«Da tempo pensavo di proporre qui in galleria un autore dimenticato e quindi da riscoprire». A parlare e sintetizzare molto chiaramente la prima ragione di questa mostra, è Federico Bonioni, gestore insieme al padre Ivano dell’omonima galleria reggiana. «Amo i colori», continua Federico, osservando, con evidente passione sentimentale e intenso afflato, la ventina di opere esposte firmate da Mimmo Germanà, definito dal critico d’arte Salvatore Grasso lo “Chagall d’Italia”, per le continue assonanze espressive di figure femminili e paesaggi sognanti.

Mimmo Germanà,”Transavanguardia poetica”, installation view, courtesy of Galleria Bonioni Arte
Mimmo Germanà (nato nel 1944 a Catania e morto di Aids nel 1992 a Busto Arsizio) fece parte, agli inizi degli anni ʽ80, a quel clima culturale che Achille Bonito Oliva teorizzò come Transavanguardia, coniugando forme primitivistiche a colori molto intensi, quasi dionisiaci, impressi su scene dalla forte radice immersa nel mito. La retrospettiva antologica della Bonioni Arte effettivamente restituisce tutti questi aspetti in modo coinvolgente e l’osservatore si trova davanti a una sintesi riassumibile in una triade di elementi ricorrenti: la figura femminile (molto spesso nuda), il paesaggio naturale, un cagnolino. Sfuggono a questa sintesi classificatoria poche opere che si esprimono in modo a sé stante e che comunque danno un senso corposo di vivacità cromatica.

Mimmo Germanà,”Transavanguardia poetica”, installation view, courtesy of Galleria Bonioni Arte
Le pareti del salone della galleria sono bianchissime. Così le hanno volute Ivano e Federico Bonioni dal 2002, anno in cui la ricchissima collezione di famiglia è diventata anche passione espositiva. I numerosi contatti artistici che il padre Ivano può vantare in qualità di modellista dalla fine degli anni ʽ70 agli inizi del nuovo millennio, si concretizzano così in un luogo che, al di là dello spazio espositivo, può vantare anche una significativa biblioteca di libri d’arte, oltre che rivelarsi sede espositiva di Fotografia Europea. “Mimmo Germanà. Transavanguardia poetica” è il titolo dato dal curatore Fabrizio Guerrini, autore anche della ricca introduzione al catalogo stampato in proprio (come in tutte le occasioni) dalla galleria, oltre che curatore del costruendo catalogo generale delle opere di Germanà.

Mimmo Germanà,”Transavanguardia poetica”, installation view, courtesy of Galleria Bonioni Arte
Si diceva dei tanti oli su tela che ritraggono una figura femminile. «È un ricordo costante della madre», ci dice Federico Bonioni. Le tonalità predominanti della donna sono il blu e il giallo. In “Isola” del 1984 (il quadro preferito da Federico), l’intensa figura femminile assurge gigantesca quasi a divinità abbracciando un isolotto. Sempre blu ed enorme nel cielo, la donna si staglia deificata sull’orizzonte notturno marino in un dipinto senza titolo del 1982, arrivando a coprire persino il sole ponente. In un altro quadro, sempre del 1982, Germanà dissolve la figura femminile impregnata di blu in un vortice floreale indistinto che sembra cullare la donna assumendo la forma di un contenitore incurvato.

Mimmo Germanà, “Senza titolo”, 1986, olio su tela, cm 60 x 100, courtesy of Galleria Bonioni Arte
Nella serie delle donne in giallo, segnaliamo un altro olio del 1986, in cui l’iper-espressionismo dell’artista si concretizza in un nuovo nudo che abbraccia un isolotto formato da tre alberi immersi in correnti acquatiche che formano spirali (un segno grafico molto presente nell’opera di Germanà). Oppure il busto nudo di donna si accompagna a un cagnolino in “Mirò stravede” del 1991. Potrebbe essere il quadro che compendia più di altri i temi di Germanà, essendo presenti la natura, la figura femminile e questo cagnolino. Raddoppiano gli alberi diventando sei e piegati dal vento (obliqui rispetto alla linea orizzontale) in un senza titolo del 1984. Anche in questo caso, la donna è elevata a enorme dea che dall’alto sembra abbracciare e includere il creato.

