La traccia è la componente che accomuna i lavori di Debora Fella (Milano, 1990) e Mariangela Zabatino (Milano, 1972); le tracce esposte nella doppia personale, “In Dissolvenza”, alla Art Gallery Finestreria non hanno una spiegazione immediata e diretta, ma si stratificano in modo profondo e denso nell’immaginario di chi osserva. Entrambe le pratiche delle artiste si caratterizzano per la ricerca di frammenti, memorie visive ed emotive come in un diario indistinto che offre sognanti visioni di passato e presente.

Debora Fella, Mariangela Zabatino, “In Dissolvenza”, installation view, Art Gallery Finestreria, Milano, 2025, ph. credit Claudia Ponzi, courtesy Art Gallery Finestreria e le artiste
La pittura delle artiste si orienta per certi versi alla scrittura utilizzando segni e una gestualità tipica che si inseriscono in quella zona grigia tra l’arte visiva e la grafia, finché l’insieme evoca una forma dotata di senso: libero, aperto e in continua evoluzione. Entrambe le pratiche artistiche suggeriscono un’ambiguità essenziale, poiché non è dato sapere se le opere siano immagini in via di definizione oppure forme sul punto di dissolversi. Forse, in realtà, i dipinti hanno l’obiettivo di testimoniare una realtà sfuggente, colta nell’istante prima della sua scomparsa; proprio questo stato di incerta sospensione genera una tensione nell’osservatore che assiste a un mutamento costante di linee e immagini, come la sensazione di un ricordo visivo. I riferimenti sia di Debora Fella sia di Mariangela Zabatino sono ben radicati nel contesto culturale e artistico tra gli anni Settanta e Ottanta di astrazione milanese. Riprendendo l’idea di pittura in quanto processo e costruzione graduale, entrambe le artiste realizzano le proprie opere attraverso strati, gesti, cancellature e sensazioni.

Debora Fella, Mariangela Zabatino, “In Dissolvenza”, installation view, Art Gallery Finestreria, Milano, 2025, ph. credit Claudia Ponzi, courtesy Art Gallery Finestreria e le artiste
Sulle pareti della galleria, i linguaggi visivi delle opere si mescolano e si fondono senza mai svalutarsi a vicenda, al contrario esaltando la peculiarità di ogni singola opera. Visitando la mostra, si ha l’impressione di vagare in un continuo e complesso luogo di transito, un luogo di forme astratte e fumose, quasi metafisiche, dall’esistenza silenziosamente percettiva e poetica.

Debora Fella, Mariangela Zabatino, “In Dissolvenza”, installation view, Art Gallery Finestreria, Milano, 2025, ph. credit Claudia Ponzi, courtesy Art Gallery Finestreria e le artiste
In particolare, nelle opere di Debora Fella ricorre il legame intenso e potente tra la memoria e la visione, concentrandosi sull’utilizzo di velature e stratificazioni di materiali per produrre immagini evanescenti e rarefatte. I minuscoli quadretti celano dunque un processo tanto sovrapposto quanto meditativo, in cui l’artista disegna sottraendo materiali già stesi sopra il supporto. I grigi sono sfumati e densi e dominano le opere esposte, donando un’atmosfera di studiata pesantezza e suggerendo l’intimità e l’introspezione nella pratica artistica. Inoltre, molti dei soggetti rappresentati provengono dall’immaginario naturale e vegetale; fragili figure sospese nel tempo e nello spazio che raccontano di viaggi onirici e letture simboliste di un mondo affine al personale dell’artista.

Debora Fella, Mariangela Zabatino, “In Dissolvenza”, installation view, Art Gallery Finestreria, Milano, 2025, ph. credit Claudia Ponzi, courtesy Art Gallery Finestreria e le artiste
Al contrario, il lavoro di Mariangela Zabatino è visivamente più leggero e incorporeo pur nascendo da una gestualità fisica e diretta. Tratti, linee e ornamenti danzano insieme a chiazze informi cromatiche sullo spazio pittorico. La sua pratica artistica si concentra sul movimento: il modo in cui l’artista realizza le opere è una ricerca intensa dell’essenzialità del gesto, producendo così pitture dalla assoluta cognizione e percezione del movimento e della materia. In vicinanza con la filosofia zen, Mariangela Zabatino non si concentra sul tempo presente dell’atto artistico, ma sulla sedimentazione e sulla liberazione dei blocchi facendo emergere l’immagine dell’inconscio personale e dalla somma di più momenti creativi. Anche i suoi soggetti provengono da una memoria naturale, ma le sue rappresentazioni frontali restituiscono organismi fluttuanti leggeri dalle sembianze aliene in costante tensione tra presenza e scomparsa.
Info:
Debora Fella, Mariangela Zabatino, In Dissolvenza
a cura di Claudia Ponzi
dal 27/05/2025 al 20/06/2025
Art Gallery Finestreria
via Ascanio Sforza 69, Milano
artgalleryfinestreria.com

Irene Follador (Venezia, 1997) è una critica e curatrice emergente. Laureata prima in Storia dell’Arte all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha conseguito la laurea specialistica alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Collabora con Juliet Art Magazine da tempo e, parallelamente, porta avanti la propria pratica curatoriale indipendente; la sua ricerca e il suo interesse tende principalmente alle opere di immagini in movimento e nuovi Media all’interno del sistema artistico contemporaneo.
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