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Il Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino cer...

Il Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino cerca artisti

Museo Nazionale della Montagna

Open call per artisti che lavorano con la fotografia e l’immagine contemporanea indetta dal Museo Nazionale della Montagna a Torino. Selezione di 3/4 artisti.
Deadline candidatura 25 settembre 2019
Premio produzione 8.000 euro (al netto di IVA e contributi previdenziali di legge)
Oggetto Il Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino (di seguito Museomontagna) nell’ambito del progetto iAlp “Musei Alpini Interattivi” procederà all’organizzazione di una mostra multimediale avente come tematica la fotografia di montagna. L’esposizione sarà realizzata sotto la responsabilità scientifica e organizzativa del Museo e con la curatela di Veronica Lisino, conservatore della Fototeca del Museo, e di Giangavino Pazzola, curatore esterno.

A tale fine, il Museomontagna lancia il bando per la selezione di 3/max 4 artisti da invitare a ideare un progetto espositivo inedito da includere all’interno di una mostra multimediale collettiva che, attraverso lo sguardo contemporaneo, valorizzi il ruolo degli archivi fotografici nella produzione di nuova conoscenza.

A partire proprio dallo studio e dalla valorizzazione delle raccolte e dei fondi storici conservati dall’istituzione torinese, infatti, la mostra indagherà le diverse rappresentazioni della montagna nel corso degli anni attraverso l’esplorazione dei suoi stereotipi più classici, nel tentativo di decolonizzare, riscoprire e rileggere l’immaginario montano. Preconcetti non solo paesaggistici dunque, ma anche sociali e culturali, consolidatisi nel tempo grazie all’utilizzo dell’immagine fotografica come strumento di comunicazione sempre più spesso collegata a dinamiche di crescita economica a base turistica e di brand identity. Allo stesso tempo, la mostra sarà una riflessione sullo statuto della fotografia, i suoi usi e significati, dalle prime esplorazioni alpine al giorno d’oggi. In questo senso, tale ricognizione indagherà quali stereotipi sono stati creati, quanti accanto a questi se ne sono aggiunti e quanto essi sono diffusi nella rappresentazione contemporanea.

La mostra sarà realizzata nel maggiore dei due spazi dedicati alle mostre temporanee presso il Museomontagna di Torino a partire da inizio marzo 2020 e rimarrà allestita sino a ottobre 2020.

Il premio produzione per ogni artista è di 8.000 euro e include la progettazione e la realizzazione di un lavoro inedito, l’eventualità di prestito di opere aggiuntive precedentemente realizzate ma pertinenti con il tema in oggetto, la disponibilità a interagire a livello comunicativo per la diffusione del progetto (es. possibili TakeOff o curatela dell’immagine di Instagram per un periodo di tempo concordato) e a confrontarsi con i curatori e il comitato di selezione di questa call per l’allestimento delle proprie opere. I lavori dovranno essere realizzati entro metà febbraio 2020, prima della fase di allestimento e montaggio della mostra. I candidati selezionati saranno supportati nello sviluppo dei loro progetti dai curatori, con cui potranno confrontarsi durante tutto il periodo di ideazione e realizzazione dei propri lavori. La consultazione dell’archivio sarà possibile e supportata per l’intero periodo di sviluppo del progetto. Entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito della selezione, sarà effettuata una prima visita esplorativa agli archivi e, a seguire, entro la medesima scadenza, dovrà essere consegnato il progetto nelle sue linee principali di ideazione e realizzazione. Ai partecipanti selezionati è pertanto chiesto un approfondimento della prima ipotesi di lavoro presentata nella candidatura, per l’approvazione del progetto da parte del comitato di selezione, a cui seguirà la fase di messa a punto definitiva. Sarà criterio preferenziale di selezione la disponibilità a lasciare le opere prodotte, parte di esse, o la documentazione del processo creativo che ne ha portato alla realizzazione, in proprietà al Museo committente, firmate e autenticate, anche in forma di prove d’artista o di esemplari senza vincoli di tiratura. Il Museo intende così perseguire l’attività di incremento e aggiornamento delle proprie collezioni, con particolare attenzione al contemporaneo, in vista anche di un riallestimento futuro dell’esposizione permanente. È intenzione del Museo far circuitare la mostra grazie alle collaborazioni nazionali e internazionali che l’istituzione intrattiene con altri enti e spazi espositivi. A tal fine si richiede ai partecipanti la disponibilità di un comodato gratuito di tutte le opere prodotte per un periodo di 4 anni. L’intero processo sarà restituito per mezzo di una pubblicazione trilingue (italiano, francese e inglese), corredata sia da schede opere sia da testi di approfondimento dei curatori del progetto.

