Mandana Kasraei. L’immagine labile

In fisica il principio di indeterminazione di Heisenberg, fondamento della meccanica quantistica, spiega come sia impossibile determinare con esattezza una quantità osservabile senza alterare il valore di altre quantità limitrofe: quanto più si determina la posizione di una particella, tanto più sarà imprecisa la simultanea determinazione della sua quantità di moto. In ambito umanistico e filosofico questa intuizione è stata applicata a una congenita mancanza di precisione o di decisione, rilevabile sul piano dei concetti o dei giudizi, che genera una condizione esistenziale incerta e un’identità liquida, entrambe caratteristiche tipiche della nostra contemporaneità. Nell’era della moltiplicazione delle immagini digitali tutto appare più evanescente: i ricordi si offuscano e si confondono con una miriade di sollecitazioni visive virtuali che insidiano le nostre impressioni, le radici culturali vengono divelte dal continuo e rapido cambiamento globale, il concetto stesso di realtà diventa sempre più labile e il nostro posto nel mondo è solo un provvisorio aggregarsi di casualità. Se la transizione appare come uno status quo generalizzato e inoppugnabile, è sempre più difficile riconoscersi in un ruolo, in un ambiente o in una relazione e le nostre vite si dissolvono in una multiforme esplosione di sollecitazioni che si depositano nelle nostre coscienze come immagini frammentarie e indistinte.

Lo spaesamento dell’uomo contemporaneo è al centro della pittura di Mandana Kasraei (1974, Borujerd, Iran), pittrice iraniana selezionata nel 2012 per la sesta edizione del Fadjr International Festival of Visual Arts, i cui lavori sono stati esposti in numerose mostre collettive e personali. Particolarmente significativa in questo senso è la serie di dipinti intitolata 11 nights in Rig-e Jenn, scaturita come folgorazione nel corso dei suoi studi sulla vasta area di dune di sabbia e paludi di sale, altrimenti nota come “il triangolo delle Bermuda dell’Iran”, situata nel cuore del Dasht-e Kavir, il deserto centrale nella regione di confine tra le province di Semnan e Isfahan. Il Rig-e Jenn è uno dei luoghi più difficili da percorrere al mondo, evitato dagli antichi viaggiatori che credevano fosse un posto abitato da spiriti malvagi: è nel bel mezzo del nulla e l’unico modo per accedervi è attraversare terreni accidentati senza strade e senza copertura telefonica. Affascinata dalle astratte geometrie di questo paesaggio estremo, incessantemente rimodellato dal vento che cancella ogni punto di riferimento, l’artista ne rielabora le suggestioni visive come metafora tangibile del senso di estraneità che pervade gli esseri umani in relazione alle loro vite.

La sensazione di essere sospesi in un luogo eterogeneo e in un tempo indeterminato, l’opposto del “qui e ora” a cui solitamente si associa la pienezza esistenziale deriva da un indefinibile senso di perdita della propria centralità e dall’impossibilità di riconoscersi in ciò che si fa o che si è. Per restituire questa sensazione sulla tela Mandana Kasraei dipinge immagini di dune sabbiose da cui emergono rocce aspre appena abbozzate, stagliate contro cieli densi e respingenti. Il paesaggio, approssimativo e inospitale come il deserto che sintetizza, funziona come una quinta teatrale di fronte alla quale si presentano gruppi di personaggi che appaiono artificialmente bloccati in pose statiche, come se il loro movimento fosse stato congelato in una sorta di Polaroid mentale che li colloca in uno spazio psichico ibrido tra il ricordo sbiadito e l’invenzione. Anche la loro esistenza infatti, parzialmente negata da spatolate di colore che erodono i contorni di ogni figura rendendola incerta e tremolante, appare indecisa come lo sfondo che enfatizza l’incongruenza dei loro gesti con il contesto che li ospita.

Questo paradosso visivo rispecchia il conflitto acutamente percepito dall’artista tra le persone che la circondano e le loro posizioni sociali e traduce lo smarrimento che ne deriva in una pittura ambiguamente allineata al confine tra realismo e dall’astrazione. La pittura appare consunta come una vecchia fotografia in cui l’impercettibile lavorio del tempo e della luce abbia rielaborato autonomamente l’immagine allontanandola progressivamente dal suo referente reale per proiettarla nel regno umbratile della visione e del ricordo. Quest’indeterminatezza è particolarmente evidente negli pseudo-ritratti di donna che completano la serie: anche se formalmente inquadrati a distanza ravvicinata, appaiono affievoliti e vaghi come se il colore fosse stato rimosso da una lenta corrosione naturale e la pelle della pittura fosse rimasta esposta al sole e al vento del deserto diventando essa stessa sabbia solcata da onde e insenature. È pressoché impossibile distinguere i connotati dei soggetti raffigurati ma proprio questa loro intrinseca incertezza li rende veri e indifesi, inermi nei confronti delle intemperie della vita.

Alcuni dipinti ritraggono scene di vita quotidiana in ambientazioni contemporanee appena abbozzate, ma anche qui, nonostante l’apparente congruità dello sfondo con le azioni dei personaggi ritratti, l’atmosfera appare sospesa e impenetrabile, come se l’immagine avesse assorbito, ancora una volta, l’immenso mistero del Rig-e Jenn che trapela dalle fenditure dello strato pittorico espandendosi in superficie. Le sagome umane, travolte dalla sua forza imperscrutabile, appaiono evanescenti e spaesate come lo spettatore che comprende all’improvviso di essere una di loro e si ritrova a guardare dall’esterno la labilità delle proprie occupazioni abituali. La pittura di Mandana Kasraei esprime la consapevolezza che l’essere umano è un granello di sabbia disperso nella solitudine del deserto, ma (e qui sta la sua potenza) questa visione non vuole generare recriminazioni o rimpianti, ma la fiduciosa attesa che il vento ci possa alzare in volo verso nuovi orizzonti in cui potremo ricomporre liberamente il nostro io frammentato.

Info:

www.mandanakasraei.com

Mandana KasraeiMandana Kasraei, Untitled. Painting, Oil Color, 2019

Mandana Kasraei, Untitled. Painting, Oil Color, 2019

Mandana Kasraei, Untitled. Painting, Mixed Media, 2017

Mandana Kasraei, Untitled. Painting, Oil Color, 2012


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