Il titolo dell’edizione 2025 di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea che si svolgerà dal 4 al 6 aprile 2025 negli spazi di Allianz MiCo a Milano, among friends, vuole essere un omaggio alla figura umana e artistica di Robert Rauschenberg (1925 – 2008) a cento anni dalla sua nascita, oltre che uno spunto per approfondire i principi alla base del suo lavoro: l’apertura al mondo, l’interdisciplinarietà, l’impegno per il dialogo e la collaborazione.

Victor Fotso Nyie, “Ange gardien”, 2022, ceramica e oro. 44 x 90 x 22 cm, courtesy l’artista e P420, Bologna, photo credit Carlo Favero
La fiera si pone come motore ideale del festival delle arti contemporanee del capoluogo lombardo, la Milano Art Week, realizzato con l’apporto di fiera, istituzioni, gallerie, artisti, curatori, collezionisti. L’esposizione ospiterà 179 gallerie provenienti da 30 paesi e 5 continenti, riaffermando la propria centralità nel panorama europeo. Significativi sia i ritorni sia i nuovi ingressi internazionali. Numerose le iniziative volte a tradurre e a dare una forma al tema prescelto, come mostre museali, nuove commissioni e talk attorno alla figura di Rauschenberg. Sotto la direzione artistica di Nicola Ricciardi, con un gruppo di curatori e professionisti dell’arte, miart 2025 offrirà un bilanciamento tra internazionalità e specificità locale, come si evince anche dal palinsesto talks among friends, composto da cinque incontri pubblici attorno al tema della cooperazione, sviluppati assieme ad altrettante istituzioni milanesi: Fondazione Prada, Museo del Novecento, PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Pirelli Hangar Bicocca e Triennale Milano. Gli espositori saranno distribuiti in tre sezioni: Established, Emergent, Portal, in cui vedremo capolavori del primo e del secondo Novecento fino all’oggi. Per quanto riguarda la sezione Established, tra i nuovi ingressi si segnalano importanti ritorni e significative prime volte, come ad esempio le partecipazioni di The Breeder (Atene), Ben Brown Fine Arts (Londra, Hong Kong, Venezia), Sadie Coles HQ (Londra), DOCUMENT (Chicago, Lisbona), Maxwell Graham Gallery (New York), Meyer Riegger (Berlino, Karlsruhe, Basilea, Seul), Victoria Miro (Londra, Venezia), Esther Schipper (Berlino, Parigi, Seul), MASSIMODECARLO (Milano, Londra, Hong Kong, Parigi, Pechino).

Aronne Pleuteri, “uomo rastrello confuso sul suo statuto vegetale”, 2023, installation view dalla collettiva AFFASCINANTE, Museo Civico Luigi Varoli, Cotignola (RA), courtesy l’artista e ArtNoble, photo credit Lorenzo Pasini
E ovviamente confermano la loro presenza tutte le gallerie dell’anno scorso. In questa sezione troveremo sia opere di artisti storici, come Baumgruppe (1931) di Paul Klee da Nuova Galleria Morone, o Pleasure (1989) di Joseph Kosuth, neon giallo che sarà montato direttamente sulla parete dello stand della galleria Lia Rumma, sia più recenti come la bella opera in cotone, lana e vestiti riciclati di Josep Maynou, Mr. Rossi (2023) da UNA o Pistoia la Medusa (2024), opera in gres smaltato con cenere vegetale e minerali vari, tessuti e bigiotteria di Chiara Camoni, rappresentata da SpazioA. Tra gli stand si segnalano quello dedicato al collettivo ghanese blaxTARlines ospitato da APALAZZOGALLERY (Brescia), l’affondo sull’artista autodidatta dell’Amazzonia settentrionale Santiago Yahuarcani presentato da Crisis (Lima), il solo show dello scultore camerunense Victor Fotso Nyie per P420 (Bologna) e un inedito progetto dell’enigmatica Lucy Otter presentato da Galleria Franco Noero (Torino), solo per citarne alcuni. Per continuare con qualche esempio, nella sezione Emergent da Zaza’ troveremo Gina Fischli con il simpatico animaletto Albert (2024), mentre da ArtNoble Gallery vedremo lo strano uomo rastrello confuso sul suo statuto vegetale di Aronne Pleuteri (2023).

Josep Maynou, Se non ti piace cambialo. Spazio Leonardo, Milano, UNA Galleria, Piacenza. Foto, Cosimo Filippini 2024
Nella sezione Emergent, curata da Attilia Fattori Franchini, troviamo le giovani realtà e la promozione delle generazioni più recenti. Quest’anno accoglie 25 gallerie provenienti da tutto il mondo: Canada (Franz Kaka, Toronto), Australia (Daine Singer, Melbourne), Messico (N.A.S.A.L., Città del Messico), oltre alle milanesi più interessanti, come ArtNoble Gallery, eastcontemporary, MATTA o zaza’. Importante anche la selezione di gallerie londinesi presenti: Brunette Coleman, Rose Easton, Ginny on Frederick, Ilenia, Nicoletti, TINA. Interessante il passaggio in Established di tre gallerie che negli anni precedenti avevano partecipato a Emergent: Arcadia Missa (Londra), Sébastien Bertrand (Ginevra), UNA (Piacenza, Milano), segno di una crescita notevole. La sezione Portal, curata per la prima volta da Alessio Antoniolli, Direttore di Triangle Network a Londra e curatore della Fondazione Memmo a Roma, rafforza e definisce la sua presenza riunendo dieci gallerie per altrettanti progetti monografici che rompono i confini tra discipline, tempo e spazio ed esplorano narrazioni nascoste e nuovi campi creativi.

Paul Klee, “Baumgruppe“, 1931, disegno ad acquerello, 32 × 48 cm, courtesy Nuova Galleria Morone
Ci sarà anche il focus Timescape, un programma di vere e proprie micro-esposizioni dedicate alla prima metà del Novecento, incentrate sul dialogo tra i grandi maestri della storia dell’arte con opere contemporanee. Si rinnova la collaborazione con il Gruppo Intesa Sanpaolo, che offre una selezione di capolavori di Robert Rauschenberg presenti nella Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo in sinergia con Robert Rauschenberg Foundation e con miart. Si conferma anche il Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano, del valore di 100.000 euro, istituito nel 2012 e destinato a opere d’arte che andranno a implementare la collezione di Fondazione Fiera Milano. Tanti i premi: il Premio Herno, il Premio Orbital Cultura – Nexi Group, il Premio Matteo Visconti di Modrone, il Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e Giovani Artisti, il Premio Massimo Giorgetti.
Info:

Emanuele Magri insegna Storia dell’Arte a Milano. Dal 2007 scrive dall’estero per Juliet art Magazine. Dagli anni settanta si occupa di scrittura e arti visive. Ha creato mondi tassonomicamente definiti, nei quali sperimenta l’autoreferenzialità del linguaggio, come “La Setta delle S’arte” nella quale i vestiti rituali sono fatti partendo da parole con più significati, il “Trattato di artologia genetica” in cui si configura una serie di piante ottenute da innesti di organi umani, di occhi, mani, bocche, ecc, e il progetto “Fandonia” una città in cui tutto è doppio e ibrido.
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