Possiamo ancora creare nuove narrazioni orizzontali che non abbiamo la pretesa di sostituire quelle ufficiali, ma vogliano semplicemente sfogare l’immaginazione in realtà alternative? Alessandra La Marca (Potenza, 1998) porta avanti questo intento nella sua prima personale presso BIOF – Blue Institute Of Futures, Coreografie Ancestrali, a cura di A.p.s Zona Blu.

Alessandra La Marca, “Coreografie Ancestrali”, 2025, installation view, photo Mario Hysenbelli, courtesy BIOF and the artist
Coreografie Ancestrali rappresenta un affascinante e profondo viaggio che parte dalla natura organica di varie forme di vita attraverso la pittura. Nell’inedita serie di opere esposte, l’artista costruisce racconti visivi che plasmano nuovi racconti e nuove mitologie dando vita a figure che, seppur provenienti dal mondo naturale, sembrano emergere dall’inconscio, trascendendo quasi la realtà fisica. Ogni tela si costituisce dunque come un microcosmo in cui l’organico si trasforma in narrazione, rivelando sia la fragilità e la complessità biologica, sia l’affascinante capacità rigenerativa e adattativa. Il linguaggio pittorico di Alessandra La Marca è ricco di simbolismi e iconografie che richiamano un background estetico-culturale per noi riconoscibile, andando così a catturare lo sguardo e a riflettere sui legami essenziali nell’ecosistema.

Alessandra La Marca, “Coreografie Ancestrali”, 2025, installation view, photo Mario Hysenbelli, courtesy BIOF and the artist
La pratica dell’artista si intreccia sempre con le ricerche in ambito scientifico: in tutte le sue opere emerge una forte attrazione per lo studio e la conoscenza della biologia e soprattutto per le abilità (come metamorfosi e resistenza) di rare forme di vita. Alessandra La Marca non solo delinea in maniera inedita le forme naturali, ma produce narrazioni alternative a quelle ufficiali. Come ne ‘Le mille e una notte’, la mostra è un addensamento di racconti e storie mitologiche allestite sulle pareti dello spazio e offerte all’osservatore su supporti speciali pensati dall’artista per esibire sia il fronte sia il retro delle tele. Svelare il rovescio dei dipinti è una scelta precisa: permettere di scrutare da un lato la conclusione, dall’altro l’origine ammette lo spettatore in una dimensione evolutiva e intima che si combina con l’intento dell’opera. Il percorso espositivo termina in una saletta con l’installazione sonora dei racconti dell’artista, in cui ci si abbandona alle danze d’amore tra il sole e cianobatteri, tra alghe e spore che genera i licheni, tra la medusa e l’acqua, infine tra la Velella velella (una sorta di medusa con il corpo composto da più organismi indipendenti, protagonista di una delle storie) e la luna.

Alessandra La Marca, “Coreografie Ancestrali”, 2025, installation view, photo Mario Hysenbelli, courtesy BIOF and the artist
La tonalità dominante è quella del blu e le forme sono per lo più astratte; il contrasto tra le narrazioni e la poesia della pratica artistica con lo spazio grezzo e spoglio porta anche a una riflessione su artificiale e organico. L’artista si lega alle teorie di Donna Haraway e di Ursula K. Le Guin che esplorano le connessioni tra esseri umani e alterità: la sua pratica riprende da entrambe le filosofe una visione di mondi interconnessi, immaginari e in costante interazione. La personale di Alessandra La Marca, dunque, mette alla prova le narrazioni convenzionali per riscoprire la forza di mondi interconnessi, tanto immaginari quanto reali. Attraverso la sua pittura, l’artista non solo crea storie alternative, ma ibrida il linguaggio pittorico con scienza, natura e mitologia, in un dialogo continuo tra il visibile e l’invisibile, tra l’organico e il trascendente.
Irene Follador
Info:
Alessandra La Marca. Coreografie Ancestrali
a cura di A.p.s Zona Blu
Testo di Francesca De Chiara
18/02 – 26/02/2025
BIOF – Blue Institute Of Futures
Via Ludovico di Breme, 52, Milano
Blue Institute of Futures | Linktree

Irene Follador (Venezia, 1997) è una critica e curatrice emergente. Laureata prima in Storia dell’Arte all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha conseguito la laurea specialistica alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Collabora con Juliet Art Magazine da tempo e, parallelamente, porta avanti la propria pratica curatoriale indipendente; la sua ricerca e il suo interesse tende principalmente alle opere di immagini in movimento e nuovi Media all’interno del sistema artistico contemporaneo.
NO COMMENT