Data / Ora
Date(s) - 17/07/2025 - 20/09/2025
Tutto il giorno
Luogo
Centrale Fies
Categorie
Undomesticated Ground
group show + live program
con
Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi, Marcos Kueh, Elizabeth A. Povinelli, Théophile Peris, Adam Christensen con Tom Wheatley e David Aird
18 luglio – 20 settembre
Opening 17 luglio ore 18:00
a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi
curatela esecutiva Maria Chemello
Centrale Fies – Galleria Trasformatori / Foyer / Forgia
Dro (TN)
Ingresso libero su appuntamento e durante le serate della programmazione di Centrale Fies
Per prenotare la tua visita scrivi a info@centralefies.it
Dal 17 luglio al 20 settembre Centrale Fies presenta Undomesticated Ground, group show + live program con Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi, Marcos Kueh, Elizabeth A. Povinelli, Théophile Peris, Adam Christensen con Tom Wheatley e David Aird a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna, con la curatela esecutiva di Maria Chemello. La mostra apre il 17 luglio con un live program composto dalla performance “The city we imagine” di Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi e un concerto di Adam Christensen con Tom Wheatley e David Aird.
Undomesticated Ground è il terzo episodio di una trilogia di mostre collettive dedicate ai concetti formulati da Stacy Alaimo nella sua produzione teorica, che ha esordito nel 2023 con un primo episodio incentrato sulla nozione di naked word (parola nuda) che Alaimo impiega per qualificare il corpo in protesta e in solidarietà con altri agenti non umani e che si è sviluppata nel 2024 con un secondo episodio dedicato al concetto di material self (sé materiale) – con cui Alaimo esplora l’inedita vicinanza del corpo umano all’ambiente e una rinnovata comprensione, di tipo relazionale, dei concetti di “casa”, “rifugio” e di “abitare il mondo”.
Il terzo episodio della trilogia prende spunto dal saggio Undomesticated Ground scritto da Alaimo nel 2000 con l’obiettivo di decostruire criticamente le prospettive teoriche e simboliche che hanno costruito – particolarmente in Occidente – un’idea di “natura” oggettificata, addomesticata e disponibile, da cui estrarre risorse materiali, simboliche e cognitive. In linea con le istanze di Alaimo, la mostra riunisce prospettive artistiche che sovvertono lo spazio deterministico di questa idea di “natura” e che reclamano la vita biologica – sia degli umani che di altri agenti non umani – come uno spazio indisciplinato e disobbediente, carico di possibilità politiche e immaginative. Uno spazio non neutro, romantizzato ma piuttosto attraversato da storie di colonialità (esterna e interna), rotture ecologiche, assegnazioni di genere e razziali nonché suddivisioni di valore calcolate su basi economiche e di classe. La mostra si inserisce in questo solco, raccogliendo opere che interrogano le tassonomie imposte sia all’umano e più che al più-che-umano dalle imprese imperiali occidentali, dal capitalismo, dall’emergenza della proprietà privata come strumento di estrazione personalistica dalla terra nonché dall’organizzazione del suolo in virtù di un urbanismo antropocentrico.
L’opening della mostra, giovedì 17 luglio, segna inoltre l’inizio del weekend dedicato a LIVE WORKS SUMMIT e della programmazione estiva di Centrale Fies, restituzione degli esiti dei progetti annuali e dei principali assi di ricerca sviluppati. Da sempre a Centrale Fies – centro di ricerca per le pratiche performative contemporanee, nato sotto l’egida di Hydro Dolomiti Energia – le arti visive incontrano il performativo e si arricchiscono di momenti di riflessione, incontro e ricerca. Il Group Show è infatti accompagnato da un Live program con Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi che presenteranno la performance The city we imagine durante l’opening di giovedì 17 luglio, e un workshop di textile art dal titolo green, red and black tenuto dalle artiste il 19 e 20 luglio. Parte del live program sono anche le performance/concerto di Adam Christensen con Tom Wheatley e David Aird. Infine Théophile Peris è presente con un workshop sul “wool waulking”, antica lavorazione celtica della lana.
Elizabeth A. Povinelli presenta il film The Inheritance, proiettato dal 17 al 20 luglio. Povinelli è Professoressa di Antropologia e Studi di Genere alla Columbia University, Corresponding Fellow dell’Australian Academy of the Humanities e membro fondatore del Karrabing Film Collective. Il suo lavoro accademico si è concentrato sullo sviluppo di una teoria critica del liberalismo tardo coloniale e delle sue ripercussioni, elaborata attraverso otto monografie e numerosi saggi. The Inheritance è un saggio video in tre atti che esplora l’eredità come un accumulo di privazioni razziali e coloniali. La storia familiare inquietante e vivida offre una chiave di lettura per pensare criticamente alla posizione sociale, all’appartenenza legata al luogo e ai privilegi e alle punizioni che ne derivano.
Adattando i fondamenti dell’artigianato tradizionale del graphic design e l’ingegno delle filosofie pubblicitarie, Marcos Kueh (nato nel 1995 a Sarawak, Malaysia) descrive le sue opere come manifesti e cartelloni tessuti. Cresciuto in un paese in via di sviluppo post-coloniale, è sempre stato affascinato dalla sua identità malese e dal suo posto nei grandi discorsi del mondo occidentale. La sua pratica ruota principalmente attorno all’uso dei tessuti come strumento per racchiudere storie quotidiane che considera significative – proprio come facevano gli antenati del Borneo con i loro sogni e leggende, prima dell’arrivo degli alfabeti scritti dall’Occidente.