Tema La diffusione massiva delle immagini che riproducono la montagna fondano un’idea – al contempo estetica ed etica – di uno spazio non solo geografico, ma anche economico, sociale e culturale ben definito e – per contrasto – limitato. In una rappresentazione spesso retorica e stereotipata concetti quali autenticità e altezza caratterizzano la montagna, contrapponendola fatalmente, in una visione troppo assolutista e superficiale, alla dimensione urbana, soggetto privilegiato di generi fotografici, quali la street-photography per esempio, che restituiscono di frequente una rappresentazione spaziale e umana del contesto urbano bassa e degradata, adatta agli ultimi e ai reietti. In Simboli della montagna (2017), lo studioso Franco Brevini individua tre stereotipi diffusi sui quali si impernia la rappresentazione della montagna:

a) la “montagna incantata”, uno spazio ancora meravigliosamente suggestivo, corrispondente al diffuso bisogno di ritorno alla natura;
b) la “montagna che cura”, ovvero un territorio che può offrire all’uomo una possibilità di rigenerazione, in linea con lo stereotipo salutista che si è imposto a partire dai primi anni del Novecento; c) la “montagna della conoscenza corporea”, dove le cime diventano un’occasione di sperimentazione personale, nel senso di una piena presenza con il proprio corpo in un ambiente, e di continuo confronto con il limite.

Il ruolo dell’immagine e del linguaggio fotografico è in questo senso determinante, sia per la generazione sia per il consolidamento dei modelli preconfezionati (cfr. gli studi di Marie-Ève Bouillon). E, a sua volta, il preconcetto contribuisce alla definizione stereotipata dell’identità dei luoghi, in maniera così efficace da fornire una rappresentazione capace di sostituirsi a quella reale. Il nostro processo visivo non è più frutto di una selezione originale e soggettiva, ma è la riproduzione di quanto si è preventivamente assimilato.
In virtù di tale riflessione preliminare, si richiede che ogni singola candidatura abbia come pratica o tema di ricerca almeno uno dei seguenti aspetti:
– l’uso degli archivi e le raccolte fotografiche del Museomontagna; – la decolonizzazione dello stereotipo visivo della montagna.
Il primo tema potrà essere declinato sia in un uso dell’archivio come fonte di suggestione e ispirazione orientato alla documentazione di aspetti inesplorati, inediti o sconosciuti oppure come materiale in sé per concepire nuove rappresentazioni. Per quanto riguarda la decolonizzazione dell’immaginario, invece, i progetti presentati potranno impattare sulla rilettura iconografica e morfologica della montagna, sui simboli ricorrenti (animali, architetture, vedute), sulle narrazioni e sui protagonisti che abitano i racconti che in tali luoghi vengono collocati.

Gli estremi geografici dell’indagine artistica (sia che essa venga compiuta sugli archivi sia con nuove produzioni) saranno le Alpi Occidentali, con particolare attenzione all’asse Torino – Monte Bianco – Chamonix, con possibilità di estensione alla zona del Monviso e, proseguendo sull’arco alpino, al Cervino e al Monte Rosa, cercando di individuare i luoghi più rappresentativi per il tema prescelto, in relazione anche ai soggetti presenti nelle collezioni del Museomontagna.

