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“Wooden travel” di Augustas Serapinas presso ICA Milano: una mostra sullo spazio e la memoria della tradizione lituana

È possibile ridare voce a una narrazione ormai silente? È possibile far viaggiare il patrimonio immobiliare di un popolo? Se lasciamo la parola alle opere di Augustas Serapinas, allora la risposta è sì. L’artista, infatti, realizza installazioni riprendendo elementi di architetture tipiche lituane e, dopo un lavoro di sradicamento e riconfigurazione delle parti, le riporta in vita in una nuova forma, innestandole in una rete globalizzata di arti e tradizioni. Quelle costruzioni, così, divengono testimoni erranti di una storia estremamente specifica e viva, quella di cui furono protagonisti i proprietari delle architetture “rapite”. L’artefatto di Augustas funge da sestante lungo un viaggio culturale, temporale e spaziale che va da una Lituania ancestrale all’Europa industrializzata. Tappa di questo percorso è Wooden Travel, la personale di Serapinas realizzata presso ICA Milano e curata da Chiara Nuzzi.

1.Augustas Serapinas, “Wooden Travel”, installation vie wat Fondazione ICA Milano

Augustas Serapinas, “Wooden Travel”, installation view at Fondazione ICA Milano, ph. Melania Dalle Grave DSL Studio, courtesy Fondazione ICA Milano

L’artista, attraverso una pratica di assemblaggio, restauro e trasformazione, rende opera i lasciti materiali della memoria lituana. La materia, nonché memoria storica, con cui intesse questo speciale rapporto di rimodellamento è quella delle Vienkiemis, le tipiche abitazioni in legno lituane. Erette seguendo un gioco di stabili ma fragili incastri, queste costruzioni lignee costituiscono la materia grezza lavorata dall’artista e al contempo il ricco patrimonio che l’istituzione dell’opera d’arte vuole preservare. Nell’intreccio tra tutela e trasformazione nasce la poetica di Serapinas: ripensare lo spazio come luogo di ancoraggio alle radici vernacolari e occasione di commistione culturale. La commistione con altre tradizioni, anzitutto rappresentate dai posti che ospitano le opere (come ICA in Italia o le Biennali di tutto il mondo), sottopone le Vienkiemis a slittamenti formali e concettuali. Le tegole dei tetti diventano quadri, le pareti delle case assumono una diversa configurazione e delineano nuovi ambienti all’interno delle stanze espositive. Così lo spettatore, costretto a interfacciarsi con strutture destabilizzanti eppure sorprendentemente armoniche, entra in uno spazio relazionale.

Vienkiemis. immagine d’archivio, courtesy the artist

Vienkiemis, immagine d’archivio, courtesy the artist

Le relazioni tra fruitore e opera, tra opera e architettura e tra architettura e fruitore animano un rapporto circolare, che rilancia la domanda sulla possibilità di convivenza – come individui e come collettività – all’interno di un ambiente-mondo attraversato dal paradosso tra l’attaccamento a un tempo originario, padre della nostra identità culturale, e l’inevitabile erosione della memoria storica, offuscata dai progressi della civiltà globalizzata. Uno dei temi chiave della mostra, a tal proposito, è il forte contrasto tra le opere esibite – calde, accoglienti, tradizionali – e la cornice industriale in cui è sita la galleria – fredda, repulsiva, anonima. La mostra non impone alcun percorso da seguire, ma al contrario obbliga il visitatore a una piena e destabilizzante libertà, seppur limitata dalla struttura del contesto espositivo. Si è perciò liberi di camminare tra le installazioni, di girarci attorno e guardarci attraverso, dotati solo della propria capacità di orientamento in uno spazio chiuso, uno spazio che è mappato fisicamente dall’inedito design prodotto dall’artista e mentalmente da quella dissonanza percettiva tra ambiente e opera.

Augustas Serapinas, “Wooden Travel”, installation view at Fondazione ICA Milano

Augustas Serapinas, “Wooden Travel”, installation view at Fondazione ICA Milano, ph. Melania Dalle Grave DSL Studio, courtesy Fondazione ICA Milano

Come interpretare, quindi, questo lavoro di apparente dissacrazione dei resti della tradizione? La pratica di sradicamento di Serapinas, che estrae dalla propria terra i legni delle case lituane, non è che l’innesto di un’identità vernacolare in un nuovo mondo interconnesso e trasformato. Inoltre, le modifiche adottate dall’artista sugli objet trouvé sono sì segno della gestualità artistica, ma rappresentano anche la metafora del corso della storia di un popolo, una storia destinata a essere riplasmata e rivissuta secondo il mutare delle coordinate politiche, geografiche e narrative. La natura stessa del legno rafforza questo valore metaforico, data la sua versatilità intrinseca. Non solo, infatti, il legno in sé è forgiabile in vario modo, ma anche le costruzioni di cui il legno è materia prima sono smontabili, riassemblatili, mutevoli. Inoltre, la versatilità e la duttilità materico-concettuale delle architetture riprese dall’artista (parte del patrimonio immobiliare della cultura lituana) sono potenziate dalla mobilità di cui l’artista le dota, facendo viaggiare le Vienkiemis verso nuovi orizzonti geografici e narrazioni di mostra in mostra riformulate.

Augustas Serapinas, “Wooden Travel”, installation view at Fondazione ICA Milano

Augustas Serapinas, “Wooden Travel”, installation view at Fondazione ICA Milano, ph. Melania Dalle Grave DSL Studio, courtesy Fondazione ICA Milano

Volendo trarre una conclusione dall’esperienza artistica offertaci da Serapinas, si comprende che l’unica possibilità di preservare la materialità dell’architettura vernacolare non può che essere un approccio immateriale, che fa degli artefatti di un popolo i primi testimoni del logos fondativo di un’identità culturale.

Info:

Augustas serpainas, Wooden Travel
13/12/2024 – 15/03/2025
ICA Milano – Via Orobia 26, 20139 Milano
www.icamilano.it


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