Data / Ora
Date(s) - 07/02/2025 - 03/03/2025
7:00 pm - 10:00 pm
Luogo
Pu-Téca Edicola votiva d’arte contemporanea
Categorie
Un’installazione di Nunzia Ascolese curata da Christian Taranto Apertura 7 Febbraio 2025 dalle ore 19:00. Chiusura 3 Marzo 2025. Pu-Téca Edicola votiva d’arte contemporanea aperta h24. Via Nuova 1 Borgo Casamale, SommaVesuviana (Na)
Con il patrocinio morale dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio
L’installazione di Nunzia Ascolese (2000) per Pu-Téca affronta con intensità critica e sensibilità artistica la complessa relazione tra il pensiero ecologico e il tessuto culturale dell’ecosistema vesuviano. Sotto il naso si pone come infatti un’indagine critica sul rapporto tra l’uomo e il Complesso Somma-Vesuvio, una presenza tanto imponente quanto fragile. Attraverso una mostra site-specific, l’artista esplora l’intreccio tra la quotidiana convivenza con quella che viene comunemente chiamata la montagna e le sue molteplici contraddizioni sociali e politiche, portando alla luce un paesaggio stratificato di significati e responsabilità.
La normalizzazione del degrado ambientale
La mostra si focalizza sulla condizione di abbandono in cui versa l’apparentemente florida zona Vesuviana. Nunzia Ascolese riflette su come la presenza di rifiuti, l’abuso e la devastazione del territorio siano stati progressivamente assimilati nella percezione collettiva, fino a diventare una parte naturale della quotidianità. Attraverso l’installazione di otto lamine e un naso in alluminio dalle fattezze esplicitamente falliche – materiali che facilmente si trovano sotto forma di scarti industriali nelle aree naturali del Monte Somma – l’artista disegna mappe che dai luoghi dell’abbandono arrivano fino a Pu-Téca. Sotto il naso vuole essere una forma di richiamo verso la comunità, un invito a percorrere e ad acquisire consapevolezza dell’habitat che ci circonda. Un racconto visivo in cui il disastro ambientale non è solo un dato oggettivo, ma una lente attraverso cui leggere la relazione tra comunità e paesaggio (simbolico e non).
Performare le contraddizioni
Il naso fallico che rende palese la menzogna con la quale viviamo, diventa non solo strumento di distorsione ma pretesto per un atto performativo. Per interrogare le narrazioni politiche maschili dominanti che per decenni hanno costruito miti di potere e controllo, mostrando come queste siano il riflesso di una cultura che considera il territorio una proprietà da sfruttare. Il naso si allunga come la negazione della realtà e la rimozione di problemi che sono sotto il naso di tutti, ma che sono volutamente ignorati.
Una riflessione sulla responsabilità collettiva
Le opere di Nunzia Ascolese interrogano il visitatore, obbligandolo a confrontarsi con la propria complicità o indifferenza, chiamando tutti noi a porci domande sull’idea di responsabilità individuale e collettiva. L’installazione non si limita a documentare o denunciare, ma invita ad una riflessione profonda su come la percezione collettiva del paesaggio sia influenzata dalle dinamiche di potere e dalle scelte quotidiane. In questo senso, l’installazione apre un ponte tra arte, ecologia e attivismo, offrendo uno spazio di dialogo e di consapevolezza critica.
Il paesaggio come archivio e la geografia sovversiva di Reclus
Il lavoro di Nunzia Ascolese prende corpo come un’indagine sul paesaggio inteso come archivio complesso del vivente, come un contenitore di memorie, storie e conflitti. Una visione che trova un ideale parallelo con il pensiero di Élisée Reclus*, che considerava lo spazio geografico non solo un dato fisico, ma un prodotto sociale, politico e culturale. Reclus sosteneva che la geografia non è semplicemente una descrizione della Terra, ma un atto di giustizia sociale, e che il territorio non deve essere visto come una risorsa da sfruttare, bensì come un luogo di coabitazione. L’uomo è natura che prende coscienza di sé e, in questa prospettiva, l’installazione diventa uno strumento per riappropriarsi di quella coscienza, invitando i visitatori a riflettere sulla propria responsabilità nei confronti del territorio.
*Élisée Reclus (1830-1905) fu un geografo, scrittore e pensatore anarchico francese, autore di un’imponente Nouvelle Géographie Universelle. Pioniere della geografia sociale, studiò l’interazione tra esseri umani e ambiente con un approccio tanto scientifico quanto politico.
