READING

In conversazione con Sandra e Giancarlo Bonollo

In conversazione con Sandra e Giancarlo Bonollo

La Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per l’arte contemporanea nasce nel 2023 come istituzione no profit con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea e i nuovi linguaggi artistici emergenti. Dopo oltre trent’anni di collezionismo appassionato dal respiro internazionale, i fondatori, Giancarlo Bonollo e Sandra Dal Santo, hanno deciso di condividere la loro esperienza con l’intento di creare un polo espositivo di riferimento per l’arte contemporanea internazionale, grazie alla proposta di artisti di spessore che si distinguono per un linguaggio estetico innovativo.

Sandra e Gianfranco Bonollo, photo credit: Giovanni Canova, courtesy Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo

Sandra e Gianfranco Bonollo, photo credit: Giovanni Canova, courtesy Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo

Francesca Liggieri: Volevo fare capire chi siete senza presentarvi io: vi potreste descrivere con il titolo di un’opera d’arte?
Sandra Bonollo: Difficile risposta. Se penso alle opere della collezione, penso che mi descriverei con Untitled. Comunque mi piace tantissimo il titolo della mostra in corso di Nino Kapanadze, Rendezvous, nella sede della fondazione a Thiene, che è anche il titolo di alcune delle opere esposte.
Giancarlo Bonollo: Io invece penserei al titolo dell’opera di Paul Chan che abbiamo attualmente in mostra: Light perché le opere d’arte che mi circondano per me sono luce.

Cosa vi ha spinto ad avviare la fondazione che porta il vostro nome e quale missione volete perseguire attraverso di essa?
Sandra Bonollo: L’idea di istituire una fondazione è nata alcuni anni fa. L’abbiamo maturata assieme, con un duplice obiettivo. Il primo è aprire la nostra collezione al pubblico, mostrare soprattutto installazioni, video e opere adatte a uno spazio grande, magari prestate ed esposte in precedenza in musei o istituzioni anche internazionali e che difficilmente trovano un posto nello spazio di casa nostra. Il secondo è promuovere artisti giovani ed emergenti.

Cecilia De Nisco, “Stavo cercando il tuo cuore lì dentro ma ho trovato solo latte”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo Photo Credit: Giovanni Canova

Cecilia De Nisco, “Stavo cercando il tuo cuore lì dentro ma ho trovato solo latte”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova, courtesy Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo

Come scegliete le opere da acquisire per la vostra collezione? Ci sono criteri particolari che seguite?
Sandra Bonollo: La scelta delle opere inizia da una ricerca continua, per mio marito quasi quotidiana. La visita di gallerie, fiere, mostre, studio di artisti è fondamentale. Io affianco Giancarlo, ma nella maggior parte dei casi è lui a individuare l’artista e l’opera da aggiungere in collezione.
Giancarlo Bonollo: Studio molto le proposte delle gallerie di tutto il mondo ed è entusiasmante quando trovo opere e artisti con nuovi linguaggi. Talvolta non è immediato capirlo, quindi ci vuole un po’ di tempo prima di scegliere.

Qual è il vostro processo creativo nel selezionare gli artisti per le mostre organizzate dalla fondazione?
Giancarlo Bonollo: Il nostro obiettivo è presentare nello spazio della fondazione artisti giovani, innovativi e che non sono stati ancora proposti in istituzioni e gallerie italiane.

Nino Kapanadze, “Rendezvous”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova

Nino Kapanadze, “Rendezvous”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova, courtesy Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo

C’è un’opera della vostra collezione a cui siete particolarmente legati? Se sì, quale e perché?
Sandra Bonollo: Anche questa è una domanda difficile. Tra le opere che abbiamo in casa da diversi anni io ho un particolare legame con un dipinto di Laura Owens, Untitled. Si tratta di una figura femminile, stravagante, in bilico, sembra danzare, è un quadro tutto al femminile, mi ricorda molto Matisse.
Giancarlo Bonollo: Personalmente sono molto legato a un’opera fotografica di Nan Goldin. È stato il secondo pezzo della collezione che ho acquistato, da White Cube, allora una piccola galleria, più di venticinque anni fa.

Quali sono i principali cambiamenti che avete osservato nel panorama dell’arte contemporanea negli ultimi anni?
Sandra Bonollo: Io ho osservato sia la prevalenza della pittura sulle altre tecniche artistiche e sia la prevalenza di certi temi, ad esempio, quello dell’identità in tutti i suoi aspetti. Per quanto riguarda tutto il panorama, specialmente quello relativo al mercato e ai nuovi artisti, lascio che sia Giancarlo a completare la risposta.
Giancarlo Bonollo: Negli ultimi anni per un collezionista è difficile scegliere e bisogna essere molto cauti perché c’è moltissima offerta nel mercato dell’arte contemporanea e non sempre di qualità. Il mercato rispetto a una decina di anni fa si è molto espanso, non è più di nicchia. Inoltre, ci sembra ci siano molte proposte puramente speculative.

Emily Kraus, “444 Days”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova

Emily Kraus, “444 Days”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova, courtesy Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo

In che modo la Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo intende favorire il dialogo tra gli artisti e il pubblico?
Sandra Bonollo: Importante per me è la presenza dell’artista all’opening. È un momento di incontro e di conoscenza diretta con l’artista. Poi, fondamentale è la comunicazione, soprattutto digitale. Anche la presentazione e spiegazione del lavoro dell’artista tramite visita guidata può favorire l’approccio da parte del pubblico (specialmente locale) con l’arte contemporanea. Aggiungo inoltre il fatto che quasi tutti gli artisti che finora hanno inaugurato una mostra personale in fondazione hanno  ideanto opere site-specific, è questa è anche  una forma di dialogo con il visitatore.

Quali sono le sfide principali che avete affrontato nella creazione e gestione della fondazione?
Sandra Bonollo: Non abbiamo avuto particolari problemi nella creazione della fondazione. Per la ex chiesetta e lo spazio che abbiamo restaurato, non abbiamo incontrato difficoltà a nessun livello, anzi devo dire che con l’amministrazione comunale di Thiene che ci ha concesso lo spazio abbiamo avuto un rapporto positivo e collaborativo. La gestione dell’attività espositiva della fondazione è un po’ avventurosa, impariamo molto strada facendo, ogni mostra ci insegna qualcosa di nuovo, soprattutto per quello che riguarda gli aspetti logistici e il dialogo con curatori, artisti e galleristi.

Chiara Enzo, “Fragments of Reality”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova

Chiara Enzo, “Fragments of Reality”, installation view at Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo, photo credit: Giovanni Canova, courtesy Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo

Che consiglio dareste ai collezionisti e agli artisti emergenti che desiderano fare il loro ingresso nel mondo dell’arte contemporanea?
Giancarlo Bonollo: Per quanto riguarda i collezionisti, il consiglio che darei è di vedere non tanto le fiere (selezionando solo le più importanti come Basilea) ma visitare le mostre nelle gallerie e nelle istituzioni pubbliche. Con questo intendo non solo quelle italiane ma anche in Gran Bretagna Francia, Germania e Belgio, se ci limitiamo all’Europa. Per quanto riguarda gli artisti, vale lo stesso consiglio e inoltre suggerirei di fare delle residenze all’estero.

Info:

www.fondazionebonollo.com


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.