Dave Swensen. From Above

Abbiamo intervistato l’artista americano Dave Swensen, attualmente in mostra alla Galleria Ramo di Como con “From Above” (naturalmente sospesa vista l’emergenza sanitaria globale). Dave Swensen si trova per la prima volta coinvolto in una mostra personale in Europa. È pittore e scultore autodidatta e lavora nel suo studio concentrandosi su concetti e forme minimaliste.

Federica Fiumelli: Il tuo lavoro si muove delicatamente tra pittura e scultura. Come è avvenuta la tua formazione da autodidatta?
Dave Swensen: Non sono cresciuto studiando arte. Non sono andato alla scuola d’arte ma ho sempre avuto un forte interesse per l’arte. Quando ero adolescente cercavo gli artisti nei libri e ascoltavo interviste in cui discutevano del loro lavoro. Ho imparato strada facendo. Ho continuato a sperimentare finché non ho trovato qualcosa di affine alla mia ricerca.
L’atto di utilizzare due medium avviene costantemente. All’inizio della mia carriera volevo diventare un pittore. Avevo una grande passione per la pittura, ma non ho mai pensato di esprime al meglio le mie idee unicamente con l’atto pittorico. Il bisogno di creare mi ha spinto verso la scultura e altri mezzi espressivi. Più tardi ho iniziato a intrecciare le due pratiche (pittorica e scultorea) insieme.

“From Above” è il titolo della tua prima personale europea alla Galleria Ramo di Como, ci puoi raccontare com’è nato il progetto?
Per questa mostra ho voluto realizzare tutte opere nuove. Ho trascorso molto tempo a pensare alla mia pratica artistica e ai mezzi utilizzati. Molte delle opere hanno superfici lisce e colori scuri e corposi. Dopo aver creato le opere, sono emersi due temi: quasi tutte sono diventate una specie di mappa topografica. Ogni pezzo sembra avere una superficie dedicata all’epidermide terrestre o acquatica o all’interpretazione spaziale. Ironia della sorte, secondo il mio pensiero, “From Above” non riguarda le opere stesse, ma piuttosto l’atto di un “fare dall’alto”, una modalità creativa. Trovarsi al di sopra di un’opera d’arte – osservarla, raffinarla per poi completarla. Si tratta di essere un artista e di concludere qualcosa che si ama.

Ho letto il tuo pensiero sul minimalismo che recita così: Riflette e realizza un concetto dellartista nei termini più semplici. Partendo dal nulla e avanzando lentamente verso un’idea”. Come ti sei avvicinato a questa modalità?
Penso di essere diventato meno temerario con l’avanzare dell’età. Magari ancora per qualche anno farò il contrario. Voglio godermi di più le cose e voglio essere sicuro di consentire ai miei concetti di evolversi naturalmente. Ci vuole disciplina per rallentare e capire davvero perché si stanno facendo certe scelte. A volte, permetto ancora all’impulso di prendere il sopravvento. Penso che sia importante, ma voglio essere il più cosciente possibile durante il processo di creazione. Voglio sentirlo e voglio godermelo. In questo modo sono in grado di osservare più attentamente ed essere più costante nel mio approccio. Così creo opere più “forti” che mi fanno impiegare più tempo nell’atto di creazione.

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea? Noti differenze tra l’America e l’Europa?
Ho trovato molti artisti sia degli Stati Uniti e sia dell’Europa affini alla mia pratica. Negli Stati Uniti centrali, dove mi trovo, non mi sono mai sentito veramente adatto. Penso che la scena dell’arte contemporanea qui sia ancora in crescita. Ogni artista sogna di esibire le proprie opere in un determinato luogo o contesto espositivo. L’Europa è bellissima e con una ricca storia dell’arte. Immagino sia per questo che ne sono così attratto. Sento l’importanza di quella storia ed è importante quando ho l’occasione di visitarla. Ho sempre voluto farne parte.

Hai un interessante progetto su Instagram che si chiama “Closed Windows / No Entry” – un autentico spazio dove presenti il lavoro di differenti artisti. Che rapporto hai con i social? Ritieni possano essere a tutti gli effetti degli spazi digitali espositivi?
Ricordo molti anni di lavoro via email. Un processo estenuante e molto lento. L’uso dei social media ti consente di entrare a far parte di una community di gallerie, artisti, curatori e appassionati d’arte in modo rapido ed efficiente. Per me creare queste connessioni e amicizie è stato davvero stimolante.
Con “Closed Windows / No Entry” ho voluto promuovere gli artisti che amo. Mescolo intenzionalmente artisti nuovi e più conosciuti per cercare di abbattere alcune barriere che artisti più giovani ed emergenti sentono all’inizio. Finora è stata una bella esperienza e mi ha permesso di incontrare persone fantastiche che non avrei potuto conoscere altrimenti.
Gli spazi digitali stanno diventando sempre più una realtà in questi giorni. Ho avuto il piacere di lavorare con ARTLAND – ed è stato bello vedere come fotografano una galleria per la loro applicazione 3D. Sarà sempre necessario che le persone vedano l’arte di persona perché è il modo migliore per viverla. Tuttavia, l’utilizzo di strumenti online per conoscere l’arte e altri artisti è qualcosa di molto positivo per tutti noi.

In questo momento il mondo sta attraversando una pandemia globale, a seguito della diffusione del Coronavirus, ti immagini che impatto potrà avere? (anche in ambito artistico)
Ciò che sta accadendo in tutto il mondo a causa del Coronavirus è spaventoso. Ognuno sta cercando di adattarsi. L’impatto sarà grande e speriamo di poter imparare dagli errori e migliorare se qualcosa di simile dovesse ripetersi. Gli artisti sono influenzati proprio come molti proprietari di piccole imprese. Questa situazione può anche aiutare a diventare più creativi in modi che non avremo mai pensato prima. Ad esempio: essere più presenti online come comunità artistica e continuare a condividere. È importante mantenersi ottimisti e sostenersi il più possibile.

 Nel tempo libero che fai? Hai qualche libro da suggerirci? (O film)
Sono spesso impegnato con la mia famiglia e lo studio. Non ho tempo per leggere quanto vorrei. Mi piace scoprire il lavoro di altri artisti e mostre in tutto il mondo attraverso le notizie. Sono così tante le persone stimolanti che creano costantemente. È molto interessante vedere che c’è sempre qualcosa di nuovo.
La musica riempie gran parte delle mie giornate; ascolto sempre qualcosa. La TV, la musica e i film mi fanno sempre compagnia. Tendo ad essere attratto da argomenti oscuri e condivisibili. Le narrazioni che ci riguardano, i dibattiti, sono divertenti perché li puoi vivere davvero.

Info:

www.galleriaramo.com

Dave Swensen, Repeater, 2019 – Ph. Courtesy the artist

Dave Swensen, Endless Waves, 2019 – Ph. Courtesy the artist

Dave Swensen, Downpour, 2019 – Ph. Courtesy the artist


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