Théophile Peris vive e lavora in Francia, tra Moncrabeau e Marsiglia. Peris trova il materiale per il suo lavoro mentre viaggia attraverso la campagna, raccogliendo ciò che trova, creando oggetti e strumenti, e accumulando storie e saperi tradizionali, con una visione che sfida le gerarchie del tempo e della forma. Tutto questo viene trascritto nei suoi quaderni di schizzi, pieni di strani bestiari. La lana grezza di pecora è un materiale ricorrente nel suo lavoro, un modo per lui di ripensare le rappresentazioni in installazioni sensoriali su larga scala. L’opera in mostra: Vello, è un’installazione composta da una serie di feltri legati insieme con la lana di pecora Bergamesca. La lana porta con sé storie che si mescolano e si trasformano nell’intreccio delle fibre agglomerate, come una pecora che attraversa un cespuglio e raccoglie alcuni semi sulla sua schiena che prenderanno radice altrove. Peris terrà anche un workshop il 19 e 20 luglio “wool waulking” in cui verranno utilizzati strumenti e tecniche tradizionali per creare composizioni collettive di feltro realizzate con lana grezza non sbiancata, di colore bianco e marrone naturale proveniente dalle montagne circostanti.
Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi si sono incontrate ad Amsterdam e sono diventate compagne a Teheran. Hanno lavorato insieme a (tra gli altri) A Manifesto Against Nostalgia (2019), The City We Imagine (2021) e al libro غم/Tristezza/Sorrow (Oreri, 2022). A Centrale Fies presentano The city we imagine, performance creata nell’ambito di Live Works 2021 dalle due artiste al tempo fellow della Free School of Performance. Alla performance seguirà il 19 e 20 luglio un workshop di textile art dal titolo green, red and black in cui le persone partecipanti saranno invitate dalle artiste a creare bandiere e striscioni per la rivoluzione, da portare con sé ad ogni protesta. Tessuto e pittura saranno gli strumenti utilizzati per realizzare una mappa comune, bandiere collettive e slogan condivisi. L’esperienza sarà quella di un riconoscimento collettivo di come tutte le lotte siano intrecciate, e di come si possa rivolgere lo sguardo verso un orizzonte comune—dai fiumi ai mari, oltre i confini coloniali. Un orizzonte di liberazione collettiva attraverso la liberazione della Palestina.
Sempre nella giornata dell’opening, a seguire, il concerto di Adam Christensen con David Aird e Tom Wheatley. Nelle sue opere, Adam Christensen intreccia aneddoti biografici con momenti teatrali, sogni con traumi. Ne derivano performance, film, racconti brevi o lavori tessili toccanti e umoristici, impregnati di amore, desiderio, malinconia e perdita. Le opere di Christensen prendono avvio da esperienze personali, che vengono ampliate con elementi di finzione. I personaggi presenti in queste storie spaziano da adolescenti tormentati e ossessionati dal sesso a anti-eroine del cinema noir, fino a grandi dive di Hollywood che recitano in maniera esaltata i tratti del proprio ruolo archetipo. Nei suoi video, performance e installazioni, Christensen mette in scena il domestico e il quotidiano come se fossero uno spettacolo.
Insieme a Christensen David Aird, alias Vindicatrix, produttore, cantante e polistrumentista che lavora principalmente con l’elettronica e Tom Wheatley, artista e musicista con base a Londra.
Undomesticated Ground sarà fruibile dal 18 luglio al 20 settembre durante le serate di programmazione (17 – 27 luglio) e su appuntamento.
Durante il primo weekend di programmazione (17 – 20 luglio) nell’ambito di LIVE WORKS SUMMIT, saranno presenti i fellow di Live Works Vol.12, che presentano l’esito del loro anno di affiliazione con Centrale Fies: Adam Seid Tahir, Klara Kofen in collaborazione con Cameron Graham, Hot Bodies aka Gérald Arev Kurdian, Tewa Barnosa in collaborazione con Ghenwa Noiré, Chōri Collective, Omar Gabriel, Noha Ramadan.
Omar Gabriel è l’artista selezionata per Agitu Ideo Gudeta fellowship 2024, la fellowship pensata come una affirmative action e che vede la sociologa e curatrice Mackda Ghebremariam Tesfaù e il curatore e attivista Justin Randolph Thompson, affiancare la board curatoriale di Centrale Fies. Una visione decoloniale che si fa azione per creare strumenti utili a contrastare le discriminazioni etno-razziali nel mondo della ricerca artistica performativa, facilitando l’accesso a soggetti razzializzati. Da quest’anno Agitu Ideo Gudeta Fellowship viene realizzata in collaborazione con Palazzo Grassi–Pinault Collection Venezia e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
A seguire il medesimo percorso di residenze artistiche e free school anche Noha Ramadan, artista selezionata da Consortium Commission Mophradat assieme al board curatoriale di LIVE WORKS, nell’ambito di una collaborazione avviata nel 2024 tra Centrale Fies e la piattaforma Mophradat, nata per sostenere il “mondo arabo” negli ambiti delle arti contemporanee. Come ogni anno i Fellow saranno accompagnati da Guest Artist del calibro di Deena Abdelwahed, Dengue Dengue Dengue, e Caterina Barbieri & Space Afrika che presentano Last Track (w/MFO and Ruben Spini).
La mostra Undomesticated Ground e LIVE WORKS SUMMIT sono parte di un programma più esteso dedicato all’apertura al pubblico degli esiti di un anno di ricerca svolta a Centrale Fies, e che proseguirà il 23 luglio con WITCHES / BRAND NEW SELF feat FANDANGO Libri e dal 24 al 27 luglio con Radical Love.
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