La mostra Depotenziare presso C+N Gallery Canepaneri a Milano è la seconda personale di Roger Hiorns in Italia. A cura di Tom Morton, l’esposizione è un atto provocatorio, volto a riflettere sui rapporti di potere e di come si possano risignificare depotenziandoli. L’artista è interessato a come i rapporti di potere influiscano nei rapporti con gli altri esseri umani.
Da questa considerazione nasce una mostra dalla costruzione riflessiva, in cui Hiorns propone piccole tele dipinte con solfato di rame, acrilico e pittura latex (primo riferimento è la serie Clearing, 2024), rappresentando un immaginario cristallizzato e quindi fragile: uno scenario derivato dalla rappresentazione di scene di sesso tra uomini, immersi in una specie di liquido amniotico, ricordando la potenza vitale della sessualità. A seguire vi è l’opera Pathway (2024), un lavoro fotografico trasferito su tela la cui immagine immortala dei fondamentalisti cattolici fuori da consultori per interruzioni volontarie di gravidanza. I cartelli che tengono in mano gli attivisti recitano una frase “Prayer is not a crime”, che in quest’opera è considerata in chiave sarcastica, poiché secondo l’artista pregare non è un reato di opinione. La preghiera nel loro caso è il pretesto per un’intimidazione svolta al di fuori di questi centri, un’operazione inscritta a tutti gli effetti all’interno del potere riconosciuto.
Su un lato della galleria è esposta l’opera Depression (2024) composta da due contenitori di polistirolo utilizzati in origine per conservare la materia organica delle mucche nei macelli (viene raccolto principalmente il cervello dell’animale). Il rimasuglio organico è lasciato sul fondo del contenitore come se fosse pittura, quasi a lasciare una traccia mentale e organica in questa cavità. Il titolo fa riferimento alla depressione come malattia mentale, a come essa scavi un vuoto la cui orma rimane a lungo sul fondo.
Superando la prima sala ci addentriamo in uno spazio buio in cui viene proiettato il video in bianco e nero dell’operazione artistica di Hiorns, A retrospective view of the pathaway, ampiamente raccontato nel testo critico di Alessandro Rabottini intitolato La logica estrema della scomparsa. L’opera dell’artista inglese è un esempio di sparizione scultorea di un oggetto reale e funzionale dal mondo, modalità artistica che segue una serie di esempi in passato portati avanti da Piero Manzoni e altri artisti concettuali. Nel 2016 Roger Hiorns seppellisce un aereo militare in disuso in un terreno agricolo nella regione Suffolk dell’Inghilterra: sarà la prima operazione artistica che guiderà una serie di altre sparizioni: in Repubblica Ceca nel 2017 e nei Paesi Bassi nel 2021, sempre nascondendo jet bellici. Il video è una ripresa asettica, in cui l’unico suono presente è il rumore dei macchinari che spostano la terra. La ruspa muove terra in modo sterile, preciso, quasi come se fosse un’operazione chirurgica. Come già anticipato, i colori non sono presenti all’interno della rappresentazione, a cui è stato applicato un filtro digitale che esprime l’effetto fotografico della solarizzazione. Questo video è rappresentativo di una realtà parallela, in un mondo onirico e immerso come in un liquido amniotico che intreccia rapporti con il mondo reale.
È attraverso questa continua metafora riconducibile al concetto di nascita e sinonimo di relazione con gli altri, che l’artista imposta il suo lavoro coinvolgendo lo spettatore in un flusso di fragilità, sia nelle opere in cui è evidente una matrice sessuale sia in quelle di incentrate su tematiche più ampie e complesse, come il video. Tale liquidità non è negativa all’interno della pratica di Hiorns, come a ritenere questa immaterialità un concetto importante per legare il flusso vitale dei rapporti sociali al quale l’artista dà importanza, proponendo una riflessione sociale che ha contatti con l’onirico, e attraverso questo concetto astratto arriva ai temi più profondi della sua pratica.
Info:
Roger Hiorns. Depotenziare
a cura di Tom Morton
14/11/2024 – 14/01/2025
C+N Gallery Canepaneri
Foro Buonaparte, 48 – Milano,
www.canepaneri.com
Giulia Elisa Bianchi (Varese, 1998) è una curatrice e autrice emergente. Dopo il diploma accademico di Primo Livello in Discipline della Valorizzazione dei Beni Culturali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha deciso di seguire il suo interesse per l’arte contemporanea presso il Biennio Specialistico di Arti Visive e Studi Curatoriali alla Nuova Accademia di Belle Arti Naba. Considera la curatela “una scrittura di spazi e una modalità di valorizzazione delle esigenze espressive dell’artista”.
NO COMMENT