READING

The medium is. Libri, riviste e documenti dellR...

The medium is. Libri, riviste e documenti dell’Archivio Denza

L’Archivio del ‘900 del MART coglie l’occasione per mostrare al pubblico uno spiraglio di quello che fa parte di una delle più interessanti e significative collezioni di Poesia visiva e poesia Concreta, possedute dall’Archivio Denza, fulcro focalizzato attorno ad un periodo artistico caratterizzato da una ‘nuova presa di coscienza’ relativa ad un approccio mentale e concreto applicato dai piccoli gesti della quotidianità, ad una nuova idea di ‘abitare il sociale’, fino a nuove metodologie relative all’arte. Queste attuazione hanno trovato le loro massime espressioni per l’appunto negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, periodo caratterizzato per lo più da un contesto storico-culturale influenzato dalla lotta sociale, dal cambiamento, dalla sperimentazione dettate da una nuova sensibilizzazione ed approccio al processo tecnologico, da nuove misure e valori stabilizzati nella società, da un periodo di destabilizzazione in cerca di un nuovo equilibrio, del quale in primo luogo la figura dell’artista si è trovato partecipe. Egli partecipa all’evoluzione tramite parametri i quali essi stessi percepirono i nuovi cambiamenti, sia teorici che pratici dell’arte, dal nuovo approccio verso l’opera d’arte fino al medium stesso di essa. Ecco che il titolo stesso della prospettiva diviene fondamentale per percepire quello che nel dato evento diviene basilare comprendere. Esso cita per l’appunto uno degli slogan che più hanno determinato il pensiero del Novecento relativo alla relazione e lo sviluppo della tecnologia sempre radicata nella vita quotidiana dell’essere umano. Marshall Macluhan, autore del saggio ‘The medium is the message’, attraverso il quale, al meglio riesce ad esplicare come nella società la struttura e la grammatica del pensiero sia ormai fortemente influenzata e determinata dai meccanismi costruttivi di logica e pensiero della tecnologia stessa presente in quel dato contesto. Questo idea va nello specifico ad analizzare come i mezzi di comunicazione come i nuovi mass media ma come la tipografia stessa in primis divengano importanti luoghi d’ analisi non per la loro natura stessa ma in quanto vadano ad influenzare in base ai loro criteri strutturali ed organizzazione interna la comunicazione. Il contenuto trasmesso diviene dunque un valore valido ma di natura secondaria, mentre il medium, non più strumento neutrale, forgia e piega alle sue implicazioni logiche.

Il titolo della mostra suggerisce e diviene testimonianza di come la produzione e la funzione dell’arte andava sempre più a convergere. I canonici usi dei mezzi di comunicazione assunsero diverse modalità d’implicazione, nonostante il contenuto continuasse a mantenere una sua autonomia ed importanza, ove espressioni d’attivismo, di denuncia sociale, di testimonianza, verità e dichiarazione sfociavano in un’arte di contenuto ‘messaggistico’, introduttrice di dialogo, nella quale la parola nel suo significato e forma assumeva una posizione di centralità.

La parola, soggetto d’analisi di questa corrente, vedeva le sue nuove funzioni dettate dalle nuove ricerche ed esperienze verbo-visuali nate dai nuovi rapporti strutturali nella società tra politica, cultura e letteratura, dal rinnovamento di questioni legate alla linguistica, come il ‘decostruzionismo’ di Derrida, dalla relazione della vita quotidiana con l’industrializzazione, dalla contestazione sociale fino all’ influenza dell’avanzamento tecnologico. L’insieme veniva incrementato da un forte ricerca di confronto, di dibattito culturale, del quale l’arte era divenuta espediente primario di divulgazione. Esempi fondamentali si possono trovare, per esempio, nelle pubblicazioni della rivista ‘Lotta Poetica’ ad opera di Serenco, dove l’arte assumeva il ruolo stesso di mediatrice d’ informazione e scambio nonché promotrice di una critica profonda nei riguardi dei meccanismi del mondo e del mercato stesso dell’arte. Ed ancora le nuove relazioni che si aprivano, all’interno della corrente ‘Fluxus’ o quella del ‘Lettrismo’, il tutto canalizzato in un’esperienza sempre più radicata di fusione tra una poesia che fonde concetto e tecnologia.

Nel concreto, la raccolta esposta si presenta nel suo carattere diversificato dal punto di vista contenutistico e formale e percepita in una ‘genuinità formale’ che subito, per l’appunto, viene a contrapporsi con i temi e le intenzioni di cui è portatrice.

