Fino al 14 marzo 2025 sarà possibile visitare Evo oblïato, mostra di Francesca Romana Cicia ed Eirene presso la project room di Spazio Iris a Spoltore (PE), studio gestito dall’artista Maura Prosperi, direttrice del progetto “NATURALE”, all’interno del quale la mostra si inserisce. A cura di Laura Catini, l’esposizione viene dedicata a Lucia Spadano, scomparsa la notte del 22 febbraio 2024, critica d’arte e co-fondatrice, con Umberto Sala, della rivista Segno, nella Pescara del 1976.

Francesca Romana Cicia, “Come una conchiglia nel bosco”, 2024, (dettaglio), cristalline e smalti su ceramica, dimensioni variabili. Ph. Francesca Pascarelli
Il percorso è caratterizzato da un allestimento non convenzionale, che coinvolge lo spazio verticalmente e orizzontalmente, attraverso gli interventi di natura installativa delle due artiste. Non è un caso che ciò avvenga all’interno di un contesto espositivo legato al grande tema del tempo. Il tempo come una collana di perle o una melodia, il tempo della scienza e della coscienza, per usare le immagini e le parole e del filosofo Bergson, il tempo che si determina nell’essere, tra relatività e finitezza. Nella semioscurità dell’ambiente, l’opera di Francesca Romana Cicia, titolata “Come una conchiglia nel bosco” (2024) si configura come la “linea verticale” del progetto, sia sul piano semantico sia su quello pragmatico. Difatti, l’installazione coinvolge il soffitto e il pavimento della project room, scardinando così lo spazio potenzialmente disciplinante del white cube, in favore di un procedimento che segue moti e inclinazioni interiori. Rivolgendo lo sguardo verso l’alto, tre opere in ceramica, di grandezze diverse, sfidano la gravità; sono forme vegetali, verosimili, sui toni del blu ciano – in accordo con quella che è la cifra stilistica di Cicia – che potrebbero abitare ecosistemi tanto marini quanto terrestri. Sono come anemoni del ricordo e, in quanto tali, la loro natura non conosce categorizzazioni. Orientando l’occhio verso il basso, si intravedono dei frammenti in ceramica simili a dei petali, che vanno a innescare nel fruitore una relazione di senso, tra il cielo, “luogo” dell’ineffabilità spirituale, e la terra, luogo dei mortali, concretamente richiamata nello spazio dalla presenza del materiale inorganico, cosparso per tutta l’area espositiva.

Eirene, “Outer Spaces”, 2024, tecnica mista, dimensioni variabili, installation view at Spazio Iris, Spoltore (PE), 2025. Ph. Francesca Pascarelli
Il percorso continua in orizzontale con il lavoro di Eirene dal titolo “Outer Spaces” (2024). L’ambiguità percettiva persiste, questa volta attraverso una costellazione di gusci d’uovo che, in maniera rizomatica, si disperdono sulle superfici bianche dell’ambiente. Tali “spazi esterni” si manifestano nelle cavità dell’uovo, in quell’involucro che storicamente è simbolo ed enigma di nascita e vita; sono stralci di cosmo, echi di galassie, altri sistemi solari. Il tutto allestito nell’atmosfera semibuia, che in alcuni punti fa emergere lo spazio siderale, mentre in altri lo fa eclissare, e che va a creare un gioco di ombre, come naturale espansione dell’universo con i suoi infiniti mondi. In questa chiave interpretativa, il tempo non lascia spazio a parole quali “passato”, “presente”, “futuro”, ricordandoci la convenzionalità della periodizzazione, da cui, come scrive la curatrice Laura Catini «si deduce che l’evo, come ciascuno dei periodi della storia individuati nel lungo periodo di tempo, durante cui si effettua l’affermazione e lo sviluppo di determinati elementi di civiltà e di cultura, è rappresentazione astratta che l’uomo ha designato per creare dei paradigmi mentali e, conseguentemente, meglio imprimere il senso di appartenenza alla vita, come reazione all’oblio».
Valeria De Siero
Info:
Francesca Romana Cicia | Eirene. Evo oblïato
a cura di Laura Catini
22/02/2025 – 14/03/2025
Spazio Iris
Via G. Fonzi, 38 – Spoltore (PE)
www.mauraprosperi.com

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