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Soft You: Anthea Hamilton alla Fondazione Memmo, R...

Soft You: Anthea Hamilton alla Fondazione Memmo, Roma

La Fondazione Memmo ospita la mostra Soft You, personale di Anthea Hamilton (1978, vive a Londra), a cura di Alessio Antoniolli. Finalista del Turner Prize nel 2016, presente nel 2019 alle Corderie dell’Arsenale alla 58esima Biennale di Venezia, a cui seguono i progetti per Kaufmann Repetto, Milano, 2022, l’artista britannica debutta sulla scena artistica e culturale di Roma presentando i risultati di alcune residenze, dalle quali emergono delle opere inedite, pensate proprio per la fondazione.

Anthea Hamilton, “Soft You”, installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli, courtesy Fondazione Memmo

Anthea Hamilton, “Soft You”, installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli, courtesy Fondazione Memmo

Se il contesto artistico e culturale romano contribuisce a informare questa sperimentazione scultorea e plastica, è pur vero, nelle parole del curatore, che l’artista intende suggerire un ‘grado zero’ della ricerca artistica. Da un punto di vista estetico e stilistico lo si può notare dal desiderio evidente di ripensare la tradizione plastica e scultorea, citando la lezione moderna e minimalista, per favorire la sperimentazione tra arte, design, film, moda, performance e installazione, avvalendosi anche del contributo di artisti, artigiani e designer come Alice Rivalta, Pietroarco Franchetti, Tanguy Poujol, ed Ezra-Lloyd Jackson.

Anthea Hamilton, “Soft You”, installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli, courtesy Fondazione Memmo

Anthea Hamilton, “Soft You”, installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli, courtesy Fondazione Memmo

Il titolo Soft You (Soft you. A word or two before you go – atto V, scena II) è una citazione dell’ultimo monologo di Otello nella tragedia di Shakespeare, 1603, a cui Hamilton dedica l’intera mostra attraverso una mise-en-scène che, seppur non intenzionale, si riflette in un’impostazione altamente scenografica. La mostra si pone in linea con la performance Othello: A Play, 2024, che l’artista ha pensato in collaborazione con Delphine Gaborit per il centro artistico De Singel, ad Anversa, a testimonianza dell’interesse da lei coltivato nei confronti di questa figura, che alla Fondazione Memmo ritorna in alcuni video still di Tanguy Poujol, un ritratto di Otello che attraversa gli atti della performance fino a tradursi nella raffigurazione scultorea. Ad affiancare Otello, è la serie di figure Shibari Chefs, manichini in fibra di vetro e corda di iuta che, oltre a vestire i costumi del tempo, utilizzano l’antica tecnica del bondage giapponese, shibari, per fini spirituali e strategici.

Production stills from the performance Othello: A Play, De Singel (Antwerp), 2024; co-directors: Anthea Hamilton and Delphine Gaborit; images: Tanguy Poujol; performers: NaÏm Belhaloumi, Alphonse Eklou, Nathan Feliot-Rivot digital c-print on cotton paper, aluminium frame and antireflective glass cm 41 x 31,5 x 3,5 each, ph. courtesy Fondazione Memmo

Production stills from the performance Othello: A Play, De Singel (Antwerp), 2024; co-directors: Anthea Hamilton and Delphine Gaborit; images: Tanguy Poujol; performers: NaÏm Belhaloumi, Alphonse Eklou, Nathan Feliot-Rivot digital c-print on cotton paper, aluminium frame and antireflective glass cm 41 x 31,5 x 3,5 each, ph. courtesy Fondazione Memmo

A questi personaggi si affianca, in maniera velata, la stessa artista, per condurci in un percorso in divenire. Ad affermare la sua presenza è Leg Chair (Rankaku), 2025, scultura in plexiglas, ottone e legno decorato con la tecnica Rankaku (uova di quaglia e lacca), che introduce un motivo ricorrente: l’immagine delle gambe dell’artista che ritornano in serie e in movimento in Calzedonia (Hot Legs), 2025, sculture in scala reale che occupano l’intera sala principale della fondazione, parlando del passo incalzante dell’artista nel tempo della formazione. A ciò si affianca un altro simbolismo affrontato in maniera duplice da Hamilton: l’immagine della farfalla che si ritrova in Transposed Lime Waves, 2025, composta da una serie di frammenti stampati digitalmente, impressi su tela di cotone e acciaio, tenuti insieme da una serie di spilli in acciaio. Il percorso si conclude con la traccia sottile dell’artista che, citando il verso Soft You, interviene sulle pareti e sull’architettura della fondazione.

Anthea Hamilton “Calzedonia (Hot Legs)”, 2025 digitally printed bull denim, digitally printed plush velvet, digital print on vynil, textiles, wood, pastels, spray paint, plexiglass, metal flowers site-specific installation, variable dimensions

Anthea Hamilton, “Calzedonia (Hot Legs)”, 2025 digitally printed bull denim, digitally printed plush velvet, digital print on vynil, textiles, wood, pastels, spray paint, plexiglass, metal flowers site-specific installation, variable dimensions

La mostra si articola come un dialogo tra le figure di Otello e dell’artista stessa, un dialogo velato non privo di eclettismi e straniamenti, in favore di una narrazione solo evocata. In questo senso, è interessante pensare come in questa occasione Anthea Hamilton decida di valorizzare non tanto la funzione fisica e spaziale della scultura, ma quella evocativa e immaginativa. Questo è ben visibile nella scultura centrale Shibari Desk, 2025, uno scrittoio ligneo, sempre decorato con la tecnica Rankaku, poi cinto da corde in iuta, che nelle forme cita la tradizione modernista, avvalendosi, però, di una sofisticata sperimentazione materica e decorativa, anche grazie al contributo di Alice Rivalta e Pietro Franchetti, innescando una riflessione sul corpo nei confronti dell’intera mostra. La gravità di questa scultura contrasta con la serie di pannelli Metal Screen, 2025, che guidano il percorso, attivando un processo di auto-riflessione per lo spettatore e a coronare la scena espositive sono, infine, le essenze Cold, Cold Heart Incense, 2022, che diffondono nello spazio espositivo una serie di fragranze create dal designer olfattivo Ezra-Lloyd Jackson. Tra citazioni stilistiche ibride e suggestioni, la mostra Soft You celebra il contributo che Andrea Hamilton apporta alle pratiche scultoree e performative, fondendo i linguaggi artistici in una messa in scena della tragedia contemporanea.

Info:

Anthea Hamilton. Soft You
Fondazione Memmo, Roma
A cura di Alessio Antoniolli
8/05/2025 – 2/11/2025
Fondazione Memmo
Via della Fontanella di Borghese, 56/b – Roma
www.fondazionememmo.it


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