Si è aperto al pubblico di recente un nuovo museo a Ravenna: Palazzo Guiccioli è un complesso di 2.220 metri quadrati che ospita il Museo Byron e il Museo del Risorgimento. Si tratta di un palazzo risalente alla fine del XVI secolo, appartenente alla famiglia Osio e passato nel 1802 al conte Alessandro Guiccioli, celebre personaggio ravennate. In questo Palazzo, che è stato acquistato e restaurato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, si snodano due percorsi ottocenteschi, molto importanti per la storia della città.
Il Museo Byron, il primo in Italia, racconta la produzione letteraria del poeta George Gordon Byron e il suo soggiorno accanto a Teresa Guiccioli, moglie del conte Guiccioli, mentre il Museo del Risorgimento al piano nobile è dedicato alla nascita e al periodo storico del Risorgimento italiano con i suoi protagonisti come Garibaldi, Luigi Carlo Farini, Mazzini e Cavour.
Nel percorso del Risorgimento, con circa 450 oggetti esposti tra incisioni, dipinti, divise, armi e manifesti, è inclusa anche un’interessante sezione dedicata al mito di Giuseppe Garibaldi (1807-1882) con documenti, memorabilia, ritratti, statue come la scultura che raffigura Garibaldi con la divisa dei Cacciatore delle Alpi di Vincenzo Giani e la testa di Anita Garibaldi di Giannantonio Bucci. E naturalmente cose curiose come i suoi stivali neri alti e un prezioso bracciale in corallo di Anita, abiti e giubbe rosse provenienti dalle Fondazioni Bettino Craxi e Giovanni Spadolini. Craxi e Spadolini, entrambi ammiratori della figura iconica di Garibaldi, hanno collezionato oggetti, fotografie e cimeli vari dedicati all’eroe, tra cui dipinti, come il ritratto postumo di Garibaldi di Antonio Ligabue.
A Ravenna in questa dimora nobiliare Lord Byron soggiornò dopo il periodo veneziano, fra il 1819 e il 1821, per stare accanto alla Teresa Guiccioli, l’ultimo suo grande amore. Tra i recuperi notevoli del lungo restauro, vi sono gli affreschi con scene galanti che Byron commissionò per il suo studiolo. Il progetto museografico è stato curato da Donatino Domini e Claudia Giuliani con un percorso narrativo che si avvale anche di un apparato intermediale con momenti sonori, video e animazioni realizzati da Studio Azzurro. Qui a Ravenna Byron compose il Don Juan, l’ultimo canto del Childe Harold’s Pilgrimage, Marino Faliero, The Two Foscari, Sardanapalus e The Prophecy of Dante. Ma qui intrecciò anche rapporti con i fratelli di Teresa, che portavano avanti ideali repubblicani sostenendo le azioni dei Carbonari.
Teresa Guiccioli ha conservato molti oggetti e cimeli appartenuti al poeta che ora sono esposti nelle vetrine, tra i quali un medaglione con i capelli dell’amante, un cestino per le lettere e i bigliettini, uno scrittoio da viaggio, ritratti, anelli e spille raffiguranti il viso del poeta. Palazzo Guiccioli include anche un book shop e una Taverna dove Lord Byron nascondeva le armi dei Carbonari, nonché il nuovo Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini, in cui sono esposti duemila esemplari realizzati dall’Ottocento in poi.
Info:
Manuela Teatini, film maker e giornalista, si occupa di arti visive, in particolare di cinema, fotografia e arte contemporanea. Ha scritto come free-lance per anni con VOGUE, Uomo VOGUE, ELLE e altre testate di cinema, arte e nuove tendenze. È autrice e regista dei docufilm “ART BACKSTAGE. La passione e lo sguardo” (2017), “MASSIMO MININI. Story of a Gallerist” (2019), “GIOVANNI BOLDINI. Il Piacere. Story of the Artist” (2021) premiato al Terra di Siena International Film Festival 2021.
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