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Equilibrio instabile: il selvaggio e la materia al...

Equilibrio instabile: il selvaggio e la materia alla galleria UNA|CASTIGLIONI

Nelle ultime settimane l’attenzione si è concentrata sulla nuova sede milanese della galleria UNA (già attiva nel panorama piacentino) e CASTIGLIONI, che ha inaugurato la doppia personale di Valentina Furian (Venezia, 1989) e Alessandro Carano (Varese, 1984).

1. Valentina Furian + Alessandro Carano, installation view, 2025, ph. credits Michela Pedranti, courtesy UNA / CASTIGLIONI

Valentina Furian + Alessandro Carano, installation view, 2025, ph. credits Michela Pedranti, courtesy UNA / CASTIGLIONI

L’opera dei due artisti esplora in maniera innovativa forme, media e riflessioni già attivi e prosperi nel contesto artistico contemporaneo. Da un lato, il lavoro di Valentina Furian si sedimenta nel confine tra realtà e finzione, dove le separazioni nette vengono meno in un ambiente di continue mescolanze. Attraverso immagini in movimento e installazioni, la sua ricerca si concentra sulle dinamiche tra esseri umani e natura prestando una particolare attenzione per le tensioni e gli scambi tra “selvaggio” e “domesticato”. Questo tema centrale nell’opera dell’artista affonda le radici in riflessioni storiche e profonde sulla natura stessa dell’umanità e sul rapporto con l’ambiente naturale. Con Eclissi, un video che riprende gli occhi pietrificati e sbarrati della Medusa di Canova (scultura conservata al Museo Gipsoteca di Possagno), e con la serie di disegni su fogli di gelatina colorata, l’artista indaga non solo la divisione naturale/culturale, ma soprattutto la dialettica di potere e controllo come parte dell’organizzazione sociale umana. Inevitabile il collegamento con le teorie di Elias Canetti.

Valentina Furian, “Eclissi”, video due canali su schermi CRT, muto, colore, 1', 2024, installation view, XNL Arte, ph. credits Daniele Signaroldi, courtesy UNA e l'artista; Valentina Furian, “Untitled” (“Transparent dog”) #1, 2025, acrilico su foglio di gelatina, 60,5 x 47,5 cm (framed), courtesy l'artista e UNA, ph. credits Daniele Signaroldi

Valentina Furian, “Eclissi”, video due canali su schermi CRT, muto, colore, 1′, 2024, installation view, XNL Arte, ph. credits Daniele Signaroldi, courtesy UNA e l’artista; Valentina Furian, “Untitled” (“Transparent dog”) #1, 2025, acrilico su foglio di gelatina, 60,5 x 47,5 cm (framed), courtesy l’artista e UNA, ph. credits Daniele Signaroldi

Così come il filosofo bulgaro, Valentina Furian si sofferma sui meccanismi del potere che modellano la società, in particolare sul processo di ‘addomesticamento’ umano e animale come strumento di controllo essenziale di ogni gruppo vivente. L’elemento estetico-visivo che ricorre in tutte le sue opere è l’intensità bestiale dei soggetti ritratti, che visivamente potenti si confrontano con l’osservatore. Ma perché alla vista di rappresentazioni così selvagge e primitive, ci sentiamo talmente inquieti e turbati? Forse perché queste creature spezzate sono simbolo di una libertà perduta, che riporta a galla il legame tra uomo e natura, tra impulso e controllo. Oltre a ciò, tra le opere in mostra di Valentina Furian c’è un collegamento continuo alla notte, sia nelle gelatine rosse utilizzate nelle riprese del video sia nei disegni “sonnambuli”. Il buio notturno rappresenta l’ignoto; alla notte e all’oscurità il nostro istinto più animale reagisce con circospezione e allerta. Una dimensione alternativa (dove il tempo è dilatato e sospeso e dove visibile e invisibile si sovrappongono) a cui ancora non siamo addomesticati del tutto.

1.Valentina Furian + Alessandro Carano, installation view, 2025, ph. credits Michela Pedranti, courtesy UNA / CASTIGLIONI

Valentina Furian + Alessandro Carano, installation view, 2025, ph. credits Michela Pedranti, courtesy UNA / CASTIGLIONI

Simultaneamente, Alessandro Carano sviluppa una pratica che riflette la verità essenziale della pittura, distaccandosi dalle consuetudini e dalle tradizioni tecniche per sondare il significato intenso e profondo del gesto pittorico. Lui cerca di decostruire l’idea tradizionale di pittura come una pratica soggetta a rigidi e precisi dettami tecnici. L’artista sperimenta modalità alternative di “pittura”, che traduce in risultati molto materici e tridimensionali attraverso l’uso di materiali e supporti non-convenzionali. Con queste premesse, l’opera porta con sé una visione espansiva della pittura che è veicolata dunque dalle varie combinazioni di forme, materiali, tracce e colori. Questo riposizionamento concettuale trova prova nelle sue tele di iuta dipinte in cui Alessandro Carano esalta la trama e la struttura del tessuto; in questo modo ogni disegno o soggetto è già insito nelle caratteristiche fisiche dell’intreccio.

Alessandro Carano, “Stupidcupid”, 2025, acrilico su iuta, ø 38 cm, courtesy l'artista e CASTIGLIONI, ph. credits Michela Pedranti; Alessandro Carano, “I made my way into the night”, 2025, acrilico e grafite su carta telata, 70 x 50 cm, courtesy l'artista e CASTIGLIONI, ph. credits Michela Pedranti

Alessandro Carano, “Stupidcupid”, 2025, acrilico su iuta, ø 38 cm, courtesy l’artista e CASTIGLIONI, ph. credits Michela Pedranti; Alessandro Carano, “I made my way into the night”, 2025, acrilico e grafite su carta telata, 70 x 50 cm, courtesy l’artista e CASTIGLIONI, ph. credits Michela Pedranti

Ne deriva, dunque, che l’attenzione non sta più nel soggetto ritratto, ma al contrario nella materia prima che contraddistingue la pittura. Le tele e i colori non sono semplici supporti per le immagini, ma si costituiscono esse stesse in quanto protagoniste dell’opera. Ispirandosi alla pratica dei quercetti – giochi per bambini che assemblano piccoli pixel di plastica colorata su una superfice – le sue opere sembrano dei puzzle di punti di colore che emergono da una dimensione per trasformarsi in composizioni pittoriche. Così, oltre a distogliere il focus dal soggetto, l’opera di Alessandro Carano dà vita a una pittura che si realizza dall’unione di singoli elementi. Il suo lavoro invita quindi a una visione attenta e aperta, che conduca l’osservatore alla scoperta delle forme nascoste nelle superfici.

Info:

Valentina Furian + Alessandro Carano
04/03 – 22/03/2025
UNA|CASTIGLIONI
Via Lazzaro Palazzi, 3, Milano
UNA


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