Il processo di lavoro di Nunzia Ascolese
Nunzia ha costruito il suo processo creativo come un viaggio, fisico e immaginativo, che trova nel paesaggio una dimensione sia personale che collettiva. Insieme a Mariarita Ferronetti, Valentina Spinelli e Ladifatou Traore, si è lasciata guidare da Alessio Saviano di Vesuvio Adventures, lungo un percorso che sale sul Vesuvio attraverso la Valle dell’Inferno.La salita ha caratterizzato la percezione di inquietante normalità che si prova calpestando la terra del vulcano, intrecciandosi con l’estraneità delle sue compagne, che osservavano per la prima volta quel mosaico mutevole di rocce vulcaniche, vegetazione mediterranea e segni lasciati dalle eruzioni passate e dalla distruzione seminata dall’uomo.Il processo creativo di Nunzia nasce proprio da questo dialogo tra la memoria e la scoperta, tra il familiare e lo sconosciuto. Ogni elemento che il paesaggio offre – una pietra bruciata, un fiore resistente, una crepa che racconta di eruzioni passate, un rifiuto – diventa un tassello di un mosaico più ampio. Da questi dettagli, Nunzia attinge forme, trasformandole in narrazioni per le sue installazioni.
Chrstian Taranto, curatore
Non sono un curatore
Considero le opere e le mostre di altri artisti come una continuazione ideale della mia ricerca, dei miei pensieri, dei temi che mi sono cari e delle forme che ne conseguono. Che ne siano consapevoli o meno. Considero tale idea una pratica curatoriale, un affido diretto o meno, una delega, un’estensione, un riciclo, un allungamento, una stratificazione. Mi sembra una pratica di ricerca, come la lettura, la composizione, il ragionamento, la citazione. Nunzia Ascolese mi sembra che prenda idealmente una parte dei frammenti che ha trovato e manipolato nel Vico da Nando nell’estate del 2024, nella performance aperta Signal from noise che apriva la mia mostra Eject-a/1 da Pu-téca. In Signal from noise l’invito era a far suonare i reperti raccolti camminando sulla montagna: molti di questi sono letteralmente rifiuti che affiorano, che scendono a valle. Affiorano da pratiche del disastro che non sono mai veramente consolate dalla nostra illusione della mitica fertilità vulcanica-vesuviana. Nunzia Ascolese ci porterà sotto il naso l’idea dolorosa che gli inviti ad accomodarci di bugie e menzogne non li decliniamo quasi mai.
Giovanni Ambrosio
Untitled Age Series
Il progetto Untitled Age nasce con l’intento di seminare nel territorio vesuviano un nuovo approccio al fare arte, stando a contatto con le comunità che vivono e caratterizzano questo ambiente. Si propone di essere un punto di riferimento per la nuova generazione di artisti, uno spazio intellettuale e fisico, in cui costruire e sperimentare i proprio concetti.
Pu-téca
Pu-TECA è un ex-vascio nel Borgo Casamale di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, adibito da Tramandars a spazio espositivo, inteso come edicola votiva d’arte contemporanea a disposizione dei progetti degli artisti. Si tratta di una teca visitabile 24 ore su 24, avvicinandosi alla vetrina sul fronte strada, illuminata anche di notte. I progetti espositivi ospitati da Pu-TECA si aprono sempre con un episodio performativo, inteso come momento di apertura dei processi di creazione allo spazio della comunità degli abitanti del Casamale e a quello transitorio dei visitatori.
Tramandars è un progetto culturale collettivo fondato a Somma Vesuviana, con la missione di trasmettere e tramandare arte e cultura attraverso linguaggi universali contemporanei. Costituita come associazione, Tramandars opera attraverso residenze e progetti di rigenerazione, collaborando con artisti nazionali e internazionali, per incentivare processi sociali e culturali che abbiano un impatto duraturo. Tramandars crede nella potenza ispiratrice dell’arte come stimolo educativo. I suoi progetti hanno lo scopo di innescare interrogativi sulla società, creando un dialogo tra comunità, cultura e ambiente.
Dal 2022 collabora con la FAO nell’ambito del World Food Forum, portando l’arte contemporanea nel dibattito globale sulla sostenibilità alimentare, e con l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Afghanistan in Italia, per iniziative volte alla promozione dei diritti civili attraverso l’arte.
Con un approccio aperto e collaborativo, Tramandars si pone come un ponte tra diverse culture e discipline artistiche, lavorando per costruire un’eredità culturale che superi i confini geografici e temporali. Tramandars è membro di STARE – Associazione delle Residenze Artistiche Italiane e de Lo Stato dei Luoghi.
Modalità di apertura della mostra
L’Edicola Votiva Pu-TECA sarà accessibile h24 dall’esterno per tutta la durata dell’esposizione. Inoltre, durante il periodo della mostra, saranno organizzati appuntamenti con il curatore e l’artista per approfondire i temi dell’installazione. Se si desidera visitare la mostra in modalità aperta in un giorno specifico, basterà contattarci utilizzando i recapiti riportati di seguito per concordare un appuntamento.
Per contatti:
Tramandars – tramandars@gmail.com
Tani Russo – Tramandars,President – tanirusso@hotmail.it – +39 3495838248
Christian Taranto – Tramandars,Chief Curator – taranto.christian@gmail.com – +39 342 141 4787
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