Nello stratificato e complesso scenario di Reggiane Parco Innovazione, Reggio Emilia, si assiste alla prima tappa del progetto Danze dell’Utopia, che presenta in anteprima l’opera SANTA, 2025, progetto site-specific emerso da sinergie trasversali tra danza, arte e architettura al fine valorizzare il sito in termini di rigenerazione urbana. Ideato da Gigi Cristoforetti con la curatela del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto, da sempre interessato a portare la danza oltre i suoi confini canonici suggerendo nuove politiche della fruizione, il progetto conta sulla curatela artistica e critica di Nicolas Ballario e sulle azioni coreografiche di Lara Guidetti che, pensando alla danza in virtù della possibilità di creare un ponte tra i linguaggi, si pone a confronto con le opere dell’artista Maurizio Cattelan, donate dall’archivio.

Maurizio Cattelan, “Junho”, LEEUM Museum, Seoul, 2023, photo Kim Kyoungtae
SANTA, il cui titolo – nelle parole di Ballario – non ha la pretesa di esaurirsi in un significato o definizione uniche, è un’opera che tocca con sensibilità e sapienza il nervo dell’architettura delle Reggiane per riflettere del futuro della memoria. Infatti, è noto come l’imponente complesso di archeologia industriale che ha storicamente ospitato le Officine Meccaniche Reggiane, rifletta oggi una memoria storica e sociale importante: basti pensare come dalla sua fondazione, nel 1901, la stessa architettura sia divenuta scenario di riforme politiche, economiche e sociali negli anni ʽ50, vedendo l’affermarsi di eccellenze nel campo della meccanica e della meccatronica. È palpabile come queste memorie affettive si proiettino nelle visioni trasversali di SANTA, facendo leva su frangenti di ricerca fuori dal mainstream per riversarsi sul tessuto sociale del luogo.

“SANTA”, 2025, ph Luca Del Pia Santa, courtesy Aterballetto
Secondo questa visione, SANTA ambisce a creare ponti. È un’opera itinerante che, nel creare derive stranianti, si insinua prontamente nella pelle e nel corpo dell’architettura. A incalzare questa esplorazione è il testo-guida del curatore Nicolas Ballario che, alternando registri differenti, immerge lo spettatore in una narrazione storica, sociale e poetica a cui si affiancano sonorità sperimentali importanti elaborate dal sound designer Marcello Gori. È da queste premesse che prende atto il progetto coreutico di SANTA, inserendosi tra le pieghe dell’architettura e incarnando i frammenti di una memoria storica e affettiva. Presto questa narrazione verrà sublimata, alludendo metaforicamente al destino dei musicanti di Brema e assumendo, quindi, un tono favolistico e fantasmagorico. In questo senso, non risulta solo interessante l’approccio sperimentale che si viene a costituire tra danza e architettura facendo leva su presenze/assenze, ma si vuole dare peso a nuove politiche del coinvolgimento in cui la relazione danzatore-fruitore sembra a tratti svanire per riflettere sul concetto di immersività.

“SANTA”, 2025, ph Luca Del Pia Santa, courtesy Aterballetto
Sempre qui si inserisce quel potente contrasto che viene a instaurarsi tra corpo e scultura, movimento e pratiche site-specific: è questo il caso dell’incontro tra la coreografia e l’opera dell’artista, Maurizio Cattelan, che si inserisce nel complesso delle Reggiane con la scultura HOMELESS: Daniel, 2025; Elina, 2025, un’opera scultorea iperrealistica che, presentando la sagoma di un senzatetto (come già accaduto per le versioni precedenti del 1996 e 1998), si traduce in una visione sociale urbana e radicata, acquisendo qui nuove connotazioni artistiche e sociali. Si susseguono azioni che toccano puntualmente l’architettura nel suo vivo, performando uno nuovo spirito di comunità che, mentre risulta attento alle frange del sociale, si vuole al contempo tradurre in una rappresentazione contemporanea, riflettendo sul rapporto tra uomo e macchina attraverso il linguaggio della geometria e dell’astrazione.

“SANTA”, 2025, (in primo piano l’opera “L.O.V.E.” di Maurizio Cattelan). Ph Alice Vacondio, courtesy Aterballetto
Ma il ponte che il progetto SANTA intende suggerire si spinge oltre: la distanza tradizionale tra la quinta scenica e la platea sembra qui azzerarsi per immergersi nella città. È questo il compito delle successive azioni coreografiche urbane a contatto con l’opera scultorea L.O.V.E., 2010, di Cattelan, qui presente con una versione alta 3 metri e trasportata da un’apecar, che, non senza humour, intende sovvertire le logiche del potere in favore di una autonomia di pensiero e di azione. Di ritorno a una quinta teatrale alle Reggiane, la performance SANTA si conclude di fronte allo scorcio dell’opera Untitled, 2001, di Cattelan, celebre scultura già presentata nel 2002 al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, in cui il calco in cera del volto dell’artista irrompe all’improvviso nella scena, emergendo da una voragine che trova radici lontane nel tempo e nella memoria, riflettendo di anacronismi e avanguardia. Uno slittamento di registri e linguaggi contraddistingue SANTA, slittamenti stilistici che, alimentano contrasti e sinergie concettuali stranianti nel toccare il tessuto sociale, narrano del futuro della memoria.
Info:
Dal 12 giugno 2025 | Reggio Emilia – Reggiane Parco Innovazione
Prima tappa del progetto Danze dell’Utopia
Ideato da Gigi Cristoforetti
A cura del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto
Un progetto di Nicolas Ballario con le azioni coreografiche di Lara Guidetti
Con opere di Maurizio Cattelan

È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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