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Le geometrie esistenziali di Michele Attianese

Le geometrie esistenziali di Michele Attianese

Il rumore bianco contiene tutte le frequenze dello spettro del suono udibile, in egual misura; è caratterizzato da un’ampiezza costante delle frequenze e dall’assenza di periodicità nel tempo. Un “rumore” che maschera gli altri rumori; una coperta di suoni che assorbe le altre onde sonore evitando che esse vengano percepite a livello celebrale, attivando una reazione. Rumore bianco è anche il titolo della mostra di Michele Attianese, curata da Rita Alessandra Fusco, presso la galleria Centometriquadri Arte Contemporanea di Santa Maria Capua Vetere (CE).

Michele Attianese, “Casa degli spiriti”, 2025, olio su legno, cm 20 x 30. Ph courtesy l’Artista

Michele Attianese, “Casa degli spiriti”, 2025, olio su legno, cm 20 x 30. Ph courtesy l’Artista

Attianese procede per addizioni e per sottrazioni: aggiunge dettagli, elimina orpelli; i suoi lavori non appesantiscono la vista, sono caratterizzati da una leggerezza compositiva alla quale, tuttavia, non corrisponde un’altrettanta leggerezza di contenuto e significato. È l’incontro con l’inaspettato che contribuisce a rafforzare il senso della rappresentazione e a riportare lo spettatore nel mondo dell’artista: precise linee bianche che si sovrappongono a quelle della raffigurazione, piccoli tocchi di colore giallo che sembrano far emergere una luce dal grigiore delle scene rappresentate. La scala di grigi: altra caratteristica del lavoro di Michele Attianese che raramente concede spazio alla cromaticità. Del resto, il bianco, il nero e il grigio sono i colori sapientemente scelti da Picasso per la sua Guernica, per rafforzarne il senso di distruzione e dolore derivante, in questo caso, dal conflitto bellico. Anche Attianese riflette sui drammi della società contemporanea: solitudine, patriarcato, senso di smarrimento, ingerenza dei mass media, emergono con forza; le sue figure sembrano sospese in un tempo e in uno spazio mai ben definito; non agiscono su uno sfondo, non si muovono in un contesto, potrebbero essere ovunque e, al tempo stesso, in nessun luogo.

Michele Attianese, “Protection”, 2025, olio su legno, cm 40 x 50. Ph courtesy l’Artista

Michele Attianese, “Protection”, 2025, olio su legno, cm 40 x 50. Ph courtesy l’Artista

Sembrano storie e figure uscite dai romanzi di Don DeLillo; da uno in particolar modo il cui titolo è lo stesso della mostra: Rumore bianco pubblicato dallo scrittore americano nel 1985; un romanzo che esplora le criticità della seconda metà del ventesimo secolo, dal consumismo, alla saturazione mediatica, dall’intellettualismo spicciolo, alle questioni familiari, dalla paranoia alla violenza.  Michele Attianese ha esposto, dunque, le ansie del nostro tempo e lo ha fatto senza alcuna concessione retorica lasciando allo spettatore il compito di penetrare quelle storie dipinte e farle vivere nello spazio del vissuto quotidiano.

Michele Attianese, “Composition”, 2025, legno, fibra di vetro, cartone, metallo, cm 100 x 30 x 90; “Rumore bianco”, 2025, olio e acrilico su tela, cm 145 x 95. Ph courtesy l’Artista

Michele Attianese, “Composition”, 2025, legno, fibra di vetro, cartone, metallo, cm 100 x 30 x 90; “Rumore bianco”, 2025, olio e acrilico su tela, cm 145 x 95. Ph courtesy l’Artista

Quella allestita presso la Centometriquadri Arte Contemporanea è una mostra pensata, matura, sincera che ripercorre alcune tappe dell’esperienza artistica e creativa di Attianese aggiungendo ulteriori tasselli allo sviluppo della sua ricerca. La bidimensionalità dello spazio quadro sembra, infatti, non bastare più all’artista che fa esplodere i suoi neri nello spazio per mostrarci che, in realtà, essi sono pieni di colore e che quello che percepiamo del piano dipinto è solamente lo strato più superficiale. La verità, sembra dirci l’artista, è nelle trame dell’apparenza, è l’invisibile che si trova nel visibile, è il rendere visibile di cui ha scritto Paul Klee. La profondità delle cose non è nella lontananza, come l’avevano immaginata e costruita i grandi prospettici del Rinascimento; come osserva il signor Palomar nell’omonimo romanzo di Italo Calvino “Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto”. Michele Attianese sta cercando quel che c’è sotto.

Luca Palermo

Info:

Michele Attianese, Rumore bianco
a cura di Rita Alessandra Fusco
10/05 – 5/06/2025
Centometriquadri arte contemporanea
Via C. Sant’Agata 14
Santa Maria Capua Vetere (CE)
www.facebook.com


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