Un nero e ossidianico meteorite è appena cascato dal cielo nell’artist-run space torinese Mucho Mas!, dove funge da calamitosa immagine della fine di un’epoca. È, questa, una delle opere visibili fino al 5 aprile nella mostra Scomparsa/Disparition di Sibylle Duboc, esito di un periodo di ricerca e di residenza presso il Museo Nazionale della Montagna di Torino e il Musée des Merveilles di Tende. Proprio in quest’ultimo luogo, l’artista ha potuto osservare dei petroglifi risalenti all’Età del Bronzo, che ha voluto riprodurre sulla superficie in gesso e bitume del meteorite, istituendo così un ponte tra passato e futuro per rivolgersi al presente: l’arte rupestre ci parla dell’umanità del passato, ma la massa bituminosa arriva dal futuro per ammonirci quali diretti responsabili della scomparsa dei ghiacciai alpini, che oggi avviene con una celerità tale da non lasciare traccia alcuna del suo accadere.

Sibylle Duboc, “Scomparsa/Disparition”, Mucho Mas!, Torino, 2025. Foto © Luca Vianello, courtesy Mucho Mas!
Sono proprio loro, i ghiacciai, i grandi protagonisti della mostra, che continua con una serie di sculture in cemento, disposte nella stanza come satelliti gravitanti intorno al meteorite. I geodi in cemento restituiscono su parte della propria superficie le immagini satellitari di iceberg dei ghiacciai in scioglimento in Groenlandia, mentre l’incavo interno risulta dall’impronta di ghiacciai prossimi alla scomparsa: grazie a tale duplice richiamo, le sculture acquisiscono il valore di maschere funeree di un’assenza resa solida, pesante, palpabile. Se in natura il geode contiene un minerale che si è formato nel corso di milioni di anni, in mostra appare come la materializzazione della crisi climatica in corso, resa ancora più tangibile nell’utilizzo del cemento, materiale da costruzione utilizzato come vorace assalitore degli spazi non ancora urbanizzati.

Sibylle Duboc, “Photographic Fossils of Icebergs in the Arctic”, photosensitive emulsion, cement, vermiculite and plaster, 2025, in “Scomparsa/Disparition”, Mucho Mas!, Turin, 2025. Photo © Luca Vianello, courtesy Mucho Mas!
In tale oscillare tra passato, presente e futuro, si colloca anche la serie Fotoglifi, una raccolta di scatti delle incisioni rupestri millenarie osservate da Duboc nella Vallée des Merveilles, tracce lasciate lungo le striature glaciali formatesi dopo lo scioglimento della glaciazione del Würm. Le fotografie – o meglio, gli screenshot delle fotografie – contengono sia i segni dei petroglifi lasciati dall’uomo dell’età del bronzo, sia i segni del nostro rapporto con le immagini, raccolte compulsivamente e a bizzeffe in gallerie digitali che finiamo per saturare e non riguardare mai più. Anche questo, in fondo, è un modo di lasciare una traccia di sé tanto durevole quanto effimera, con immagini che sono continue forme di inquinamento, di mediazione e intermediazione, di anestetizzazione di fronte a ciò che appare sui nostri schermi, tra cui modi e stili di vita insostenibili e le loro conseguenze.

Sibylle Duboc, “Meteorite – Rock Engravings of Endangered Glaciers in the Alps”, chalk and bitumen, 2025, in “Scomparsa/Disparition”, Mucho Mas!, Turin, 2025. Photo © Luca Vianello, courtesy Mucho Mas!
Di fronte a uno scioglimento dei ghiacciai che procede senza lasciare traccia a causa della sua inarrestabile velocità, il lavoro di Duboc costituisce un tentativo di conservare e attivare le tracce di tale scioglimento, di rendere visibile una scomparsa pensata come silenziosa e distante, ma che è la più diretta conseguenza dei nostri stili di vita, di consumo, di antropizzazione. Se non si può recuperare ciò che sta andando perduto con la fusione dei ghiacciai, si può quantomeno tentare di conservare una memoria, metterla in moto e interrogarla per proiettarla sul futuro. In questo senso, in concomitanza con la chiusura della mostra e all’interno del programma Walking Mountains Social Walks del Museo della Montagna, il 5 aprile avrà luogo la performance La marcia dei ghiacciai, una camminata condivisa che porterà alla creazione di un corpus di stampe cotte e smaltate quale out-put di un momento di attivazione collettiva di fronte a un’esperienza unificante per l’attuale generazione del pianeta quale è la progressiva perdita dei ghiacciai.

Sibylle Duboc, “Fotoglifi”, series of 8 silver gelatin prints, 2025; “Scomparsa/Disparition”, Mucho Mas!, Turin, 2025. Photo © Luca Vianello, courtesy Mucho Mas!
Ciò che un tempo risultava visibile solo lungo l’arco di numerosi anni, oggi è molto più immediato, intangibile e travolgente e bisogna dotarsi di strumenti critici, immaginativi e collettivi per comprenderlo e affrontarlo. La mostra avanza così un invito a vedere da vicino ciò che di solito si può vedere solo da distanze satellitari e secolari e, nel fare ciò, a ripensare il nostro legame con la terra, prima che questa diventi inabitabile.
Costanza Mazzucchelli
Info:
Scomparsa/Disparition. Sibylle Duboc
13/02/2025 – 06/04/2025
Mucho Mas!
Corso Brescia, 89, 10154, Torino
www.muchomas.gallery

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