Rotterdam, un’importante città portuale situata nella provincia dell’Olanda meridionale, guarda al 2025 come un insieme di importanti obiettivi da raggiungere. Nella primavera del 2025, Portlantis (la cui ristrutturazione è stata progettata dallo studio MVRDV), con 3.500 metri quadrati distribuiti su cinque piani, diventerà un centro espositivo e un luogo di incontro unico, stimolante e interattivo, incastonato nel cuore del porto. Portlantis, con un ampio tetto panoramico che si apre sulle attività portuali circostanti, è stato organizzato come spazio per mostre e conferenze, con un negozio, un ristorante e una caffetteria. Lo scopo recondito è anche quello di illustrare al grande pubblico locale e internazionale come funziona il porto, il suo ruolo nella vita delle persone e su come sta cambiando per affrontare le sfide del futuro.

Lavori in corso per FENIX. Photo Frank Hanswij. Ph courtesy Itinera
Poi, il 16 maggio aprirà FENIX, il primo museo che racconta le storie delle migrazioni attraverso una collezione d’arte internazionale. L’edificio, con una capienza di 16mila mq, è stato riqualificato su progetto dello studio cinese Ma Yansong di MAD Architects. Il tetto, di forma ovale e lungo 17 metri, offre una vista a 360 gradi sullo skyline di Rotterdam. Veniamo ora al Nederlands Fotomuseum, fondato nel 2003 grazie alla donazione di Hein Wertheimer, un fotografo amatoriale che alla sua morte lasciò 22 milioni di fiorini (10 milioni di euro) per contribuire all’apertura di un museo dedicato alla fotografia olandese. Il suo lascito, noto come Fondo Wertheimer, è gestito dal Fondo Culturale Prince Bernhard, dal quale il Museo riceve un contributo annuale. Ora il Museo è in fase di consolidamento, infatti nell’autunno del 2025 il Nederlands Fotomuseum si trasferirà nello storico magazzino Santos, ristrutturato di recente, offrendo così una nuova e più ampia sede al patrimonio nazionale di oltre sei milioni di fotografie di cui è il custode. L’acquisizione del nuovo edificio, è stata resa possibile da una donazione della fondazione filantropica Droom en Daad. L’edificio di otto piani includerà spazi dedicati alle diverse esigenze espositive, strutture permanenti per ospitare la collezione, una libreria incentrata sulla storia della fotografia, una biblioteca specialistica, aule didattiche, una caffetteria al piano terra e un ristorante sul tetto con vista mozzafiato su Rotterdam.

Rotterdam: ingresso alla sede del Nederlands Fotomuseum in Statendam 1 (questa sede verrà dismessa nell’autunno del 2025). Photo Fred Ernst, ph courtesy Nederlands Fotomuseum
L’edificio Santos, protetto a livello nazionale come bene appartenente all’archeologia industriale, è una gemma nascosta sul Rijnhaven a Katendrecht, ed è uno dei magazzini meglio conservati dei Paesi Bassi, con interni in condizioni quasi originali. La ristrutturazione è stata eseguita con cura dall’appaltatore Leida Burgy su progetto di Stilwerk, Plattform für Design Kunst Kultur und Leben. A questo proposito Alexander Garbe, titolare di Stilwerk, ha dichiarato: «We are very pleased that our efforts have culminated in the best possible outcome: an owner for whom the building was meant to be, and who appreciates the careful renovation. With the Nederlands Fotomuseum as its new owner, the public will be able to enjoy this beautiful cultural heritage of Rotterdam». In origine l’edificio era suddiviso in sei piani, con una struttura portante di colonne in ghisa. Sotto l’intera superficie dell’edificio è presente un seminterrato. Al centro è stato realizzato un ampio atrio con scalone centrale. All’edificio storico sono stati aggiunti due nuovi piani, la cui sommità è avvolta da una ‘corona’ dalla facciata semitrasparente. Le porte del magazzino si aprono sia sul lato Sud sia su quello Nord.

Rotterdam: vista interna del magazzino Santos in ristrutturazione. Photo Fred Ernst, ph courtesy Nederlands Fotomuseum
Il Nederlands Fotomuseum, con il trasferimento nell’ex deposito Santos, intende diventare una piattaforma fotografica di livello internazionale, e lo spazio a disposizione fa di certo la differenza e funge da fondamentale blocco di partenza, poi, come è ovvio pensare, tutto dipenderà dai contenuti che si andranno a mettere dentro, ovvero dall’attività che lo animerà oltre che dai documenti che vi vengono custoditi. In ogni caso, le facciate con luce diurna e non invasiva rendono Santos l’ideale per esporre a rotazione una collezione di oltre sei milioni di documenti fotografici sensibili alla luce. I prossimi mesi saranno utilizzati per adattare in via definitiva l’edificio alle esigenze del Museo. Questo significa anche organizzare un nuovo deposito per la collezione permanente: dai primi dagherrotipi ai 175 preziosi archivi del regista Ed van der Elsken (1925 – 1990), considerato uno dei padri della cosiddetta street photography. Tra i documenti custoditi non mancano i lavori di fotografi contemporanei come Erwin Olaf (1959 – 2023) e Dana Lixenberg (classe 1964).

Da sx a dx: Alexander Garbe (titolare di Stilwerk), Wim Pijpes (direttore di Droom en Daad Foundation) e Birgit Donker (direttrice di Nederlands Fotomuseum) © Fred Ernst 2023, ph courtesy Nederlands Fotomuseum
Spendiamo due parole su Olaf, il cui lavoro e il suo essersi posto in relazione reattiva nei confronti della vita lo rende una figura ancora apicale per il nostro mondo globale. Egli ha non solo realizzato campagne pubblicitarie per Levi’s, Mircrosoft e Nokia, ma ha prodotto serie fotografiche provocatorie e audaci, come “Grief”, “Rain” e “Royal Blood”. Inoltre, oltre a essere stato il ritrattista ufficiale della famiglia reale olandese, nel 2012 ha organizzato un “kiss in” che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone dopo che il proprietario di uno snack bar aveva pronunciato un commento denigratorio sul fatto che Olaf avesse baciato in pubblico il suo compagno, il che vale a dire che il suo essere di “parte” lo ha reso non solo un artivista ante litteram, ma anche un perfezionista della forma, capace di controllore ogni minimo aspetto della composizione fotografica. A sostegno del suo lavoro non sono mancate gallerie di tutto rispetto come Wagner + Partner di Berlino, Magda Danysz di Parigi ed Espacio Minimo di Madrid. Il Museo gli dà, quindi, una giusta collocazione e ne custodisce la memoria.

Jan Zeegers (1872 -1937), stampa fotografica. Ph courtesy Nederlands Fotomuseum
Inoltre, nella nuova sede non mancherà un posto di rilievo per la Dutch Photography Gallery of Honor, una sezione che racconterà la storia della fotografia nei Paesi Bassi dal 1842 ai giorni nostri. In definitiva, va detto che una visita a Rotterdam, per il 2025, è da mettere in programma.
Fabio Fabris
Info:
www.mvrdv.com/projects/466/portlantis

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