Archivio Fotografico Museomontagna Una selezione ridotta e non esaustiva per tipologia e soggetto del materiale conservato nell’archivio fotografico del Museo si può consultare sul sito del Museomontagna all’indirizzo http://www.museomontagna.org/it/area-documentazione/fototeca.php e sul catalogo online https://caisidoc.cai.it. Per maggiori informazioni sul catalogo CAISiDoc e la sua consultazione è possibile scrivere all’indirizzo PEC progetti.museomontagna@pec.it.
L’archivio fotografico del Museomontagna nasce con le prime donazioni che i soci del Club Alpino Italiano e degli altri club alpini fecero dopo il 1874 al neonato Museo Alpino. Già nel 1898, sulla Guida di Torino, l’autore Emilio Borbonese lo descriveva come dotato di una «ricca collezione di fotografie, riproducenti vedute e costumi delle Alpi». A partire da quelle prime donazioni il Museo incrementò le proprie collezioni fotografiche, diversificandole per tipologie di materiali e soggetti riprodotti, allargandosi dalle Alpi alle cime extraeuropee. Oggi la Fototeca conserva 350.000 fototipi con una cronologia databile dai primi anni Cinquanta dell’Ottocento agli anni Duemila. Un excursus che documenta, con intrecci e rimandi, la storia della fotografia di settore. I soggetti sono documentazione di tutte le principali montagne del mondo, nei loro più eterogenei aspetti. Dalle raccolte primigenie che, secondo la dichiarazione di intenti contenuta nel primo Statuto del Club Alpino, intendeva «far conoscere le montagne, più specialmente italiane, e di agevolarvi le escursioni, le salite e le esplorazioni scientifiche», tra nuove acquisizioni, donazioni e assestamenti di varia natura, le collezioni fotografiche si sono enormemente ampliate, non solo per consistenza, ma anche per contenuto, riflettendo il cambiamento interno al CAI e al Museo, e della concezione stessa della montagna da parte degli enti a essa legati e della società in generale. All’eterogeneità dei soggetti (paesaggi e panorami, spedizioni, mestieri e costumi tradizionali, ritratti, infrastrutture, tecniche di scalata, architettura alpina, vulcanologia, geologia e speleologia, foto di scena da film, ecc.) e alla cronologia così ampia corrisponde una ricca raccolta di materiali fotografici differenti per tecniche e supporti. Infine, tra le ultime acquisizioni, la donazione dell’Archivio dell’alpinista Walter Bonatti, in cui, oltre a corrispondenza, ritagli di giornali, diari, attrezzatura alpinistica etc., sono comprese poco meno di 200.000 fotografie tra stampe, negativi, provini e diapositive.

Candidature

La candidatura dovrà essere inoltrata entro e non oltre le ore 12,00 (ora di Torino) del 25 settembre 2019, pena la non considerazione della stessa, al seguente indirizzo PEC: progetti.museomontagna@pec.it o all’indirizzo postale Piazzale Monte dei Cappuccini, 7 – 10131 Torino (TO) Italia c/o uffici amministrativi nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 15.30. La busta/e-mail dovrà contenere la seguente documentazione: – un curriculum vitae aggiornato, comprensivo di autorizzazione sottoscritta al trattamento dei dati personali (d.lgs. 196/2003, GDPR UE 2016/679); – un portfolio aggiornato con una selezione di massimo 10 lavori (peso max 10 MB). Sarà motivo di attenzione che i lavori presentati considerino almeno uno dei seguenti aspetti: a) rappresentazione della montagna come oggetto indagato nel progetto; b) archivio come materiale di lavoro o come stimolo alla creazione; – un artistic statement che racconti sia i temi di ricerca dell’autore sia un’ipotesi di lavoro per il bando in oggetto; – una dichiarazione firmata della disponibilità o meno a lasciare le opere prodotte, parte di esse, o la documentazione del processo creativo che ne ha portato alla realizzazione, in proprietà al Museo committente, firmate e autenticate, anche in forma di prove d’artista o di esemplari senza vincoli di tiratura.

Modalità Il comitato di selezione sarà composto da una commissione interna al Museo e dai curatori della mostra. Le candidature verranno considerate secondo la seguente griglia di valutazione: – max 25 punti per il curriculum vitae; – max 25 punti per il portfolio; – max 25 punti per l’artistic statement; – max 25 punti per la dichiarazione relativa alla cessione opere.

L’esito della selezione sarà comunicato a tutti i partecipanti il 2 ottobre 2019.

Cover image: WK [Wehrli AG Kilchberg], Riffelalp u. Matterhorn, 1905, fotocromia


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