«MISTERIOSA / BOTTIGLIA / TU NASCONDI / SEGRETI / D’UN’ORECCHIA / T’ASCOLTO / PERCHÉ INDUGI CON ME? / ORSÙ DAMMI LA CHIAVE / DA LEI PENDE IL MIO CUORE / NEI TUOI FIANCHI È RACCHIUSO / QUEL DIVINO LIQUORE / IL DIO BACCO CHE SEPPE / CONQUISTARE LE INDIE / NEL TUO NETTARE HA FUSO / TUTTO IL SENSO DEL VERO / VINO TANTO DIVINO / SONO VAGHI PER TE / LE MENZOGNE E GLI INGANNI / CHE SIA SEMPRE GIULIVO / L’OSTE PADRE NOÈ / CHE IL SUO LIQUIDO FUOCO LE VENE C’INFIAMMI / ORA CANTAMI / BELLE PAROLE / CHE DISSOLVANO MESTE MISERIE / E COSÌ NON SI PERDA UNA STILLA / DEL TUO VENTRE (SIA BIANCA O VERMIGLIA) / O BOTTIGLIA / STRACOLMA / DI DENSI MISTERI / ORA ORIGLIA / L’ORECCHIO / BOTTIGLIA / NON TARDARE /SON QUA». Dal celebre libro V de Le avventure di Gargantua e Pantagruel di Rabelais.

Flavio Favelli, Nuova mixage up, installation view at Fondazione Zeri, photo credit, Trapezio-Roveda, courtesy the artist and Galleria Francesca Minini
La poesia che leggete è la celebre ode alla Diva Bottiglia, personaggio della nota anti-epica francese rinascimentale. Non fu solo François Rabelais (1483-1553 ca.) ad accorgersi del considerevole apporto che le bevande alcoliche offrivano allo stile di vita degli europei del tempo; infatti, oggi, tale suggestione ritorna non più sotto forma di verso poetico, bensì come oggetto di design, di culto, come feticcio rappresentante un savoir–vivre tipico del Bel Paese. In occasione di Art City Bologna 2025 e Arte Fiera, Flavio Favelli torna a interrogarsi sul rapporto tra contenuto e contenitore, sull’idea di contenimento e sulla forma statica che racchiude materia liquida, modificandone l’aspetto. La sua nuova intuizione ci porta all’ex convento rinascimentale del complesso della Chiesa di S. Cristina, e più precisamente negli ambienti dell’ex dormitorio per suore novizie, oggi ospitante la splendida biblioteca della Fondazione Zeri. La mostra costituisce una nuova opportunità per accrescere la mole di visitatori della biblioteca, che dal 16 gennaio al 18 marzo 2025 potranno godere all’interno della sala lettura di un’installazione appositamente pensata dall’artista per quello specifico spazio. Studenti e ricercatori potranno alternare lo studio all’ammirazione degli scaffali intagliati e costruiti dall’artista con materiali di recupero, i quali si elevano con slancio al centro della luminosa stanza, donando dinamicità all’ambiente.

Flavio Favelli, Nuova mixage up, installation view at Fondazione Zeri, photo credit, Trapezio-Roveda, courtesy the artist and Galleria Francesca Minini
Gli scaffali non sono, tuttavia, al centro dell’esposizione. Lo sono invece le bottiglie di vetro lì riposte (incollate, si intende) divise orizzontalmente per ripiani e verticalmente per caselle come a formare una grande scacchiera in cui, però, le pedine lasciano il posto a questi pezzi da collezione che una volta racchiudevano i migliori alcolici italiani. 216 bottiglie scelte di bevande spiritose private dall’etichetta ed esposte in quattro scaffali di legno, cercati, rimaneggiati e trovati, misuranti 268x191x33 centimetri cadauno, mentre le bottiglie hanno le forme e le dimensioni più varie. «L’installazione per la Biblioteca Zeri – spiega Flavio Favelli – consiste nell’esposizione di una serie di bottiglie che raccolgo da molti anni. Sono bottiglie di superalcolici italiani dalle quali ho rimosso le etichette. Storiche bottiglie che dal Dopoguerra in poi hanno avuto una grande fortuna. Grappe, amari, liquori, vermouth, aperitivi, distillati; ogni regione d’Italia aveva una grande tradizione con ditte che si ingegnavano per comunicare il loro prodotto con forme inedite, nuove e seducenti, entrate nell’immaginario collettivo. Quest’installazione si interroga sulla forma e sull’estetica della bottiglia, sempre in secondo piano rispetto all’etichetta. L’operazione cerca inoltre di mettere in relazione due categorie di oggetti emblematici – libri e bottiglie – che da secoli segnano il nostro tempo e quello dell’arte».

