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Spazi inesplorati: l’interazione tra materia e luc...

Spazi inesplorati: l’interazione tra materia e luce nell’arte di Koehler alla Kyst Gallery di Dragør, Danimarca

Entrando nella Kyst Gallery, nel cuore del pittoresco centro storico di Dragør, in Danimarca, il visitatore è accolto da un’atmosfera sospesa, dove la luce naturale si fonde in modo sublime con le opere di Laura Theresia Koehler. La galleria, incastonata tra strade acciottolate e un porto placido, diventa lo scenario ideale per una mostra che esplora il delicato confine tra la realtà tangibile e il trascendente, richiamando le riflessioni filosofiche di artisti come James Turrell e Olafur Eliasson, che indagano la percezione della luce e dello spazio. Nata in Germania, Koehler porta nelle sue opere un linguaggio pittorico distintivo, che trova radici nell’espressionismo astratto e nel modernismo europeo, ma che si distingue per una ricerca personale sull’uso degli acrilici e degli oli su tela. La sua tecnica si basa su pennellate piatte e corpose che, pur mantenendo una superficie vibrante e materica, riescono a suggerire profondità, come accade nelle opere di Mark Rothko, dove la semplicità e la ripetizione dei colori diventano veicolo di emozioni universali.

Laura Theresia Koehler, “Apples of the Sun”, instasllation view at Kyst Gallery, Dragør, Denmark, courtesy Kyst Gallery

Laura Theresia Koehler, “Apples of the Sun”, installation view at Kyst Gallery, Dragør, Denmark, courtesy Kyst Gallery

Le sue composizioni giocano con la sovrapposizione di strati cromatici, dando vita a una spazialità dinamica e luminosa. I colori, spesso declinati in tonalità fluorescenti, amplificano il senso di energia delle sue opere, trasformandole in paesaggi interiori ricchi di tensione e vitalità. La luminosità solare che permea la mostra Apples of the Sun diventa così non solo un elemento formale, ma un invito a scandagliare le sfumature della percezione, evocando la potenza visiva di maestri come Wassily Kandinsky, che esplorava la spiritualità del colore, o di Yves Klein, che utilizzava il blu per evocare dimensioni metafisiche. Il titolo della mostra ci porta a confrontarci con l’essenza stessa della luce e della sua forza misteriosa, temi che da sempre sono al centro della riflessione artistica e filosofica. Le opere di Koehler, pur mantenendo una connessione tangibile con il figurativo, si distinguono per l’audacia cromatica e per un intreccio di linee che creano strutture fluide ed eclettiche. Le tele non sono semplici rappresentazioni della natura, ma veri e propri paesaggi interiori, attraversati da un’energia potente e da un calore che sembra irradiarsi dall’interno. La luce, più che un semplice aspetto visivo, diventa il filo conduttore che collega ogni forma, ogni tratto e ogni sfumatura.

Laura Theresia Koehler, “Apples of the Sun”, installation view at Kyst Gallery, Dragør, Denmark, courtesy Kyst Gallery

Laura Theresia Koehler, “Apples of the Sun”, installation view at Kyst Gallery, Dragør, Denmark, courtesy Kyst Gallery

In Sunscape, la cromaticità solare definisce la struttura dell’opera, facendo emergere figure che, pur mantenendo una certa armonia, si delineano con estrema chiarezza. L’artista ha dichiarato di non pianificare le composizioni in anticipo, ma di lasciare che le forme emergano nel corso del processo creativo. Ogni opera sembra quindi una rivelazione, un momento che prende forma sotto gli occhi dell’artista. Questo continuo gioco tra spontaneità e controllo diventa una delle caratteristiche distintive del suo lavoro. Le linee, pur nella loro apparente libertà, definiscono spazi e movimenti che dialogano costantemente con la luce. In questo modo, l’artista riesce a trasmettere un’energia intensa senza mai sacrificare la chiarezza visiva. Vi è una continua tensione tra il flusso organico delle forme e la struttura dei contrasti di colore, tra l’intensità dei toni e la delicatezza delle transizioni.

