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Jonah Freeman & Justin Lowe. Scenario in the ...

Jonah Freeman & Justin Lowe. Scenario in the Shade (Scenario nell’ombra)

Jonah Freeman e Justin Lowe manipolano la storia e la cultura del mondo reale per creare ambientazioni immaginarie ma stranamente credibili attraverso labirintiche installazioni site-specific. Al MAAT di Lisbona il duo newyorkese presenta Scenario in the Shade, combinazione di una trilogia video e dell’installazione multi-spaziale di alcuni dei set che compaiono nelle riprese orchestrando un’ambientazione immersiva che gioca su idee di urbanistica ipertrofica, comunità, rituali e psicofarmacologia. Questa è la seconda presentazione europea del progetto, che dopo aver esordito alla Biennale di Istanbul 2017 a cura di Michael Elmgreen e Ingar Dragset, è stata esposta al Kunsthal Charlottenborg di Copenaghen.

La mostra è ambientata nell’immaginaria regione del San San Metroplex, nata da un’idea del futurista Herman Kahn che nel libro The Year 2000 (1967) ipotizzava che la zona costiera tra San Diego e San Francisco sarebbe diventata un’unica gigantesca metropoli, chiamata San San. Sulla base di questa finzione, Freeman & Lowe costruiscono un misterioso mondo parallelo che include una sterminata varietà di oggetti, allestimenti effimeri e scenari architettonici. Ogni società ha le sue culture giovanili, all’interno delle quali le comunità e l’autoespressione sono strettamente collegate e si manifestano attraverso attività ricreative, stili artistici, sport, merci, gergo e abbigliamento di nicchia. Scenario in the Shade è un’articolazione architettonica e cinematografica di culture giovanili fittizie in California, un mondo di sviluppo subculturale accelerato, materializzato attraverso la messa in scena di una sequenza di habitat sotterranei.

In Scenario in the Shade, un’ala del MAAT è trasformata in un tunnel di interni claustrofobici a cui si accede varcando l’ingresso di un bagno chimico che conduce in un fatiscente appartamento vittoriano e prosegue in un dedalo di abitazioni di fortuna, ciascuna dedicata a una diversa micro-cultura giovanile. La California è stata a lungo un luogo in cui coesistevano molte subculture: dal surf alla terapia New Age, dagli esperimenti contro-culturali con droghe e psichedelia alle innumerevoli forme musicali come il punk, il reggae e il surf pop. Ogni stanza nell’installazione è associata a un gruppo specifico della metropoli di San San. The Fort è un ibrido di Rastafarian e techno-hippy, Bamboo Union è una rete di contrabbando dell’Europa orientale che consuma sciroppo per la tosse oppiaceo mentre ascolta un mix di metalli pesanti e EDM. I Disco Creeps vendono al dettaglio una nuova metamfetamina che fonde narcotici a base di onde luminose con i più recenti beni di lusso contraffatti.

Tra gli ambienti troviamo un agglomerato di baraccopoli, un computer ibrido che occupa una stanza intera, un mercato al neon nero e una galleria di anime costruita con teli da spiaggia. Il passaggio attraverso questi interni suggerisce un incrocio inquietante tra la contemplazione di una rovina architettonica e il “dietro le quinte” di un mondo teatrale simulato. Come Alice che entra nella tana del coniglio, i visitatori sono invitati a esplorare gli indizi e le indicazioni di una realtà parallela che riecheggia gli attuali sviluppi delle città e delle loro organizzazioni aggregative. Scenario in the Shade immagina un futuro prossimo distopico in cui l’edonismo della controcultura Californiana degli anni ’60 viene fagocitato da una sorta di incarnazione lolcat delle sottoculture di internet. Laboratori di bricolage, negozi di articoli d’arte post-internet, soffitte vintage, serre acide: l’ultimo mondo atipico di Freeman & Lowe è un parco a tema allucinogeno per esploratori mentali che sfidano le convenzioni, un altro tuffo senza paura nelle profondità della provocazione del mondo dell’arte e nella celebrazione dell’eccesso.

I video mostrano un ciclo di azioni performative ipnotiche e resoconti occasionali ambientati in una tentacolare metropoli fantascientifica: la telecamera attraversa varie camere: abitazioni accessoriate e personalizzate da ciascuna sottocultura. La colonna sonora include composizioni originali di musicisti come Jennifer Herrema, Royal Trux, Psychic Ills, Mayo Thompson, Kurt Vile, Devendra Banhart, MGMT, Alexis Taylor e Bobby Gillespie. Pur descrivendo i processi di impollinazione incrociata che hanno sempre favorito la mutazione e l’espansione culturale, il lavoro evoca umoristicamente la frammentazione dell’identità nella società odierna. Esplorando proiezioni e suggestioni delle culture psichedeliche e della crescente atomizzazione degli stili di vita contemporanei, il progetto coinvolge direttamente i molteplici significati del termine “scenario”. In quanto tale, questo può apparire come un allestimento teatrale, il concetto di una situazione potenziale, ma anche la tattica di anticipazione militare che inizialmente aveva attinto dalle tecniche di sceneggiatura di Hollywood. In un gioco allucinogeno di specchi, Freeman e Lowe ricreano le ambientazioni per sequenze di film, giocando sull’ambigua questione di chi precede l’altro. Allo stesso tempo, dirottano il linguaggio museologico della stanza d’epoca o l’attrezzatura visiva degli spot televisivi per dissipare qualsiasi senso di narrativa e stimolare una riflessione soggettiva sul ruolo dell’urbanizzazione e dei suoi sottoprodotti nella società attuale.

Info:

Jonah Freeman e Justin Lowe. Scenario in the Shade
7 novembre 2018 – 25 febbraio 2019
MAAT – Museo di arte, architettura e tecnologia
Lisbona

Jonah Freeman & Justin Lowe

Scenario in the Shade, installation view at MAAT

Scenario in the Shade, installation view at MAAT

Scenario in the Shade, installation view at MAAT


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