Míles. Sentomologia

Immaginiamo di addentrarci in un enigmatico mondo sottovuoto, dove il silenzio è un volume luminoso e il pensiero si dissolve in libere concatenazioni inventive. Immaginiamo un mondo biologico osservato attraverso una lente di ingrandimento da entomologo, in cui le forme ci sogguardano sospettose, oppure nemmeno ci vedono, intente come sono a sbranarsi a vicenda.

Míles, "Senza titolo", 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Míles, “Senza titolo”, 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Ma forse non è nemmeno così, stanno solo proliferando l’una dall’altra pur rimanendo estranee. Sono queste le prime impressioni che arrivano osservando un disegno dello street artist Míles, a distanza di due anni di nuovo protagonista alla galleria Portanova 12 di Bologna di una nuova personale, intitolata Sentomologia. La mostra riunisce una serie di lavori su carta recentissimi, realizzati negli ultimi quattro mesi, ed è preceduta da un’anticamera in cui si susseguono alcuni disegni esposti nel 2022 in Esopo – Istinto Indistinto, progetto che traeva il proprio nucleo originario da cinque illustrazioni ispirate ad altrettante favole di Esopo, in cui le storie di uomini e animali in lotta per la sopravvivenza venivano sintetizzate in figurazioni dense di energia psichica. In quella serie comparivano monolitiche sculture di segni di grafite che, tentando di sopraffarsi a vicenda, finivano per compenetrarsi in nuove creature ibride, saldamente interconnesse nella loro apparente incoerenza.

Míles, "Senza titolo", 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Míles, “Senza titolo”, 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Il progetto attuale prosegue questo filone di ricerca incentrato sulla fusione (incredibile ma resa inoppugnabile dalla qualità del disegno) di entità distinte, provenienti soprattutto dall’universo zoomorfo e antropomorfo. Anche il titolo scelto è un ibrido, che rimanda da un lato alla necessità dell’artista di assimilare le sue sensazioni per restituirle come immagine, dall’altro al concetto di metamorfosi di cui gli insetti sono incarnazione paradigmatica, scelto come deliberata matrice di visoni. Introduce la rassegna, dunque, il pezzo più pregiato di questa serie, un disegno raffigurante una sorta di scarafaggio eretto e rivolto verso l’osservatore con una testa forata simile a un riccio di mare e le zampe impigliate in un dedalo di rovi arteriosi e venosi, sullo sfondo di un’indistinta palude acquerellata grigio-verde. Vediamo subito come Míles sia un funambolo della penna e della matita, sfidate da una volontà allucinata a inseguire visioni veloci come folgorazioni e potenzialmente infinite nel loro sobbollire. In questo disegno si vede lo spessore dell’inchiostro, che luccica se illuminato proprio come i corpi di certi insetti al sole, ma anche il virtuosismo esecutivo di sostenere fin nel dettaglio le molteplici direzioni del suo inarrestabile flusso immaginifico interiore. Una continua metamorfosi alimenta, dunque, qui la sua vena poetica ed estetica, una forza attraverso la quale l’artista modella potenti assemblaggi di dettagli anatomici di animali, umani e vegetali, folli nel loro essere del tutto credibili nel passaggio tra un particolare e un altro, ma assurdi nell’insieme.

Míles, "Senza titolo", 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Míles, “Senza titolo”, 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Ciò che conferisce unità al soggetto è, infatti, non la logica biologica della creatura evocata, ma l’armonia plastica delle forme e dei colori. Non tutte le opere della sequenza in mostra nella sala principale, quindi, hanno come soggetti degli insetti, ma ciascuno di questi ibridi, anche se non di origine entomologica, sembra possedere la medesima prolificità metamorfica degli insetti. Gli arti si allungano e si intrecciano come radici, terminando in mani e piedi sovra o sotto dimensionati, che talvolta ghermiscono teste, zampe, lingue o denti. Non c’è più nessun confine tra corpo e corpo, né tra fisicità e psiche, eppure quest’immaginario contorto di demoni enigmatici ha delle logiche interne stringenti benché fondate sull’ossimorica ostinazione a trovare la continuità nella frammentazione.

Míles, "Senza titolo", 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Míles, “Senza titolo”, 2024, tecnica mista su carta, 21 x 29,7 cm, courtesy Portanova 12

Un discorso in qualche modo analogo si può fare anche per il suo stile, nutrito da studi accademici in Italia e da un periodo trascorso in Giappone, ma anche da fonti letterarie, cinematografiche e fumettistiche: così variegate sono le suggestioni stilistiche da lui fatte convergere nel suo segno, con alterne prevalenze e giustapposizioni oppure fusioni alchemiche a seconda del soggetto. La testa, in effetti, è attraversata da molte sollecitazioni simultanee e le visioni mentali in cui si concretizzano sono diverse nelle varie culture, in un ulteriore gioco di moltiplicazione: quello dell’artista è un lavoro di assimilazione, decostruzione, cucitura, ricostruzione e rilascio, attraverso il quale le immagini che gli arrivano si depositano morbosamente vive sulla carta in una fitta parata di entità sovrumane. A conclusione del percorso di visita, ci accompagna fuori dalla densa dimensione introspettiva dei disegni l’intervento ambientale performativo su tela che, come di consueto, Portanova 12 chiede agli artisti invitati nella sua sede come libero territorio di sperimentazione e ricerca. Di decisa ispirazione giapponese, mostra un grande volto manga emergere dai sui stessi capelli blu che, ampliandosi come pattern geometrici sullo sfondo bianco, vengono bucati da lucidi e inspiegabili occhi animali.

Info:

Míles. Sentomologia
6/02/2025 – 22/03/2025
Portanova 12
Via Portanova 12 Bologna
www.instagram.com/portanova12bologna/


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