Mimmo Germanà, “Mirò stravede”, 1991, olio su tela, cm 140 x 120, courtesy of Galleria Bonioni Arte
L’animale domestico protagonista di tante opere di Germanà era nel quotidiano il cane dell’artista medesimo. Si chiamava Mirò e ciò ci svela che il Mirò che doveva stravedere in un quadro non è il famoso artista spagnolo, bensì il suo fedele amico a quattro zampe. Mirò è adagiato e fluttuante su un prato (“Mirò”, anni ʽ80); Mirò, come già detto, è in compagnia di una donna che ricorda la madre dell’artista (il già citato “Mirò stravede”); Mirò si sdoppia ancora fluttuante e adagiato su un prato e diventa un cane a due teste (“Mirò” del 1990); Mirò è sovrano sempre cullato dalla natura in un senza titolo del 1986 (forse il più interessante tra tutti).

Mimmo Germanà, “Mirò”, 1990, olio su tela, cm 170 x 160, courtesy of Galleria Bonioni Arte
Prima di passare alla componente tematica della natura e del paesaggio, vale la pena fare una piccola digressione sulle opere in mostra che esulano nettamente dallo stile di Germanà cui siamo abituati. Un senza titolo del 1983 ci mostra un fanciullo fluttuante: riconosciamo la sensibile firma dell’artista, tutto è ondivago, tutto si specchia nella natura e, scorrendo l’opera omnia di Germanà, riscontriamo che anche il fanciullo chagalliano è un soggetto molto ricorrente. E poi la rappresentazione della natura morta: richiamando l’espressione anglofona per definirla, le still life di Germanà sono cromaticamente vivacissime, emanano colori pieni e carnali, tridimensionali, vivaci, intimamente mediterranei.

Mimmo Germanà,”Transavanguardia poetica”, installation view, courtesy of Galleria Bonioni Arte
Il terzo macrotema ricorrente nella pittura poetica (l’aggettivo che titola la mostra) di Mimmo Germanà è senza dubbio la natura che fa da sfondo o da protagonista di quasi tutte le opere. Intensamente cromatici, vorticosi, obliqui rispetto alla linea d’orizzonte, gli alberi, le piante, i corsi d’acqua dei quadri di Germanà sono fondamentali per focalizzare l’attenzione sul soggetto non naturale né paesaggistico. Citando le opere aventi per protagonisti la figura femminile (archetipo materno) e il cagnolino, nei fatti abbiamo incluso anche questo soggetto artistico così centrale nell’opera dell’artista catanese. Ci sono anche opere in cui la raffigurazione del paesaggio fa a meno della donna e dell’animale: è esemplificativo un senza titolo del 1984, in cui quattro alberi consuetamente obliqui sembrano vigilare su un loro compagno immerso in un paesaggio acquatico e apparentemente in preda a correnti molto vorticose. È interessante notare ciò che un osservatore molto attento potrebbe chiedersi: gli alberi di Germanà sono alberi di fiume? Marittimi? L’enigmatica questione è dovuta agli elementi grafici: l’albero è qualcosa di molto vicino a un pioppo (fiume), ma la vastità acquatica fa pensare a un bacino vasto (mare). Ci sembra una chiosa che racchiude l’arte ipnotica, fluttuante, un po’ fauve e sognante di Mimmo Germanà.
Info:
Mimmo Germanà. Transavanguardia poetica
a cura di Fabrizio Guerrini
04/09 – 26/10/2025
Galleria Bonioni Arte
Corso Garibaldi, 43 – Reggio Emilia
www.bonioniarte.it

Sono Giovanni Crotti, classe 1968, e mi sento in dovere di ringraziare la scrittura perché sospinge la mia vita. Coltivo dentro di me moltitudini che mi portano a indagare, conoscere, approfondire ogni espressività culturale e creativa, per poi scriverne cercando sempre di essere chiaro e documentato nei contenuti.



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