An arrow shot over the house that hits no one
23/01/2025 – 22/03/2025
Clima
Via Lazzaro Palazzi, 3 – Milano
www.climagallery.com

Matteo Giovanelli (Brescia, 1999) è uno storico dell’arte e giovane curatore. Dopo aver conseguito due lauree in Beni Culturali e Storia dell’Arte presso l’Università di Verona, ha sviluppato un profilo professionale dinamico. Ha collaborato con gallerie d’arte contemporanea, assistendo alla curatela di mostre e partecipando a prestigiosi progetti espositivi e fiere internazionali. Scrive recensioni e critiche d’arte, contribuendo a offrire uno sguardo critico e approfondito sul panorama dell’arte contemporanea.
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