L’attenzione per la fotografia è aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni e, di conseguenza, il diffondersi sempre più capillare di fiere destinate a questo settore. Dell’attuale tendenza positiva per questo medium, molto seguito e interpretato nelle più variegate sfumature, fa parte The Phair la mostra che si è svolta dal 9 all’11 maggio 2025 a Torino presso le Ogr. L’indotto turistico di manifestazioni del genere è ormai chiaro e l’impegno che ogni città ospitante esprime in questi casi è notevole. Anche a Torino, per promuovere il patrimonio fotografico nazionale, in sinergia con le amministrazioni civiche museali come la GAM, si è avviata una collaborazione virtuosa che ha portato a scegliere di utilizzare come logo di questa VI edizione della fiera una fotografia di Mario Gibinio del 1934, intitolata “Giostra Zeppelin in movimento”, assurta a simbolo della città e della fotografia d’autore.

Gioberto Noro, “ID-Zone”, 2010, archival pigment print on cotton rag paper, 104×152 cm, ed. 5, courtesy Galleria Simóndi, Torino
Passeggiando per gli stand della fiera ci si accorge di come il panorama rappresentato dalle 50 gallerie presenti fosse variegato ed eterogeneo. In mostra si sono fatte notare foto dall’estetica minimale in cui la natura predomina nell’immagine, in una sorta di legame tacito con filosofie orientali, volte a calmare lo spirito e ad astrarre la mente. Tra gli autori più interessanti, il duo Gioberto Noro (Sergio Gioberto+Marinella Noro) fotografi torinesi rappresentati dalla Galleria Simóndi. Le loro opere, soprattutto incentrate sul concetto di spazio, esplorano la lunghezza di campo con delimitazioni prospettiche che incorniciano le immagini. I colori intensi e la natura che esplode all’interno delle fotografie coinvolgono lo spettatore in una realtà immersiva e zen. Altro elemento caratteristico della fiera, la presenza del corpo umano, protagonista sempre fotografato dagli albori del medium come soggetto prediletto, ma che in quest’ambito passibile di assumere connotati diversi. Alle immagini oniriche e surreali di Philipp Toledano, rappresentato da Tallulah Studio Art, si affiancano i corpi femminili e filiformi pieni di charme di Bastiaan Woudt della Jaeger Art.

Julia Fullerton Batten, “Chinampas”, 2024, Baryta Print mounted on dibond and framed, 137×102 cm, courtesy Galleria P., Ostenda
Innovativa e multiforme è stata anche la proposta della Galleria P. di Ostenda. La selezione di fotografi proposti è accomunata da un’idea di realtà elegante e fantasiosa, ma nello stesso tempo conturbante e intensa, a seconda del registro fatto proprio da ciascuno di loro. L’inglese Julia Fullerton-Batten attraverso l’utilizzo di foto posate e colori intensi, ci spinge a immaginare un altro aspetto della realtà, inducendoci a utilizzare un pensiero laterale sui luoghi e sulle situazioni. Ne emergono fotografie dalla narrazione inusuale, i cui protagonisti diventano veri e propri attori dell’immaginario della fotografa, componendo dei tableaux vivants talvolta uniformati da toni tenui e cipriati, in altri casi caratterizzati da colori forti e accesi. Diversa è l’interpretazione della realtà di Frédéric Fontenoy, sempre rappresentato dalla Galleria P., che attingendo al suo bagaglio di vita familiare, esprime con spirito avanguardista una visione intensa del suo mondo, con spunti raffinati e sensuali. Le sue foto includono riferimenti a Brâncuși o alla cultura asiatica del primo Novecento con scatti in bianco e nero dai forti contrasti, sia nelle nuance che nei contenuti.

Frédéric Fontenoy, “Narcisse au Tub”, 2024, gelatin silver print, framed behind museum glass, 80×100 cm, courtesy Galleria P., Ostenda
Immancabile è il riferimento ad artisti consolidati nel tempo, espressione di generi fotografici intramontabili e molto ricercati dal pubblico. In quest’ambito si è collocata la proposta della Galleria Franco Noero con le fotografie di Robert Mapplethorpe. La galleria collabora con la Fondazione Mapplethorpe da oltre dodici anni: resta iconica la mostra a lui dedicata nel 2019 e quella che al momento visitabile nella sede della galleria di via Mottalciata a Torino. Mapplethorpe è un artista che non ha bisogno di presentazioni, il cui valore è attualmente celebrato da una retrospettiva dal titolo “Robert Mapplethorpe. Le forme del classico” presso le Stanze della Fotografia di Venezia, a cura di Denis Curti. L’esposizione di fotografi di fama consolidata in fiere di fotografia rappresenta un classico degli ultimi anni e nonostante il trend evidenziato dal Report Deloitte Private, relativamente a un calo complessivo del fatturato del settore fotografico, in realtà l’investimento nel classico è sempre meno incerto e addirittura in crescita per fotografi italiani di fama. Lo sguardo di The Phair è, però, anche orientato verso gli emergenti: addirittura l’artista Eva Frappiccini, sempre rappresentata da Simóndi, ha inaugurato un progetto sperimentale dedicato agli artisti under 40, volto a individuare le dieci voci emergenti più rilevanti della scena contemporanea. Frappiccini, che si occupa di fotografia interconnessa con altri medium come video o installazioni, è anche la vincitrice del premio Just The Woman I am.

Mario Gabinio, “Torino. Giostra Zeppelin in movimento. Ripresa notturna”, 1934, Archivio Fotografico dei Musei Civici – Fondazione Torino Musei, fondo Gabinio. Su concessione della Fondazione Torino Musei
Nel complesso The Phair, se confrontata con il panorama europeo, si connota come una fiera di tutto rispetto per la fotografia e per la città, grazie all’organizzazione capillare e al coinvolgimento di professionisti del settore, oltre a un nutrito palinsesto di talks di approfondimento che hanno portato sul “palcoscenico” personaggi del calibro di Joan Fontcuberta.
Info:

Globetrotter, appassionata di letteratura, amante dell’arte e della fotografia. Non parto mai per un viaggio senza portare con me un libro di un autore del luogo in cui mi recherò. Sogno da anni di trasferirmi a Parigi e prima o poi lo farò!
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