AA.VV. Superficiale

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Data / Ora
Date(s) - 16/05/2025 - 31/05/2025
7:00 pm - 9:30 pm

Luogo
Galleria del Bufalo

Categorie


Dal 16 al 31 maggio 2025, la Galleria del Bufalo presenta “Superficiale”, una mostra collettiva a cura di Tommaso Zijno che raccoglie i lavori di Bruno Melappioni, Andrea Gandini, Irene Messia, Virginia di Nunzio e Alessandro Cardillo. Cinque voci artistiche, cinque approcci differenti alla scultura figurativa, uniti dalla volontà di interrogare il confine tra visibile e invisibile, tra immagine e senso, tra pelle e pensiero.

In un tempo in cui la superficie è spesso letta come sinonimo di superficialità, questa esposizione ne rovescia la prospettiva, trasformandola in soglia sensibile, luogo di attraversamento, primo contatto tra lo sguardo e il mondo.

Bruno Melappioni scolpisce l’aria con forme leggere e dinamiche, costruite attraverso sottili armature metalliche che restituiscono corpi in equilibrio precario. Le sue opere sembrano galleggiare tra sogno e memoria, disegnando nello spazio pensieri tridimensionali, pieni di silenzi e risonanze.

Andrea Gandini, noto per il suo lavoro sui tronchi urbani, affronta la materia lignea con forza e delicatezza insieme. Le sue sculture affiorano dal legno come ricordi sepolti, restituendo ai materiali abbandonati nuove identità, profondamente umane e cariche di intensità emotiva.

Irene Messia esplora il marmo come territorio filosofico: le sue opere, che spesso nascono da un dialogo con i testi antichi e contemporanei, pongono domande più che offrire risposte. La figura emerge come enigma, sospesa tra definizione e sparizione, tra tensione formale e interrogazione metafisica.

Virginia di Nunzio modella la ceramica con una sensibilità che unisce arcaico e attuale. Le sue figure, essenziali e ieratiche, sembrano provenire da un tempo remoto, ma parlano al presente con una forza archetipica che risuona nella fragilità delle superfici.

Alessandro Cardillo porta la figurazione nel mondo digitale attraverso l’uso della scultura 3D, realizzando vere e proprie sculture virtuali. I suoi corpi simulati non sono semplici rappresentazioni, ma opere tridimensionali a tutti gli effetti, create con gli stessi principi costruttivi della statuaria classica, eppure immerse in un altrove immateriale.

“Superficiale” invita a rallentare, a posare lo sguardo, a lasciarsi toccare da ciò che non si mostra subito. Le opere non si impongono, ma si offrono: come soglie da abitare, come pelle da accarezzare, come interrogativi che prendono forma.


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