Laura Theresia Koehler, “Wasserfall im Mondlicht” (“Moonlight Waterfall”), 2024, 82 x 62 cm, acrylic on Canvas, courtesy Kyst Gallery

Laura Theresia Koehler, “Wasserfall im Mondlicht” (“Moonlight Waterfall”), 2024, 82 x 62 cm, acrylic on canvas, courtesy Kyst Gallery

Un elemento ricorrente in questa serie è la goccia d’acqua traslucida, un piccolo simbolo sospeso nel tempo. Pur apparendo come un dettaglio secondario, essa introduce una dimensione simbolica profonda. In contrasto con l’intensità delle cromie e l’irraggiamento solare che caratterizzano la scena, la goccia crea un senso di immobilità onirica, come se stessimo osservando un attimo cristallizzato. Nella sua semplicità, essa ci ricorda la fugacità del presente e l’inevitabile scorrere del tempo, conferendo alle opere una qualità meditativa che invita a riflettere sull’eternità e sull’impermanenza della vita, temi che ritroviamo anche nelle riflessioni filosofiche di Heidegger sul “tempo finito”. La qualità tecnica delle opere di Koehler, che evoca una visione nitida e precisa, è altrettanto affascinante. La maestria tecnica dell’artista conferisce alle sue tele un bagliore, dove i colori sembrano pronti a espandersi e avvolgere lo spazio circostante. Le superfici piane sembrano riflettere la luce in modo quasi digitale, ma la fisicità della pittura, con le sue gradazioni e la profondità tangibile, preserva il valore pittorico dell’opera. Questo equilibrio tra precisione visiva e percezione di movimento lascia allo spettatore ampio margine interpretativo.

Laura Theresia Koehler, “Der blühende Berg” (“The Blooming Mountain”), 2023-2024, 100 x 80 cm, acrylic and oil on canvas, courtesy Kyst Gallery

Laura Theresia Koehler, “Der blühende Berg” (“The Blooming Mountain”), 2023-2024, 100 x 80 cm, acrylic and oil on canvas, courtesy Kyst Gallery

Nel cuore della mostra si trova Der blühende Berg (The Blooming Mountain), acrilico e olio su tela, un’opera che incarna la poetica dell’artista: le tonalità si sovrappongono in livelli intensi, evocando la vitalità e la continua trasformazione della natura. Il titolo stesso suggerisce una crescita impetuosa, una fioritura che va oltre il piano botanico per svelare una dimensione interiore, come se il paesaggio fosse l’estensione dell’anima dell’artista. L’astro diurno, infatti, non appare solo come fonte di luce, ma si configura come principio generativo che infonde energia alla materia. Questo approccio si riallaccia ai concetti di arte come trasformazione che troviamo nei lavori di artisti modernisti come Giacomo Balla o nella Metafisica di Giorgio de Chirico, in cui il paesaggio riflette una dimensione psicologica. Poco distante, Siebenfarbige Erde (Seven-coloured Earth) si presenta come un lavoro seriale, composto da cinque stampe in edizione limitata (2023), che testimoniano la capacità dell’artista di declinare il medesimo richiamo solare in più opere. Qui la stratificazione dei pigmenti è più contenuta e sottile, mentre la superficie sembra quasi palpitare, come se custodisse l’eco del tempo: le sfumature si sovrappongono come sedimenti, richiamando la memoria incisa nella terra. Questo lavoro può essere visto come una riflessione sul concetto di sedimentazione e tempo che permea molte delle opere più profonde come quella di Piero della Francesca.

Laura Theresia Koehler, “Morgenröte” (“Morning Red”), 2024, 104 x 84 cm, acrylic and oil on canvas, courtesy Kyst Gallery

Laura Theresia Koehler, “Morgenröte” (“Morning Red”), 2024, 104 x 84 cm, acrylic and oil on canvas, courtesy Kyst Gallery

In Apples of the Sun, l’energia luminosa non è solo un tema centrale, ma una presenza silenziosa che interagisce con lo spazio e il tempo. La luce si fonde con la serenità dell’acqua, creando un equilibrio tra la potenza che irradia e la calma che suggerisce. Le forme vivaci si alternano a spazi di quiete, evocando un dialogo continuo tra l’essere umano e la natura, tra la terra e il cielo, tra il tangibile e l’invisibile. Ogni pennellata diventa così un invito a riflettere sulla connessione profonda che unisce il mondo fisico a quello metafisico, una tensione costante tra l’energia vitale e la sua manifestazione nel mondo. La Kyst Gallery, immersa nella tranquillità di Dragør, non è soltanto il contenitore di questa esperienza visiva, ma diventa essa stessa parte del dialogo tra luce, spazio e materia. Le opere di Koehler, con la loro capacità di evocare una realtà sospesa dove percezione e immaginazione si intrecciano con l’ambiente circostante, trasformando la galleria in un luogo in cui la pittura non è solo osservata, ma vissuta. Qui, l’arte non si limita a rappresentare, ma diventa il veicolo di un pensiero più ampio sul tempo, sulla memoria e sull’oscillazione costante tra il visibile e l’invisibile. Apples of the Sun non è dunque solo una mostra, ma un invito a riconsiderare il modo in cui la luce e il colore plasmano la nostra percezione del mondo.

Info:

Laura Theresia Koehler. Apples of the Sun
15 – 31/03/2025
Kyst Gallery
Kongevejen 23B, Dragør, Copenhagen


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