Sarenco, Licenza Poetica, 1971

Jochen Gerz, Attenzione l’arte corrompe, etichette adesive da applicare ai monumenti, 1968 Mart, Archivio del ‘900, Fondo Denza, Den, 1.45

Takahashi Shohachiro, Poesieanimation 3, Ombre Morioka, 1968

Jochen GerzRechtschreibung, Gttingen ego. cetera, 1979

Dalla moltitudine di oggetti quali cartoline, telegrammi, poster, riviste, raccolte, contenitori, libri d’artista, fotografie, ed insieme filmati, registrazioni sonore od oggetti materici, emerge l’inclinazione grazie alla quale questi maestri dell’elaborato verbo-visuale rispecchiano al massimo l’atmosfera culturale e storica del periodo. I temi sono persuasivi ed inducono alla riflessione sugli argomenti che infuocavano l’attualità, una visione di un’evoluzione volta ai pensieri legati ad una condizione di un ‘essere-coinvolto e partecipato appartenente ad una società’.

Il linguaggio è il più diretto, il supporto è il più inaspettato e la tecnica viene investita in ulteriori funzionalità. L’opera d’arte esplode in un capovolgimento strutturale, per la quale le logiche processuali venivano innovate. La radio e la pellicola vengono applicate a nuovi sfondi diventando nuovi traduttori di testi scritti, la fotografia racchiude l’azione di una performance sociale o documenta il processo tecnicistico di un nuovo approccio all’opera d’arte. Il manifesto diventa oggetto, suono, si materializzano in un’altra configurazione.

Ironia, denuncia, sarcasmo, spiazzamento, coscienza, l’idea stessa di rendere il mezzo povero braccio dell’arte di trasmissione erano alcuni delle modalità, quale anche la più naturale sfera del personale, entro le quali gli artisti operavano, alcuni impiegando come ‘tela’ la strada, chi i nuovi mezzi di comunicazione di massa, chi invece nella maniera più ‘concettuale’ versava la propria ricerca sull’approfondimento del nuovo interesse legato al dispiegarsi del possibilità del linguaggio.

La parola in relazione ai suoi segni ed ai suoi significati assume il ruolo di soggetto alla pari dello stesso rapporto tra la parola e l’immagine. Tale processo avveniva secondo ed in concomitanza alle modifiche alle quali la società veniva assoggettata, avvenute in seguito a processi di auto-analisi dei suoi stessi organi quali lingua, cultura, storia per la ricerca di un nuovo consolidamento, risolto in seguito ad un rinnovamento della grammatica di base. La comunicazione verbale-visiva nella relazione temporale degli anni Sessanta e Settanta era il mezzo principale dell’artista per un finale espressivo di una società influenzata dalla cultura di massa.

La parola assume la sua identità ed utilizzo nel contesto tramite una sua visione innovativa, dettate da quelle che furono le nuove tendenze relative all’arte concreta a fine anni cinquanta; Ciò che viene esaltato è un utilizzo della parola in maniera giocosa fusa chiaramente alla sua funzione primaria di trasmissione di concetti, idee, messaggi, ma la figurazione di nuovi dati di applicazione ora concedeva al significato del testo ed i suoi elementi costituitivi, quali parole, sillabe, fonemi e così via  di assumere una posizione quasi autonoma con lo scopo primario di penetrare nella materia del linguaggio scomponendolo, decostruendolo, riformulandolo sotto vari punti di vista, adeguati al seguito ad una propria destinazione concreta.

Dunque, la mostra, offre un’opportunità di cogliere parte dell’atmosfera del periodo artistico  del quale l’Archivio Denza ha cercato di mantenere e preservare oltre 350 ‘opere’ in deposito al Mart di Rovereto dal 2008; ed è proprio in questa sede che il fondo librario Denza raccogli più di 600 volumi comprendente libri d’artista legati all’esoeditoria degli anni Sessanta e Settanta, oltre a monografia, cataloghi e riviste d’artista di origine artistica internazionale e non. Ciò infine fu reso possibile grazie alla figura del collezionista Tullia Denza la quale acquistò direttamente dall’artista Ugo Carrega, uno dei principali artisti italiani legati alla corrente della Poesia Visiva ed il cui completo archivio di produzione personale risiede nell’archivio stesso.

Info:

The Medium is … Libri, riviste e documenti dell’Archivio Denza
Mart Rovereto
10 ottobre 2015 / 14 febbraio 2016

RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.