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Pinacoteca Agnelli: affacciarsi all’arte

Pinacoteca Agnelli: affacciarsi all’arte

Sul tetto della Pinacoteca Agnelli a Torino c’è un giardino che guarda la città dall’alto; non dalla prospettiva geometrica e ordinata della rete urbana, ma dal punto di vista dei suoi tetti. Salendo verso la cima del Lingotto, c’è un momento in cui sorge spontaneo chiedersi se si stia entrando in un museo o in un sogno industriale deceduto e interrotto a metà. Nella storica pista di collaudo della casa automobilistica, proprio lì dove si testavano le macchine, ha sede la Pinacoteca Agnelli, che accoglie sia mostre temporanee sia installazioni e interventi artistici site-specific, mossa dalla speranza e dall’intenzione di lasciare una traccia. Ma che cosa significa la riqualificazione di parte di una fabbrica privata – simbolo di una città e del movimento industriale-produttivo italiano – in uno spazio culturale contemporaneo?

Pista 500, installation view, Pinacoteca Agnelli, Torino, courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Pista 500, installation view, Pinacoteca Agnelli, Torino, courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

L’arte nel contesto odierno veicola non solo canoni estetici ma è anche uno strumento per legittimare e rifunzionalizzare, in grado di suggerire e insinuare critiche. Le nuove installazioni della Pista 500 della Pinacoteca Agnelli trascinano in questa direzione: sono punti di luce che erompono dal cemento, ma anche gesti di un progetto più ampio che investe nell’arte come forma di recupero urbano. Inaugurate le nuove installazioni site-specific del duo Jennifer Allora (Philadelphia, 1974) & Guillermo Calzadilla (Havana, 1971), di Rong Bao (Beijing, 1997), Francesco Gennari (Fano, 1973) e Silvia Rosi (Scandiano, 1992). Le nuove opere si dividono seguendo due filoni visivi principali, ovvero l’immaginario floreale e l’autoritratto; in questo modo discorsi politici si intrecciano con discorsi filosofici originando narrazioni che si estendono oltre al circuito e al luogo stesso.

Allora & Calzadilla, “Graft (Phantom Tree)”, 2025, installation view, Pinacoteca Agnelli, Torino, 2025, Courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, courtesy Pinacoteca Agnelli

Allora & Calzadilla, “Graft (Phantom Tree)”, 2025, installation view, Pinacoteca Agnelli, Torino, 2025, Courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, courtesy Pinacoteca Agnelli

L’installazione di Allora & Calzadilla, Graft (Phantom Tree) (2025), si connette con un immaginario naturale ed è composta da circa 50mila fiori di plastica riciclata che formano un fluttuante albero privo di tronco, radici e rami. I fiori sintetici sono ispirati a quelli di una specifica tipologia di quercia, il roble amarillo, autoctona dei Caraibi. Questa natura fantasma sboccia nel cuore della rampa come una rottura nell’architettura industriale e descrive in maniera delicata e inusuale la condizione post-coloniale. Gli artisti attraverso questo intervento raccontano l’impoverimento e le alterazioni dei terreni a causa degli sfruttamenti coloniali, condensando questioni storiche e geopolitiche.

Allora & Calzadilla, “Graft (Phantom Tree)” 2025; Francesco Gennari, “Avevo anche 7 stelle in tasca…”, 2025, courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Allora & Calzadilla, “Graft (Phantom Tree)” 2025; Francesco Gennari, “Avevo anche 7 stelle in tasca…”, 2025, courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Situata sempre nella rampa, si trova l’opera di Francesco Gennari, Avevo anche 7 stelle in tasca… (2025), il calco in bronzo del suo stesso cappotto allestito come se fosse appoggiato sulla balaustra in cemento. Una parte di sé dimenticata, lasciata lì a testimonianza del passaggio, della propria presenza; un autoritratto minimalista ed emotivo offerto per mezzo di un elemento tipico del quotidiano, ovvero il loden (elemento ricorrente nella pratica dell’artista) che conduce a una riflessione interiore. Un gesto tanto semplice quanto potente per raccontare il sé e la sua identità personale in quanto artista e sognatore. A contrasto con la fredda immagine del cemento e del contesto industriale, Francesco Gennari si ferma a riflettere sul calore dell’essenza umana e, indirettamente, anche del ruolo dell’arte nel contesto contemporaneo.

Rong Bao, “Carnivorous Bloom”, installation view, 2025, Pinacoteca Agnelli, Torino, 2025, Courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, Ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Rong Bao, “Carnivorous Bloom”, installation view, 2025, Pinacoteca Agnelli, Torino, 2025, courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Rong Bao ha prodotto un organismo ibrido e mobile, Carnivorous Bloom (2025), che come suggerito dal titolo assume la forma di un vegetale carnivoro composto da silicone. L’opera è interattiva e con ironia si interroga sullo scambio tra opera e osservatore nel momento in cui si annulla la distanza. Attraverso un immaginario post-umano dall’estetica pop, l’artista indaga il dialogo tra architettura/spazio artificiale e giardino/spazio organico e il ruolo del corpo a cavallo dei due ambienti.

Silvia Rosi, “Omissions”, 2025, installation view, Pinacoteca Agnelli, Torino, 2025, Courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, Ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Silvia Rosi, “Omissions”, 2025, installation view, Pinacoteca Agnelli, Torino, 2025, courtesy Pinacoteca Agnelli Torino, ph. Credit Sebastiano Pellion di Persano

Infine, l’opera di Silvia Rosi indaga tramite la fotografia tematiche come: l’identità e la memoria personale e collettiva, le rappresentazioni e le conseguenze dei processi coloniali. Omissions (2025) è installata su un billboard rievocando un prototipo visivo pubblicitario che ragiona sul tema dell’autoritratto collettivo e sulle dinamiche di potere. L’artista riprende e mescola i codici tradizionali del ritratto familiare togolese, che hanno permesso la libera affermazione di contro-rappresentazioni. Inoltre, nelle sue immagini inserisce elementi legati a un gioco da tavolo – il Ludo – nato in India ma esportato in tutte le colonie britanniche allacciando così a livello visivo le dinamiche del gioco a quelle del potere.

Info:

Pinacoteca Agnelli, PISTA 500
a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti
dal 16/04/2025
Pinacoteca Agnelli Torino
Lingotto, Via Fenoglietti 15, 10126, Torino
www.pinacoteca-agnelli.it


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