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Zhenlin Zhang a Tempesta Gallery: una mostra sulle...

Zhenlin Zhang a Tempesta Gallery: una mostra sulle tracce dell’impermanenza

La milanese Tempesta Gallery sarà abitata fino al 21 marzo 2025 da cigni, draghi, perle e orizzonti cerulei. No, non si tratta di un mistico scenario teatrale, ma dell’intervento artistico di Zhenlin Zhang, un giovanissimo pittore cinese (1998) residente a Londra che sfrutta pigmenti a olio e tele di lino per unire la propria cultura d’origine e quella tibetana in intriganti sfumature di colore. Con toni che vanno da un rosso ardente e carnale a un celeste freddo ed etero, si manifestano gradualmente e confusamente le figure rappresentanti la fragilità e la transitorietà della condizione umana. “Ode to Transience” è, infatti, il titolo dell’esposizione che, con opere create ad hoc nel 2024, si concentra sulla compenetrazione tra gli opposti attributi del nostro essere-nel-mondo: vulnerabilità e forza, inevitabile transitorietà della vita naturale e tensione alla continuità della cultura, ancestralità ed evoluzione.

4.Zhenlin Zhang, “Ode to Transience”, installation view, ph Sarah Indriolo, courtesy of TEMPESTA Gallery

Zhenlin Zhang, “Ode to Transience”, installation view, ph Sarah Indriolo, courtesy of TEMPESTA Gallery

In questa convivenza ossimorica la rappresentazione chiara e cristallina si sgretola e cede il passo a immagini labili e metamorfiche, nate al confine tra la dimensione reale e la sfera onirica. Domina, infatti, una mescolanza tra elementi ben riconoscibili (gli animali cari alla tradizione cinese, per esempio) e la non definitezza dell’impatto visivo, che a un primo sguardo si riduce a una macchia di colore agli albori del suo proprio prendere forma. A rimanere costante è solo l’oscillazione. Il gioco tra l’astratto e il figurativo è incessante e altrettanto dinamico è quello tra la fragilità dell’esistenza del singolo, resa dall’estremo tratto sfumato, e la permanenza della cultura, che trova ancoraggio nella tela grazie a simboli come le perle o i talismani.

2.Zhenlin Zhang, “Sign language”, oil on linens, 155 x 140 cm, 2024, detail, ph Sarah Indriolo courtesy of TEMPESTA Gallery

Zhenlin Zhang, “Sign language”, oil on linens, 155 x 140 cm, 2024, detail, ph Sarah Indriolo courtesy of TEMPESTA Gallery

Questi oggetti fanno eco alla tradizione orientale, una tradizione fondata sulla trasmissione di generazione in generazione dei segni imperituri della cultura originaria, tra cui artefatti preziosi e immagini mitiche come dragoni e cigni. Se da un lato questi oggetti incarnano l’eterno e il tempo tramandato, dall’altro le pennellate gentili e indistinte confondono lo schema visuale, facendone intuire l’inevitabile “sospensione”, sia rappresentazionale che interpretativa.

Zhenlin Zhang, “Skin”, oil on linens, 150 x 140 cm, 2024, detail, ph Sarah Indriolo courtesy of TEMPESTA Gallery

Zhenlin Zhang, “Skin”, oil on linens, 150 x 140 cm, 2024, detail, ph Sarah Indriolo courtesy of TEMPESTA Gallery

Parlando della propria arte, Zhang afferma: «I luoghi più freddi del mondo non sono i ghiacciai, ma la freddezza predestinata della pelle umana. Gli addii non sono solo separazioni: sono incontri con il senso profondo della vita, un’occasione per riflettere sulla bellezza fugace dei momenti più significativi della nostra esistenza. Il mio lavoro mira a onorare queste transizioni, fondendo speranza e solitudine con la saggezza delle tradizioni ancestrali».

3.Zhenlin Zhang, “Dream”, oil on linens, 120 x 90 cm, 2024, ph Sarah Indriolo, courtesy of TEMPESTA Gallery

Zhenlin Zhang, “Dream”, oil on linens, 120 x 90 cm, 2024, ph Sarah Indriolo, courtesy of TEMPESTA Gallery

Così, volendo dare un tratto visibile a una “poesia del passaggio”, l’artista crea una sorta di ciclicità cromatica e formale: l’azzurro pastello si fonde con il blu intenso e poi con il bianco, il rosso cardinale con l’arancio e le sfumature rosee; la testa del dragone con una nuvola di colore, la nuvola con l’indistinto. La ciclicità del tratto, poi, fa da specchio al significato dell’opera, che intende rimandare intuitivamente alla ciclicità della natura in cui ogni elemento, trasformandosi, si perde nell’altro e si riconfigura, componendo un ambiente complesso e di scambio interdipendente. Così, lo spettatore è portato anch’egli a immergersi nel quadro-ciclo e a ripensare sé stesso come parte integrante di quel flusso di transizione e unirsi alla Ode to Transience. In linea con la filosofia tibetana, l’essere spettatori di queste opere non è un puro atto di contemplazione estetica, ma un’occasione per riportare alla luce l’appartenenza di noi, fragili individui umani, al tutto, ovvero al caotico eppur sublime processo del divenire.

Info:

Zhenlin Zhang. Ode to Transience
17.01.25 – 21.03.25
TEMPESTA GALLERY
Foro Buonaparte, 68 – Milano, 20121
www.tempestagallery.com


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