In “Songbirds and Willows”, Darren Almond – artista britannico classe 1971 – invita a immergersi in una riflessione profonda sul tempo, la memoria e la natura, costruendo un percorso che sfida la linearità occidentale del divenire per avvicinarsi a un’idea più fluida e ciclica dell’esistenza. La mostra, ospitata alla Galleria Alfonso Artiaco, è un esercizio di ascolto e osservazione, un invito a sintonizzarsi con le frequenze sottili del mondo naturale e a cogliere il ritmo nascosto delle cose.

Darren Almond, “The Eucharist”, 2024, dye transfer and acrylic on canvas, diptych, 142,4 x 201 x 4,5 cm (each), 2025, ph. Grafiluce, courtesy of the artist and Alfonso Artiaco
La pratica di Almond si è sempre articolata intorno al concetto di tempo, ai suoi scarti e alle sue stratificazioni, e qui questo interesse si declina attraverso immagini sospese tra la presenza e l’assenza, il visibile e l’invisibile. Le opere in mostra aprono un dialogo intimo tra memoria e materia, con una sensibilità che trascende il dato oggettivo per interrogarsi su come il tempo si cristallizzi nei luoghi e negli oggetti. I “Songbirds” emergono da un gesto tanto poetico quanto potente: partendo dagli stracci impregnati di colore ritrovati nello studio di Lucian Freud, Almond li trasforma in superfici pittoriche che oscillano tra astrazione e paesaggio. Questi frammenti residuali, portatori silenziosi di memoria e lavoro, vengono ingigantiti fino a diventare monumentali, acquisendo una presenza che sfida il loro status di scarto. Le pennellate sovrapposte sembrano vibrare, come se quegli stessi tessuti avessero assorbito non solo la pittura di Freud, ma anche il tempo e l’energia sedimentati nello spazio dello studio. L’accostamento ai “songbirds” – uccelli canori – aggiunge un ulteriore strato simbolico: creature effimere, legate ai cicli naturali e ai canti stagionali, che qui diventano metafore della fragilità della memoria e della sua resistenza al tempo.

Darren Almond, “Songbirds and Willows”, installation view (“Songbirds”), ph. Grafiluce, courtesy of the artist and Alfonso Artiaco
La serie “Willow Works” prosegue questa esplorazione della ciclicità naturale attraverso il simbolo del salice piangente, pianta che per Almond diventa allegoria del continuo fluire e rifluire della vita. I rami sospesi sulle tele sembrano galleggiare in una sospensione temporale, mentre lo zero – nascosto all’interno della composizione – si impone come fulcro concettuale: punto di origine e di dissoluzione, emblema dell’infinito e della ciclicità. Le stagioni si materializzano nei pigmenti liquidi che si stratificano sulla tela, evocando il passaggio del tempo non come una linea retta ma come un cerchio in perpetuo movimento.

Darren Almond, “Songbirds and Willows”, installation view (“Willow Work”), ph. Grafiluce, courtesy of the artist and Alfonso Artiaco
Nell’ultima sala della serie, Almond introduce l’elemento della luce attraverso l’uso di metalli preziosi come oro, rame e palladio. Questi materiali, con le loro superfici riflettenti, interagiscono attivamente con lo spazio e lo spettatore, mutando a seconda delle condizioni di illuminazione. Qui, la materia diventa veicolo di luce e la tela un campo in costante trasformazione. I riflessi dorati e argentei richiamano le superfici d’acqua illuminate dal sole o dalla luna, rinforzando quel legame intimo tra arte e natura che pervade l’intera esposizione. I richiami ai tradizionali byōbu giapponesi – schermi pieghevoli decorati – non sono semplici citazioni formali, ma diventano strutture concettuali attraverso cui Almond indaga la permeabilità tra le cose, il passaggio della luce e del tempo attraverso le superfici. Questa duplice tensione tra ciclicità e transitorietà trova un ulteriore spazio di riflessione nel progetto parallelo “RAGS”, ospitato nella Cappella Sansevero a Napoli. Qui, gli stessi stracci che hanno dato vita ai “Songbirds” vengono reinseriti in un contesto carico di stratificazioni storiche e simboliche, creando un dialogo serrato tra il sacro e il profano, tra la materia grezza e l’idea di eternità.

Darren Almond, “Songbirds and Willows”, 2025, installation view (“Gold Willows”), Alfonso Artiaco, Napoli, ph. Grafiluce, courtesy of the artist and Alfonso Artiaco
Con “Songbirds and Willows“, Darren Almond costruisce un percorso che non è solo espositivo, ma esperienziale. Le opere non si limitano a mostrarsi, ma richiedono uno sguardo lento, un ascolto attento. L’artista ci invita a uscire dalla frenesia lineare del nostro tempo per entrare in un ritmo diverso, quello della natura, della memoria e della materia. È in questa sospensione, in questo spazio tra il battito d’ali di un uccello e il lento crescere di un ramo di salice, che Almond riesce a catturare l’essenza di un tempo che ci sfugge ma che, allo stesso tempo, ci abita profondamente.
Info:
Darren Almond. Songbirds and Willows
22/01 – 08/03 2025
Alfonso Artiaco
Piazzetta Nilo 7, Napoli
https://www.alfonsoartiaco.com/it

Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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