READING

Galleria Studio G7. Chiaroscuro

Galleria Studio G7. Chiaroscuro

Galleria Studio G7 di Bologna chiude la sua stagione espositiva con una collettiva intitolata nuovamente Chiaroscuro. Rispetto al 2019, però, sono cambiati naturalmente i protagonisti – la mostra raccoglie infatti lavori di Bill Beckley, Gregorio Botta, Daniela Comani, Franco Guerzoni, Eduard Habicher, Jacopo Mazzonelli e Mariateresa Sartori – ma soprattutto è cambiato l’approccio col quale si è affrontato questo nuovo appuntamento.

Il 2020 si è aperto con una situazione imprevista che ha costretto l’intero mondo – e continua ancora a farlo per la maggior parte – a trascorrere un periodo di semi-immobilità fisica. Questo non soltanto ha avuto delle ripercussioni sulla routine della vita quotidina, ma ha apportato dei cambiamenti anche nella gestione del lavoro e delle interazioni sociali. Chiaroscuro, inaugurata il 28 maggio e aperta fino al 18 settembre 2020, si concentra proprio su quest’ultimo aspetto, indagando “il ruolo dell’immagine nel nostro nuovo quotidiano”. Le riflessioni che hanno portato alla realizzazione della mostra partono dai mutamenti delle relazioni umane che si sono verificati a partire dal periodo di lockdown, e dalla risposta del mondo dell’arte a tale situazione: se da una parte infatti le videochiamate hanno sostituito il contatto dal vivo con i nostri cari e lo smartworking il lavoro nelle sedi originarie, dall’altra i social network e la tecnologia virtuale hanno consentito di diminuire il divario con l’arte. Il display, dunque, è stato l’elemento mediatore tra noi e il mondo, l’unica finestra dalla quale poter continuare a partecipare al flusso incessante della vita.

La collettiva organizzata dallo Studio G7, curata da Leonardo Regano, pone in correlazione questo aspetto, che ha caratterizzato fino a oggi il nostro quotidiano, alla fruizione diretta delle opere, non mediata da alcuno schermo. I lavori dei sette artisti coinvolti possono infatti essere apprezzati sia attraverso un visore per la realtà virtuale, sia nello spazio fisico della galleria, così da permettere allo spettatore di fare esperienza delle due modalità di fruizione in modo da innescare una riflessione attorno all’immagine e ai diversi modi di esperirla. Questo, in fondo, l’obiettivo di Chiaroscuro: mettere in evidenza come il progresso tecnologico stia diventando un’arma in più nella valorizzazione dell’esperienza dell’arte, e come, d’altro canto, la fruizione diretta delle opere rimanga comunque fondamentale ai fini di una maggiore comprensione delle stesse. Da parte loro, anche i lavori in mostra sembrano giocare con la percezione dello spettatore: se Daniela Comani e Franco Guerzoni annullano la sacralità del soggetto per evidenziarla – le rimozioni della prima sono in realtà delle affermazioni, mentre in Guerzoni l’antichità si nasconde dietro visibili segni di riconoscimento – Bill Beckley e Mariateresa Sartori mettono invece in crisi il contesto, estrapolando da esso un dettaglio e innalzandolo a misterioso protagonista della scena. A Eduard Habicher e Jacopo Mazzonelli, infine, l’apparente compito di circoscrivere le diverse energie presenti: il primo con la sua Estensione (1991) libera e sinuosa, soggetta solo ai pieni e ai vuoti che essa stessa determina, il secondo con le sue Flags (2018) derivate da leggi matematiche e dal rigore del ritmo.

Come affermato dalla stessa direttrice, Giulia Biafore, la Galleria Studio G7 è stata la prima a Bologna a inaugurare una mostra dopo il periodo di lockdown: un grande atto di coraggio, come quello dimostrato da tutte le altre gallerie che pian piano sono tornate a essere attive con le loro programmazioni – ripartire dopo i complicati imprevisti dell’ultimo periodo non era per nulla scontato. Con Chiaroscuro si è cercato di farlo partendo proprio dai mutamenti che si sono generati, e che hanno interessato lo stato dell’arte in termini di esperienza fruitiva: se la virtualità consente di esplorare nuove dimensioni, magari distanti da noi, come a bordo di un fantastico tappeto volante, la realtà contribuisce a mantenere ben salde le nostre radici, che rimarranno sempre essenziali per una giusta messa a fuoco del mondo circostante.

Antongiulio Vergine

Info:

Chiaroscuro
A cura di Leonardo Regano
28 maggio 2020 – 18 settembre 2020
Galleria Studio G7, via Val D’Aposa 4A, Bologna
info@galleriastudiog7
www.galleriastudiog7.it

Galleria Studio G7, Chiaroscuro, exhibition viewGalleria Studio G7, Chiaroscuro, exhibition view

Franco Guerzoni, Spie, 1971, frammento di vetro su pagina di libro, 20,5×15,5cm, Courtesy Galleria Studio G7, Bologna

Jacopo Mazzonelli, Flags, 2018, smalto su specchi argentati, cm 21×49, Courtesy Galleria Studio G7, Bologna


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.