La rappresentazione della realtà come componente morfoplastica e concettuale che detta l’amalgama mistica dei processi esistenziali dell’uomo e del mondo, costituisce forse il momento creativo più indipendente per l’artista che, attraverso il dialogo personale con il suo sé interiore, essenzializza la trasfigurazione di contesti realistici in espressione artistica.
![Guido Guidi, “Cervia”, 1983 © Roberta Bosco, [23 dicembre 2021], riproduzione riservata, courtesy MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo](https://www.juliet-artmagazine.com/wp-content/uploads/2025/01/guido_guidi_col_tempo-img-300x169.jpg)
Guido Guidi, “Cervia”, 1983 © Roberta Bosco, [23 dicembre 2021], riproduzione riservata, courtesy MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
La molteplicità e la diversità dell’arte contemporanea generano nuove caratteristiche estetiche che conferiscono nuove funzioni e contenuti alle significazioni artistiche. La fotografia come oggetto culturale e autenticità vissuta apre a una realizzazione ex-novo che consente la decodificazione e la reinterpretazione del visibile. La convergenza tra arte e fotografia iniziata negli anni ‘60 ha spostato l’interesse degli artisti verso una rimodellazione dell’esperienza visiva che equivale a una sorta di soggettività rappresentativa, sotto il prisma della quale l’immagine si trasforma in un’entità di segni significativi coesistenti in un unico punto di vista. Gli artisti sembrano cogliere l’aspetto filosofico di un linguaggio che non solo mira a evidenziare la designazione e la percezione delle manifestazioni del contemporaneo, ma anche a rimodellare, a volte tramite associazioni, gli aspetti della realtà.
![Guido Guidi, “Cervia”, 1983 © Roberta Bosco, [23 dicembre 2021], riproduzione riservata, courtesy MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo](https://www.juliet-artmagazine.com/wp-content/uploads/2025/01/2-300x225.jpeg)
Guido Guidi, “Cervia”, 1983 © Roberta Bosco, [23 dicembre 2021], riproduzione riservata, courtesy MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Nel suo lavoro Guido Guidi cita, ricompone e riassume attraverso un idioma personale, direttamente correlato al Neorealismo e all’Arte Concettuale, formulazioni personali ma al tempo stesso universali, con l’intenzione di dare risalto al carattere e all’essenza del momentaneo. Il linguaggio visivo polisemico di Guidi dialoga con l’unicità complessiva di paesaggi e oggetti che riflettono intuizioni di estensioni simboliche. La mostra Col Tempo 1956-2024 al MAXXI di Roma dialoga con le autoreferenzialità di Guido Guidi che accentuano non solo aspetti inediti della sua opera, ma caratterizzano anche il suo percorso personale, essendo in ultima analisi coerente con l’espressione di una realtà, a fortiori tagliente. Tuttavia, la citazione di stimoli cruciali rivela l’individualità multiforme della prassi di Guidi che, pur essendo un fotografo, interagisce anche con altre forme d’arte che contribuiscono al consolidamento del suo vocabolario personale.

Guido Guidi, “Usine Duval”, 2003, courtesy Galleria 1/unosunove, Roma; “Minerbio”, 2023. C-print a contatto da negativo 20 x 25 cm su carta politenata 24 x 30 cm, courtesy Viasaterna, Milano e MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, © Guido Guidi
Le sue raffigurazioni e le riflessioni sui paesaggi italiani sono in equilibrio tra realismo rappresentativo e concettualismo, combinando l’autenticità dell’espressione con la verità esperienziale. Contemplazione e osservazione costituiscono gli elementi fondamentali per la percezione delle immagini di Guidi. Negli anni Settanta, l’esplorazione e la registrazione di spazi marginali occasionalmente alterati dall’intervento umano, costituisce per Guidi un emblema e un riferimento a storie personali e collettive attraverso cui si appropria dell’essenza del transitorio e del memorabilium che lo ridefiniscono. La narrazione degli aspetti e dei segni dell’architettura contemporanea dall’inizio degli anni Ottanta alla fine del Duemila, avvia per Guidi una consapevolezza di una peculiare fragilità. L’unicità dell’interazione estetica tra paesaggio e architetture e la sequenza di luci e ombre, consente l’imposizione di uno spaziotempo interno e soggettivo.

“Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024”, installation view at MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Le dinamiche delle riflessioni personali e la rappresentazione di paesaggi e punti di riferimento determinano un campo di interrelazione e modifica delle immagini in incidenti silenziosi inter-esperienziali che tracciano la ricezione della testimonianza dell’immagine in una combinazione di oggettività e ingegnosità idiosincratica personale. L’attualità delle immagini di Guidi, che a volte dialogano con frammenti del passato, è individuabile nel concetto di alterazione, che contribuisce alla coltivazione di emozioni dal lato dell’osservatore, ma anche di una sensibilità scaturita dalla percezione dell’effimero, che tuttavia acquisisce una significativa atemporalità.

“Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024”, installation view at MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
La mostra Col tempo 1956-2024 come risultato artistico autonomo costituisce la sintesi di un’opera personale e un’osmosi con il mistero dell’Arte. L’esperienza idiosincratica dei punti raffigurati alla luce di un dialogo continuo, forse catalizzatore e molteplice come il genius loci, è inerente a ogni impressione fotografica di Guidi. Attraverso l’esplorazione, la passione per la registrazione e per il potenziale narrativo come punto di partenza, Guido Guidi emerge come un fervente sostenitore della metamorfosi delle tracce e infine della vita storica, naturale e individuale. L’approfondimento dei termini della realtà, dell’essenza della coscienza interiore e del ruolo multiforme delle transizioni, intensificano la genuinità dello stile che diventa esistenziale, multiforme, sconfinato e reale.
Nektarianna Saliverou
Info:
Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024
13/12/2024 – 20/04/2025
a cura di Simona Antonacci, Pippo Ciorra, Antonello Frongia
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni, 4a – Roma
www.maxxi.art

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