Data / Ora
Date(s) - 22/02/2025
5:00 pm - 8:00 pm
Luogo
Zenone Contemporanea
Categorie
Mostra personale dell’artista Lorenzo Romani (Ferrara, 1988).
Fino al 2 marzo 2025.
Memorie come tracce, impronte, ombre, segni, residui, ricordi, suggestioni, tutto ciò che può sedimentarsi e anche riaffiorare dal pensiero, da ricordi ed esperienze vissute. Nelle opere che Lorenzo Romani presenta in questa sua personale (sono tecniche miste su supporti diversi, carta, tela e legno, realizzate tra il 2023 e il 2024), lavora su questo, sulle sensazioni anche inconsce che queste “memorie” lasciano riaffiorare. La sua ricerca si basa esattamente su questi “timbri” grafici e pittorici che in ognuno di noi arrivano a suggerire il riemergere di pensieri sopiti e suggestioni lontane.
Tracce, impronte, memorie sono concetti che hanno attraversato la storia dell’arte, offrendo spunti per riflessioni profonde sulla presenza e sull’assenza, sul corpo e sull’anima, sul tempo e sulla storia. Questi elementi visivi e simbolici, che in apparenza sembrano legati alla materialità del mondo fisico, aprono piuttosto spazi di interrogazione e di tensione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile, tra l’individuale e l’universale, tra il passato e il presente. Opere d’arte che trattano questi temi, infatti, spesso rivelano più di quanto mostrino, diventando testimonianze di un’impronta che, pur essendo fisica, lascia tracce invisibili che si estendono ben oltre il contesto visibile. Il concetto di traccia implica la registrazione di un passaggio, di una presenza che si è dissolta ma che, pur nella sua assenza, lascia una testimonianza, è testimone di un passato. Così l’impronta, elemento più diretto, quasi immediato, nella sua capacità di manifestare una presenza fisica. Un’impronta, che sia di un piede, di una mano o di un altro oggetto, porta con sé il ricordo di chi l’ha lasciata. Le sue figure, pur nella loro fragilità, sembrano essere il simbolo della costante ricerca dell’identità nell’incessante fluire del tempo.
Queste tracce e queste fluiscono nella memoria, ed è forse l’aspetto più complesso e forse di sintesi per tali tematiche. Se tracce e impronte sono infatti l’elemento visibile di una presenza passata, la memoria è ciò che trasforma quella presenza in qualcosa di continuo e vivo, che si rievoca, si modifica e si conserva, un condensato del passato nel presente. Opere come queste di Lorenzo Romani che si concentrano su tracce, impronte e memorie non si limitano a raccontare una storia visibile. Quello che questi lavori catturano è un atto di comunicazione tra il passato e il presente, tra ciò che è stato e ciò che è ancora vivente nella nostra consapevolezza. L’arte diventa così un mezzo per preservare ciò che altrimenti sarebbe svanito nell’oblio. Le tracce che lasciamo, che siano fisiche o immateriali, sono un modo per dire che siamo stati lì, che abbiamo vissuto, che abbiamo sofferto e gioito. Sono registrazioni dell’invisibile.
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