Ultimo giorno, presso la Galleria Fumagalli, per visitare Fuori come fiori, la prima mostra personale a Milano di Luca Boffi, le cui opere aprono un varco sulle pareti della galleria e ci proiettano in paesaggi campestri, talvolta crepuscolari, talvolta investiti dalla luce del sole. L’artista-contadino, in questa indissolubile duplice veste, realizza un’indagine (letteralmente) sul campo delle trasformazioni a cui è sottoposto il paesaggio e dei processi di reciprocità tra esseri viventi che hanno luogo nell’ambiente naturale.

Luca Boffi, “Fuori come fiori”, Galleria Fumagalli, Milano, 2024. Foto © Lucrezia Roda, courtesy Galleria Fumagalli
In occasione dell’esposizione, l’artista, oltre a rivisitare e adattare allo spazio della galleria due installazioni realizzate in precedenza, ha presentato un corpus di lavori inediti, opere materiche e multisensoriali che prestano alla mostra il titolo, dalle sonorità di una filastrocca. Sulla superficie delle tavole di Fuori come fiori si stratificano materiali naturali da lui stesso raccolti, dai più nobili a quelli considerati estranei al mondo artistico: miglio bianco, fiori di cardo, panico infestante, bacche di viburno, fiori di carota, legno di pioppo, edera, limo del fiume Secchia, carbone e letame. I materiali sono avvolti e sostenuti da una sottile rete su cui Boffi ha stampato delle fotografie, con una tecnica già parzialmente sperimentata nell’installazione Panorama Imaginaire, in occasione di Panches Contact 2023: lì, le fotografie erano stampate su tessuti che interagivano con il clima e la situazione meteorologica, offrendo costantemente nuovi sguardi, avendo la trasformazione come cifra intrinseca e ineludibile. Per la mostra a Milano, Boffi ha impresso sul tessuto le immagini del paesaggio che si staglia ogni giorno di fronte ai suoi occhi a Campogalliano, nel modenese, per rappresentare sia visivamente sia matericamente i dintorni quotidiani. I pannelli, tutti della medesima dimensione, restituiscono una serialità scompaginata dal multiforme aspetto della natura. La rete, oltre a stendersi sulle tele, è presente anche nelle due installazioni costituite, da una parte, da una rete antiuccelli e, dall’altra, da una rete per piante rampicanti, entrambe intessute di elementi naturali e floreali.

Luca Boffi, “Fiori bianchi di carota selvatica a forma di sole”, 2024, in “Fuori come fiori”, Galleria Fumagalli, Milano, 2024. Foto © Lucrezia Roda, courtesy l’artista e Galleria Fumagalli
Come anticipato, in mostra sono presenti anche due importanti progetti precedenti. Il primo è Pioppo Ciao, film realizzato con Francesco Tosini e dedicato al progetto Caro Campo, sviluppato a Campogalliano tra il 2020 e il 2021. Il film, dal quale è germinato anche il libro Caro Campo. Diario di lavoro, vincitore della IX edizione dell’Italian Council, costituisce un diario di appunti visivi dei due anni trascorsi in simbiosi con un campo di duecentonovanta pioppi, accompagnati fino al momento del taglio e dell’abbattimento in un «colloquio giocoso surreale drammatico che lentamente se ne va scomparendo nel luogo». Infine, ci si imbatte nella documentazione fotografica dell’installazione ambientale Monochrome RGB concepita e realizzata per la manifestazione Forever Is Now presso le Piramidi di Giza (24 ottobre-16 novembre 2024) in partnership con la Galleria Fumagalli. La forma geometrica del quadrato incontra quella della piramide, guardate attraverso griglie, strutture elementari con cui osservare e sentire la realtà in modo differente.

Luca Boffi, “Monochrome” RGB, 2024; “Forever Is Now”, Giza, Egitto, 2024. Foto Roberto Conte, courtesy l’Artista e Galleria Fumagalli
Quella di Boffi è una pratica trasformativa, tanto rigorosa quanto cangiante. Partito dall’indagine della griglia come dispositivo ottico, studiata con l’intento di azzerare il disegno, l’artista si è poi mosso da tale “grado zero della pittura” per iniziare a lavorare i campi, per alternare il lavoro artistico (in prevalenza mentale) a un lavoro manuale e contadino e per lavorare contestualmente sulla riduzione a un alfabeto artistico – visivo e materico – fondato su un numero ridotto di elementi. Il suo lavoro, che si sviluppa nel tempo più che nello spazio, è rivolto a coloro che sono in grado di accogliere il cambiamento e l’attesa del tempo non produttivo.

Luca Boffi, “Fuori come fiori”, Galleria Fumagalli, Milano, 2024. Foto © Lucrezia Roda, courtesy Galleria Fumagalli
La mostra restituisce il tassello di una ricerca che si radica nella terra e si sviluppa verso l’alto, con la volontà di creare luoghi comunitari, in senso tanto architettonico quanto poetico, al fine di valorizzare memorie collettive ed esigenze del territorio e della natura. «Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome», tuona il Bruno de Le otto montagne di Cognetti. E Boffi allora restituisce a tale natura una concretezza e una tangibilità, parla di personificazione delle cose, di fatica che permette di acquisire coscienza di ciò che ci circonda e dell’impegno che dobbiamo riversare su di esso per prendercene cura e trovare lo straordinario nell’ordinario che informa le nostre vite.
Costanza Mazzucchelli
Info:
Luca Boffi. Fuori come fiori
27/11/2024 – 21/02/2025
Galleria Fumagalli
Via Bonaventura Cavalieri, 6, 20121, Milano
www.galleriafumagalli.com

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