La sesta edizione della mostra EX è stata inaugurata giovedì 8 maggio 2025 negli spazi del Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna e sarà corredata di un catalogo edito dalla NFC edizioni con i contributi della curatrice Carmen Lorenzetti e dello storico dell’arte e docente Alfonso Panzetta. L’esposizione presenta una selezione di opere di sei artisti: Lorenzo Di Lucido, Nicola Melinelli, Gianni Moretti, Andrea Salvatori, Vincenzo Simone e Cristiano Tassinari. La mostra si articola in un percorso fatto di meandri in cui ci si addentra nelle poetiche di artisti, già allievi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che dialogano tra di loro in una conversazione fatta di punti di contatto e di distanza. Materiali, tecniche, contenuti, aree di pratica: una mescolanza di saperi e odori che raccontano le origini e le maturazioni degli ex-studenti. Le opere in mostra sono frutto di una selezione realizzata dagli stessi artisti – che si confrontano talvolta partendo da una preparazione nel solco dello stesso maestro – in cui espongono opere significative e rappresentative della loro produzione e che riportano abilità e conoscenze assimilate dalla loro formazione in Accademia.

AA. VV., “EX 6”, installation view, ph. Martina Platone, courtesy Pinacoteca Nazionale di Bologna
Il percorso si apre con Andrea Salvatori, il quale propone le opere Terzo Paesaggio, Le Invasate e una serie evocativa di dodici personaggi scultorei. L’artista racconta di un processo creativo sperimentale e resiliente, il quale include stampa in 3D manomessa dal suo intervento e la restituzione artistica dei danni arrecati dall’alluvione in area romagnola: materiali e strumenti impiegati che si attualizzano anche nella coscienza di appartenere a uno specifico territorio e immaginario artistico. Vincenzo Simone si espone con piccoli e grandi formati di visioni rarefatte. Le quattro opere Senza titolo (2020) – in dialogo con Terzo Paesaggio di Salvatori -, Notturno con cappello e cesta di frutta (2020), Cercando il ricamo (2020) e I dormienti (2023) sono quadri sognanti in cui si presentano soggetti e paesaggi che rimandano ai generi pittorici della storia dell’arte, pur immergendoli nel flusso di stimoli contemporanei.

AA. VV., “EX 6”, installation view, ph. Martina Platone, courtesy Pinacoteca Nazionale di Bologna
A punteggiare la mostra si trovano i lavori di Nicola Melinelli, il quale li dissemina lungo il percorso espositivo come cerniera di congiunzione tra i colleghi. Le opere selezionate – Rovescio (2016), Green House (2020) e la serie più recente Senza titolo (2025) – illustrano momenti distanti della sua carriera, accomunati da una costante indagine dello spazio attraverso la pittura: nella sua arte si condensano prospettive di visioni ambigue, produttrici di finzioni e illusioni che seducono lo sguardo. Le opere di Cristiano Tassinari riflettono i suoi salti tra i materiali e i linguaggi sperimentati nel corso della sua carriera. In Africanella (2016), Parakeet (2018), Masquerade (2019), Bird (2021), Bird and Apple (2022), Philharmonie (2025), Putto (2025) la pittura migra verso la scultura, e in entrambe le manifestazioni della sua pratica combina elementi autobiografici e fatti storici con il fine di problematizzare discorsi universali quali il proprio vissuto e l’eredità della storia colonialista italiana e degli stereotipi culturali.

AA. VV., “EX 6”, installation view, ph. Martina Platone, courtesy Pinacoteca Nazionale di Bologna
Gianni Moretti si espande con opere di ampio respiro spaziale e concettuale: Capitoli di un monumento (I-XV) e Anna – Monumento all’Attenzione (promessa), entrambe del 2019, sono opere che si diffondono nello spazio in quanto installazioni e nel tempo per l’intenzione. Moretti ci invita a partecipare non solo al ricordo e alla riparazione della perdita di Anna Pardini – vittima del nazi-fascismo nella strage di Sant’Anna di Stazzema – ma anche alla rivalutazione delle modalità con cui si vuole ricordare e monumentalizzare eventi sensibili della storia. Lorenzo di Lucido presenta una parentesi della sua produzione in cui applica un modo di dipingere inconsueto per la sua pratica. Falena notturna (2021), Diteggiare (2021), Rumine (2021), Maggese (2022), Il distruttore (2022) e Credo che il respiro sia importante nella costruzione dell’opera e nella sua ricezione (2022) sono opere monocrome inedite che si nutrono degli sguardi catturati dalla luce riflessa dai suoi olii ed esortano a tuffarsi dentro i suoi campi arati dalle dense pennellate melmose.

AA. VV., “EX 6”, installation view, ph. Martina Platone, courtesy Pinacoteca Nazionale di Bologna
La curatrice descrive il percorso espositivo come un “forzare i confini dell’arte per rimanere nell’arte”, ovvero una pratica che ben si guarda dal ripetere la storia, consapevole della complessità di questo atto poiché pregna di costanti riferimenti storici, e dunque che si mette alla prova con l’obiettivo di trasformarsi seguendo la linea del presente nel rispetto del passato. La rosa di opere in mostra ci pone davanti a un’eterogeneità di linguaggi espressivi – dalla pittura alla scultura, all’installazione e all’arte pubblica partecipativa – per poi avvolgere lo spettatore con evocazioni sensoriali come la fragranza e i luccichii dei materiali, la distribuzione spaziale e le molteplici consistenze delle opere.
Ayleen Ivonne Liverani
Info:
EX6: Lorenzo Di Lucido, Nicola Melinelli, Gianni Moretti, Andrea Salvatori, Vincenzo Simone, Cristiano Tassinari
a cura di Carmen Lorenzetti
8/05 – 15/06/2025
Pinacoteca Nazionale di Bologna, Salone degli Incamminati
via Belle Arti, 56 – Bologna
www.pinacotecabologna.beniculturali.it

Ayleen Ivonne Liverani, operatrice culturale negli ambiti dell’edu-curatela e della mediazione. Attiva tra Italia e Messico, indaga l’ambiente dell’arte in quanto spazio di esplorazione e interrogazione e come opportunità di creazione e narrazione di immaginari alternativi.
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