Tullio Pericoli. Frammenti

Nelle sale dell’Appartamento dei Principi a Palazzo Reale a Milano una grande mostra monografica curata dal critico d’arte Michele Bonuomo celebra l’opera di Tullio Pericoli. È stata realizzata con l’allestimento di Pierluigi Cerri. Un discorso sul paesaggio estremamente personale. Il territorio fatto di strade e stradine che divergono evapora in una quantità di segni, lineette, schizzi. Un mondo visto dall’alto dei cieli tra ombre e sfumature, tra contrasti di colori tenui e botte di nero e segni e simboli ed equazioni matematiche e figure. Tra acquarelli e china e olio e matita, tutto si disfa, nel vacuo biancore della carta e della tela. Poi si addensa, si annuvola, si scolora e si incupisce. Ci sono squarci di biancore tra nuvole basse, si salta di luogo in luogo, tra nebbie e foreste e terre rosse e crinali. Intrigati e intriganti percorsi, frammenti di distanze. Siamo fuori registro, siamo su una torre di guardia, trasparenze, sconfinamenti, combinazioni, confuse parole….

La carriera di Tullio Pericoli è stata quella di un artista con un’attività multiforme, conosciamo le sue opere dalle pagine dei giornali, da  volumi ed esposizioni, conosciamo i suoi ritratti di personaggi della cultura, pubblicati in tutto il mondo. Poi si è dato al paesaggio “Dipingo paesaggi – scrive Tullio Pericoli – per apprendere la loro lingua e leggere le loro pagine. Una lettura che parte sempre dalla geologia. Li dipingo anche per ricordare che non ci si può e non ci si deve liberare della memoria, per seguire una storia che strato sotto strato si snoda per tempi infiniti. Ma questo forse non è del tutto vero. Non dipingo paesaggi per fare paesaggi. Li dipingo soprattutto per il piacere di dipingere e di fare un quadro dopo l’altro.”

La mostra ospita oltre 150 opere che non solo ci permettono di ripercorrere la poliedrica produzione di Tullio Pericoli, ma anche ci danno il piacere di vedere le infinite possibilità del suo tratto che scompone e ricompone il mondo, che dosa i colori e i bianchi e i neri, che trasforma un paesaggio in un ritratto, in un personaggio vivo, una natura complessa. Ha accompagnato, celebrato, rappresentato la carriera di celeberrimi letterati italiani come Italo Calvino, Emilio Gadda e Primo Levi, e personaggi del   mondo del cinema e della scena culturale del Novecento. La sezione finale della mostra è dedicata ai ritratti di personaggi che spaziano tra Franz Kafka e Friedrich Nietzsche, tra Eugenio Montale e Oscar Wilde, tra Marcel Proust e Cesare Pavese riuscendo sempre a cogliere la loro psicologia profonda. È sempre lo stesso segno che evapora nei paesaggi e si addensa in ciglia o rughe espressive nei ritratti.

L’inizio è fulminante con le Torri e le Vedute, le opere degli anni Ottanta. La torre di Babele (1979), Acquerello e matita su carta, la Torre di guardia (1980), Rubare a Klee (1980), la Grande Torre (1980) e le Vedute (1979-1980). Nelle nebbie e nelle brume dell’acquerello si impongono e svaniscono contemporaneamente questi monumenti improbabili che diventano, via via, sempre più vacui. E ancora le opere che potremmo chiamare matematiche fatte della stessa natura. Fuori registro, Algebra, Pioggia, Dal basso, Parola per Parola, Filò, Crak!!!, opere aeree, di una leggerezza infinita, ci fanno sognare un mondo sospeso tra parole e numeri, formule matematiche e voli nel nulla.

Poi tutte le opere dedicate ai paesaggi tra il 2009 e il 2020 con quel tocco di cui parlavamo prima, che sono ovviamente un paesaggio interiore così come i Frammenti (2013 al 2021), opere piccole (30 x 30 cm) che racchiudono in una superficie minore tutto la filosofia dell’autore. Sul Farsi (2018-2019) è una serie in cui compare più colore, come macchie, come pennellate. Su una base simile ai paesaggi compaiono queste strisce di rosso, di verde, di grigio scuro, più inquietanti, più drammatiche.

Info:

Tullio Pericoli. Frammenti
a cura di Michele Bonuomo
13/10/2021 – 9/01/2022
Palazzo Reale
Piazza del Duomo, 12 – Milano

Tullio Pericoli, La torre di Bruegel, 1979 Acquerello e matita su carta, 71 x 103 cmTullio Pericoli, La torre di Bruegel, 1979, acquerello e matita su carta, 71 x 103 cm

Tullio Pericoli, Perdita d’occhio, 2011, olio su intonaco intelato, 90 x 180 cm

Tullio Pericoli, Samuel Beckett, 2018, olio su tela, 55 x 55 cm


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