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Tra spleen digitale e paesaggi postumani: Chiara F...

Tra spleen digitale e paesaggi postumani: Chiara Fantaccione esplora la melancholia contemporanea

THEPÒSITO Art Space presenta Melancholia, personale di Chiara Fantaccione (1991, Terni) a cura di Valentina Muzi, una mostra suggestiva che coniuga visioni paesaggistiche ed estetica digitale, proponendo una riflessione sul sentimento dello spleen quale condizione umana del tempo presente. Con Melancholia, Fantaccione intraprende una linea di ricerca marcata da una tensione esistenzialista e, nelle parole dell’artista, intende indagare una forma di solitudine contemporanea che, pur trovando riferimento nella letteratura romantica del genio artistico, si vuole imporre come risposta al nichilismo tecnologico imperante della società iperconnessa contemporanea così come teorizzato da Geert Lovinik. Alla riflessione su un tale sentimento cosmico, tanto pessimistico quanto creativo, si aggiunge l’interesse da parte dell’artista, a indagare i dualismi di vita e morte, controllo e fallimento, una linea di ricerca a lei cara e già intrapresa nelle opere Ophelia is just resting, 2023, Golden hour, 2024 e Requiem, 2024, per le quali ha formulato un’estetica del decadimento e della fine.

4.Chiara Fantaccione, “Melancholia”, installation view, courtesy THEPÒSITO Art Space

Chiara Fantaccione, “Melancholia”, installation view, courtesy THEPÒSITO Art Space

A influire nella gestazione di Melancholia, una serie di citazioni stilistiche che traggono fondamento dalla celebre incisione che Albrecht Dürer realizzò nel 1514 e dalla narrazione sci-fi dell’omonimo film di Lars Von Trier, 2011, che si congiungono per determinare l’immaginario presente in mostra. È infatti a partire dalle suggestioni di questo immaginario stratificato che l’artista incentra la sua pratica, interrogandosi sull’immagine, la sua costruzione e rappresentazione. Più precisamente, Fantaccione è solita definire la sua pratica in termini fotografici, ma se ciò è indicativo dell’importanza che l’immagine assume nella sua pratica, al contempo l’artista intende superare i limiti del medium specifico per interessarsi all’aspetto concettuale e plastico delle immagini, traducendole in maniera tangibile attraverso composizioni tridimensionali, scultoree, installative. In questo senso, è da notare la meticolosa ricerca materica e sperimentale condotta dall’artista che trova contesto in materiali e oggetti di uso comune – come quelli provenienti dall’ambito escursionistico – al fine di indagare possibili relazioni tra l’ambiente naturale e le sue connotazioni umane e culturali, infondendo un nuovo senso di oggettività e plasticità alle sue opere.

1.Chiara Fantaccione, “Theritual of seeking shadows”, 2025, courtesy THEPÒSITO Art Space

Chiara Fantaccione, “Theritual of seeking shadows”, 2025, courtesy THEPÒSITO Art Space

Il paesaggio è da sempre il fondamento delle sue riflessioni, ma invece che essere nostalgica o purista, l’artista indaga il ruolo di natura e cultura come contigui. In altri termini, nelle sue opere  il paesaggio è da intendersi come un immaginario stratificato in cui si riflettono qualità antropiche incidendo sulla sua stessa visione e percezione. Con Melancholia, Fantaccione intende restituire una visione meditativa e solitaria del paesaggio, configurandosi come un notturno che nel sussurrare la condizione di un pessimismo cosmico attraverso una mise-en-abyme si apre improvvisamente alla bellezza di un habitat postumano, un eco-sistema digitalmente connotato in cui natura e artificio coesistono.

7.Chiara Fantaccione, “A bug is a bug is a bug”, 2025, courtesy THEPÒSITO Art Space

Chiara Fantaccione, “A bug is a bug is a bug”, 2025, courtesy THEPÒSITO Art Space

Una tale cornice è messa in scena dalle opere The ritual of seeking shadows, 2025, che presentano immagini fotografiche paesaggistiche connotate da una scarsa luminosità, evocando quell’intimo desiderio di fuggire alla luce. Le stesse immagini fotografiche sono incastonate su teli ombreggianti che, nel radicarsi sulla scena, infondono un effetto plastico all’intera visione, isolandola in modo a tratti decadente. Al centro della scena, Everything is so clear now, 2025, configura un micro-clima vivente, una palude figurata da una colata di resina in cui si radica un groviglio di piante grasse, insetti composti da elementi elettronici e luci floreali, figurando un habitat simultaneamente organico e sintetico. Questo habitat paludoso è rivestito dal velo sospeso di una zanzariera che, in modo sacrale, isola l’installazione dello spazio circostante. A coniugare di nuovo il binomio natura-artificio, è’ la serie di sculture verticali A bug is a bug is a bug, 2025, che riprendendo il motivo dell’installazione a pavimento – bug, inteso come insetto in natura; bug come errore nel linguaggio informatico – presentano degli insetti pensati tecnologicamente e incastonati come reliquie in superfici in resina colata per riflettere nuovamente del binomio natura-artificio. Ponendo una riflessione sulle stratificazioni visive e culturali del nostro presente secondo i canoni di un’estetica digitale, l’habitat messo in scena dalla mostra, ritorna alla visione soggettiva di The ritual of seeking shadows, in cui si è ancora toccati dal sentimento della Melancholia, quale condizione imprescindibile della modernità.

5.Chiara Fantaccione, “Everything is so clear now”, 2025, courtesy THEPÒSITO Art Space

Chiara Fantaccione, “Everything is so clear now”, 2025, courtesy THEPÒSITO Art Space

È una visione post-fotografica e postumana quella di Chiara Fantaccione che con Melancholia, intende interrogarsi sul tempo presente attraverso una riflessione sull’immaginario stratificato che connota i modi di pensare natura e cultura in un continuum. Riflettere sulla relazione tra natura, soggettività e tecnologia, è una questione necessaria, suggerisce l’artista, ma diversamente dal cercare risposte, è forse nell’ ambiguità di tale interrogativo che risiedono i contributi della ricerca e della pratica artistica. Domande puntuali affiancate da un’estetica digitale quelle dell’arista e con Melancholia, di Chiara Fantaccione THEPÒSITO Art Space conferma l’interessa a sostenere e valorizzare la ricerca dei linguaggi del contemporaneo.

Info:

Chiara Fantaccione. Melancholia
a cura di Valentina Muzi
2/04/2025 – 15/06/2025
THEPÒSITO Art Space
Via del Parco, 1, Narni Scalo (TR)
www.theposito.com


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