Flavio Favelli, Nuova mixage up, installation view at Fondazione Zeri, photo credit, Trapezio-Roveda, courtesy the artist and Galleria Francesca Minini
Lo spirito di un’epoca in tutto e per tutto: la Storia raccontata attraverso oggetti di quotidianità, simboli semplici di svago e divertimento; di consumismo, di poesia e di virtù. La rimozione delle etichette dalle bottiglie non le rende anonime, anzi le eleva reperti di un’epoca che si può riconoscere con estrema facilità, un’epoca in cui la joie de vivre aveva nomi tutti italiani: Lambretta, Maggiolino e Campari. Allo stesso tempo – prive di ogni indicazione geografica e temporale che le cataloghi per produzione, scadenza, imbottigliamento, consigli di conservazione e prezzo – le bottiglie esposte in queste vetrine mancate sono come genti in sospeso, in attesa al varco di una soglia che separa due epoche: senza dimora e senza documenti; alle prese con un passato di gloria destinato a sbiadire per lasciar posto al futuro incerto. Ciò nonostante l’intento di Favelli non è quello di attuare una cosiddetta “operazione di nostalgia”, bensì quello di tentare di capire, di ricordare, con una nuova lente di ingrandimento, anni pieni tanto di frenesie quanto di spinte contrapposte. La lente prescelta è il vetro distorcente e sgargiante delle bottiglie, svuotate dal liquido che in origine contenevano e riempite nuovamente con sostanze chimiche che mescolano zuccheri e coloranti al fine di regalare all’occhio del visitatore un dialogo continuo tra il vetro, il liquido e la luce penetrante dalle finestre. Lo svuotamento delle bottiglie che subiscono poi l’ingerimento di una nuova sostanza può altresì essere letto come un passaggio verso una nuova identità collettiva, una nuova fase della storia e dell’economia della Penisola.

Flavio Favelli, Nuova mixage up, installation view at Fondazione Zeri, photo credit, Trapezio-Roveda, courtesy the artist and Galleria Francesca Minini
Attingendo a un passato ricco di influenze, come suggerisce il curatore della mostra Roberto Pinto, Favelli rende giustizia a oggetti marginali, rimasti inosservati perché ritenuti meno rilevanti rispetto al loro contenuto, senza considerare l’attrazione dell’occhio umano verso la forma affascinante della bottiglia. È come raccontare una storia nota attraverso gli occhi ingenui di un personaggio minore, sacrificato ai margini della vicenda eppure, proprio perché ai margini, in grado di osservare meglio le azioni dei giganti che attraversano le pagine. Una prima versione di Nuova Mixage era stata presentata già nel 2022 al Bar Vittorio Emanuele in Piazza Maggiore, sempre a Bologna. Si era trattato di una sorta di anteprima, costruita attraverso una selezione di bottiglie monomarca, tutte provenienti dal Gruppo Montenegro. In quel caso le bottiglie apparivano nel loro contesto abituale, ma allo stesso tempo, proprio la mancata visibilità della loro etichetta, rendeva Un-heimlich l’oggetto e la sua presenza. In questa ben più vasta e articolata presentazione, si risalta il dialogo che Nuova Mixage Up instaura con i libri. Sia in termini formali – entrambi esaltano la verticalità con cui si presentano e la sistemazione delle bottiglie si confronta quasi a specchio con i tanti libri impilati negli scaffali della biblioteca – sia configurandosi come due contenitori di memorie e di spunti di riflessione. L’installazione, che diventa quasi una vetrata colorata, si erge a cattedrale della memoria.

Flavio Favelli, Nuova mixage up, installation view at Fondazione Zeri, photo credit, Trapezio-Roveda, courtesy the artist and Galleria Francesca Minini
Ed è chiaro che, quando si chiamano in causa le bottiglie, non si può non pensare anche al lavoro di Giorgio Morandi, considerato che la sede della Fondazione Zeri è proprio in piazzetta Morandi, a non più di cento passi dalla casa del pittore bolognese. Risonanze cercate sempre dal lavoro di Favelli, ma che in questa occasione sembrano amplificare ancor di più le possibilità interpretative del suo lavoro. Anche questa nuova installazione gioca su due registri complementari nel lavoro di Favelli: un “lessico famigliare”, quasi completamente autobiografico, e una dimensione sociale che riemerge dalla realtà condivisa che rende questi oggetti patrimonio di almeno tutte le persone che hanno vissuto in Italia. Ma è anche una dimensione sociale in quanto fruibile dalla società intera senza ostacoli alla trasmissione e circolazione del concetto dietro l’installazione, in grado di risultare comprensibile ed efficace anche per un fruitore che non conosce affatto la peculiare storia del mercato italiano di liquori né nutra alcun interesse rispetto a questo particolare aspetto del nostro design industriale. Quello che resta ai visitatori e fruitori della biblioteca è il tentativo di mettere in contatto lo spazio pubblico e privato; il tempo attuale e quello passato. Un dialogo ottenuto attraverso la costanza e la pazienza di un collezionista il quale cerca di ricomporre il puzzle della verità storica grazie a ritrovati frammenti di realtà.
Giulia Gorella
Info:
Flavio Favelli, Nuova Mixage Up
A cura di Roberto Pinto
Nell’ambito di ArtCity Bologna 2025
www.fondazionezeri.unibo.it
16/01/2025 – 28/03/2025
Fondazione Federico Zeri
Piazzetta Giorgio Morandi 2, 40125 Bologna
Orari di visita: lunedì-venerdì, 10.00-17.30
Ingresso libero
Orari durante ART CITY Bologna ed eventi speciali
venerdì 7 febbraio ore 18.00-22.00 > serata speciale con l’artista e i curatori
sabato 8 febbraio ore 10.00-22.00
domenica 9 febbraio ore 10.00-18.00
giovedì 13 febbraio ore 17.30: Talk con l’artista. Flavio Favelli in dialogo con Roberto Pinto

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