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Giuseppe Banchieri. Comporre l’infranto

Giuseppe Banchieri. Comporre l’infranto

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Data / Ora
Date(s) - 19/07/2025
12:00 am

Luogo
Galleria Engel

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Si inaugura sabato 19 luglio alle ore 19 la mostra dedicata a Giuseppe Banchieri (Milano, 1927 – Ronchi di Massa Carrara, 1994) negli spazi delle galleria Engel di Viareggio, e resterà visibile fino al 9 agosto. La mostra nasce con lo scopo di onorare la grande amicizia che legava Geppi Banchieri e Mauro Lotti (Firenze 1926 – Viareggio 2023) nel tentativo di ricostruire una parte di storia dell’artista a partire dagli anni Cinquanta e in particolare l’indissolubile legame con Viareggio, scelto da entrambi a più riprese come luogo di vita. Il progetto espositivo si fonda sulle opere della collezione lasciata da Mauro a sua figlia Simona Lotti e da opere e oggetti di atelier del figlio di Geppi, Umberto Banchieri. A introduzione e accompagnamento dell’esposizione, un libretto con scritti e immagini raccolto dai due figli Simona e Umberto, un testo critico di Riccardo Mazzoni e le testimonianze di Sandro Luporini e Francesco Labarile.

Sono in mostra alcune tele di grandi dimensioni, insieme a tavole e tele più piccole, litografie e calcografie, tavoli e oggetti di studio. L’intento è quello di un gesto intimo che riveli il profondo senso della condizione umana che legava i due amici e che, nei quadri di Geppi, nelle nature morte, nei paesaggi al di là delle finestre, negli squarci di corti con panni appesi al vento, svela i termini di un racconto poetico.

Simona Lotti si cimenta insieme a Umberto Banchieri nella curatela di questo omaggio rivolto all’amicizia dei due padri, alla loro eredità artistica da un lato di pittore, dall’altro di appassionato e amico degli artisti. Non una mostra che indaga sui diversi periodi del lavoro di Banchieri, ma il racconto della collezione di un amico che ha scelto opere ben precise. Mauro e Geppi si conoscono a Firenze dove frequentano lo stesso liceo, poi iniziano a studiare ingegneria per poi lasciare entrambi la facoltà, Geppi per l’Accademia di Arti, prima a Firenze e poi l’Accademia di Brera a Milano, mentre Mauro studia poi economia, pur mantenendo un legame stretto con le arti visive, per l’amicizia con gli artisti e per il legame con la moglie Milvia, conosciuta a Milano al bar Jamaica, nei pressi di Brera, grazie anche a Geppi e alla cerchia di artisti che frequentavano quel posto. Le città che legano Geppi e Mauro sono quindi Viareggio, Firenze e Milano; pur essendo nato a Milano Geppi si era trasferito giovanissimo con la famiglia a Firenze, e insieme agli artisti Sandro Luporini, Giuseppe Giannini e Giuseppe Martinelli venivano chiamati i “viareggini milanesi”.

Simona Lotti e Umberto Banchieri, nel ripercorrere questo legame hanno pensato anche alla musica che i padri ascoltavano in quel periodo e che ha influenzato probabilmente anche la loro stessa infanzia, da Gustav Mahler a David Bowie. Ma c’è un’opera di musica classica contemporanea che viene in mente ad entrambi, il Prometeo di Luigi Nono, di cui Simona ha ritrovato il libretto tra gli oggetti di Mauro e proprio da lì viene il sottotitolo di questa mostra “comporre l’infranto”.

“Steccati di canne di bambù sulla spiaggia che consumati dalla salsedine, dalle intemperie, dal tempo che trascorre, si sgretolano e, da ostacoli o barriere diventano quasi trasparenti, un passaggio per l’anima; un’anima che va al di là e ricompone tutto ciò che è infranto. È una ricostituzione all’interno di sé di ogni elemento/frammento. I quadri di Geppi sono quadri aperti che quando si guardano cambiano sempre composizione e dunque direzione per attraversare finestre porte reti maglie steccati”, descrivono così queste opere i due figli.

Nel suo testo Riccardo Mazzoni si sofferma sugli esordi di Banchieri, da far risalire proprio agli anni viareggini: “In occasione di questa esposizione a carattere affettivo dedicata a Giuseppe Banchieri ho ritenuto in primo luogo interessante risalire al periodo germinativo della sua arte, a mia conoscenza fino ad oggi mai approfondito nelle sintesi critiche-biografiche sull’autore, le cui vicende si dipanano peraltro proprio a Viareggio nei primi anni Cinquanta del XX Secolo. Nel Maggio del 1953, sotto l’impulso dei poeti Krimer (Cristoforo Mercati) ed Elpidio Jenco, viene fondato il Centro Versiliese delle Arti, senz’altro storicamente il più significativo tentativo di aggregazione culturale compiuto sul territorio, attivo per molti anni, coinvolgendo un numero considerevole di artisti, oltre a letterati ed esponenti del mondo dello spettacolo, con la relativa rinascita della Galleria d’Arte Bottega dei Vageri, il cui nome costituisce un omaggio all’opera di Lorenzo Viani, aperta e tenacemente condotta da Krimer dal Febbraio all’Ottobre del 1942, come vera scommessa d’arte in piena guerra mondiale. L’evento inaugurale del Centro fu rappresentato dall’organizzazione della Mostra collettiva degli artisti viareggini e versiliesi che si tenne presso lo Stabilimento balneare Principe di Piemonte ex Casinò Municipale dal 14 al 30 Giugno 1953. (…) Tra le opere che Banchieri espose alla collettiva del 1953, meritò la riproduzione sul quotidiano «La Nazione» nell’apposita rubrica redatta da Luciano Marcucci L’angolino della “Bottega dei Vageri”, il dipinto intitolato Spiaggia che Simona Lotti ha scoperto, con sorpresa e gioia, essere entrato a far parte della propria collezione familiare.


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