Liu Ruowang al Dodo Art Museum

Il Dodo Art Museum di Pechino è stato aperto nel 2017. Il Museo, situato nella parte Nordest della città, nel quartiere di Xiedao Resort, ha a disposizione un’area verde di circa 12.000 mq ed è dotato di 1800 mq di spazio espositivo. Il Dodo Art Museum di Pechino è stato fondato dall’artista Liu Ruowang ed è la prima organizzazione no-profit in Cina a occuparsi arte e di educazione ambientale ed ecologica.

Il 23 gennaio, al Dodo Art Museum, si è inaugurata la mostra “Coping with Covid-19”, con opere di Liu Ruowang incentrate sul tema di un’armoniosa convivenza tra gli esseri umani e le altre creature della Terra. L’iniziativa è parte di una serie di mostre itineranti di Liu Ruowang su arte e protezione ambientale ed è stata co- curata da Li Wenru, ex vicedirettore del Palace Museum, dall’artista italiano Jacopo Della Ragione e da Wang Zhenlin. La mostra è stata organizzata con il supporto accademico di Parkview Green Art, un’organizzazione no- profit che appartiene al dipartimento di Arte e Cultura del Parkview Group e che ha come obiettivo quello di promuovere scambi artistici e culturali tra Oriente e Occidente attraverso la collaborazione con diverse istituzioni in Cina e all’estero.

In realtà, un’anticipazione di questa mostra (in particolare l’installazione “Wolves Coming”) era stata già proposta a Napoli in piazza del Municipio, da novembre 2019 a giugno 2020, per approdare poi a luglio del 2020 a Firenze in piazza SS. Annunziata e piazza Pitti, ed essere in seguito presentata a Yukou International Art Zone e a Yang Gao, Datong, nella provincia dello Shanxi.

Queste iniziative, così consequenziali e articolate, testimoniano l’attitudine e la determinazione dell’artista nel voler affrontare le questioni legate alla natura e all’ecologia,  utilizzando interventi di arte pubblica o di sculture disseminate nello spazio urbano per sensibilizzare sull’importanza della protezione ambientale, suggerendo che tutti noi dobbiamo essere uniti per superare una crisi globale determinata anche dalla sovrappopolazione e dalla penuria di materie prime, così come tutti noi dobbiamo essere parte della dimensione collettiva che condivide lo stesso destino.

Con la mostra “Coping with Covid-19” l’artista inneggia a un mondo liberato dalla pandemia, evitando allo stesso tempo qualsiasi rappresentazione di personaggi eroici o tragici. La narrazione è ovviamente basata su una corda rigidamente figurativa, quasi trasformando i postulati del realismo socialista con la necessità senz’altro di indicare un futuro possibile, ma senza retorica e suggerendo quindi un messaggio universale.

Il quadro concettuale di questa mostra riflette la volontà di riaffermare la centralità del ruolo dell’artista nell’affrontare le problematiche legate alla società contemporanea, come la reazione all’indifferenza e al nichilismo, e la fragilità che in definitiva caratterizza la vita dell’uomo sul pianeta Terra. In definitiva, attraverso le sue opere, l’artista suggerisce che la piaga della pandemia che imperversa in tutto il mondo può essere vista come la reazione della natura contro l’umanità, minando così l’illusione dell’onnipotenza umana e sostenendo una visione del mondo post-antropocentrica.

Le opere d’arte esposte al chiuso comprendono dipinti ad olio, sculture e installazioni. Il centro della sala espositiva è occupato da serpenti giganti, pipistrelli, lucernari e luci rosse. Il serpente e lo scettro, simboli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresentano metaforicamente il potere della medicina di controllare la pandemia, ma anche la stessa impotenza sperimentata dagli scienziati che tentano di affrontarla, anche in vista delle fin troppo numerose mutazioni del virus. Innumerevoli paia di occhi contemplano questa condizione di confusione, perché tutti nel mondo stanno vivendo l’esperienza di questa sofferenza: sessanta occhi di cinesi e venti di stranieri esprimono questa straordinaria “percezione” che accomuna tutte le persone.

Inoltre, quasi trecento sculture sono esposte nello spazio esterno del museo. Queste opere sono state realizzate da Liu Ruowang negli ultimi dieci anni. Con l’eccezione della prima serie “The People and Heaven”, la maggior parte di queste sculture rappresentano immagini di animali per affrontare le questioni legate al rapporto tra gli esseri umani e la natura che ci circonda.

Le linee “ideologiche” che guideranno il completamento del Dodo International Sculpture Park ruoteranno sempre attorno al tema dell’ecologia e del rispetto per l’ambiente; perciò nel corso degli anni il Parco accoglierà in pianta stabile opere di artisti locali e internazionali, tutti impegnati nella causa della consapevolezza ecologica.

Luigi D’Alessandro

Info:

Liu Ruowang. “Coping with Covid-19”
dal 23 gennaio 2021
Dodo Art Museum
Xiedao Resort
100018 Beijing
China
rw@rwfineart.com

L’artista Liu Rowang in posa davanti all’opera 2020’s World (olio su tela del 2020)

Liu Rowang, 2020’s World, 2020, olio su tela, 100 x 120 cm

Liu Rowang, Wolves Coming, 2008-2010, vista dell’installazione realizzata a Firenze nel 2020, corten steel, dimensioni variabili

Liu Rowang, Wolves Coming, 2008-2010, vista dell’installazione al Dodo Art Museum, China, corten steel, dimensioni variabili

Liu Rowang, Living Things, 2020, vista della mostra al Dodo Art Museum, China, origami, fiberglas, misure ambientali, 700 x 600 x 600 cm


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