READING

Katia Mosconi. It was a body in the shape of a cit...

Katia Mosconi. It was a body in the shape of a city

Sto caricando la mappa ....

Data / Ora
Date(s) - 16/03/2023 - 06/04/2023
12:00 am

Luogo
X-Contemporary

Categorie


It was a body in the shape of a city   /   Katia Mosconi

A cura di Alessia Baranello

X-Contemporary, 16/03/23 – 06/04/23

Opening: giovedì 16 Marzo H 18.00

Dai balli in piazza dei carnevali medievali al cosiddetto “decreto rave” promulgato dal governo Meloni, passando per la dance elettronica nel sugoso loft di David Mancuso a Manhattan e le TAZ (Zone Temporaneamente Autonome) anglosassoni: la danza – se performata negli interstizi dell’autogestione e dell’illegalità, se caratterizzata da battiti ripetitivi, dal contenuto non linearmente incasellabile negli stilemi della composizione – è stata una delle pratiche di resistenza che più hanno spaventato, prima, il proto capitalismo delle enclosures e, poi, il tardo-capitalismo post-fordista. Il rave illegale è figlio e si configura a partire da queste “coreografie sociali”: le canzoni popolari che nelle “feste dei folli” sovvertivano le gerarchie del potere feudale, la musica dance e le pose delle ballroom americane, la tunantada e gli altri riti di possessione utili a esorcizzare e allontanare il sorvegliante-colonizzatore dal corpo del colonizzato.

Queste e altre correnti marginali non sono di certo nate nella discoteca commerciale. I primi eventi “house”, “techno”, “dance” erano macchine nomadi che non si scontravano direttamente con gli spazi preposti alla danza, in una guerriglia della fuoriuscita che ha liberato temporaneamente aree di tempo, di terra e di immaginazione.

Siamo nell’Inghilterra di ferro della Thatcher quando le ex-fabbriche di Manchester, lontane dalla capitale londinese, cominciano a essere le scenografie di un’umanità di squatter che portava con sé sviluppi di droghe sintetiche e consolle, ma soprattutto un tipo di esperienza comunitaria che il thatcherismo aveva rifiutato ideologicamente con parole dure come “la società non esiste”. è in questi primi paesaggi post-industriali che comincia l’occupazione e l’autogestione delle ex-fabbriche belliche e automobilistiche, le stesse in cui i padri dei giovani in questione avevano lavorato secondo le scansioni “ad accetta” della società disciplinare.

Il video a due canali It was a body in the shape of a city (2023) riporta una proiezione dei lasciti industriali dell’ex hinterland milanese: il cemento e i bricks rossi dei capannoni, manifesti scollati e centrali elettriche. Queste macchie dell’abbandono fanno da sfondo a una serie di riprese realizzate con una telecamera da caccia, protagonista di una ricerca a infrarossi dei possibili rimasugli di coreografie della resistenza nei “riti del sabato sera” delle discoteche-aziende. Il video su monitor finisce per setacciare come siano cambiati dal secolo scorso i movimenti sul dancefloor, quanto il sé sociale non possa più essere abbandonato all’entrata, come nei primi free party, ma, anzi si determini proprio nello spazio della discoteca, dove la fissità della propria identità è ora fondamentale per stare dentro e fuori le porte.

Grottesche planimetrie architettoniche sfilano, virate sul rosso, in Dancefloor empire Milano (2023). Il video guarda all’assetto di centodiciassette discoteche milanesi, nuovi spazi preposti al godimento e alla sovversione dove l’immaginario della controcultura di strada partecipa facilmente alla creazione capitalista di plusvalore. Le ex fabbriche, trasformate in discoteche nei primi Duemila, tornano ad essere potenti apparati di cattura, emblemi di quella libertà tollerata perché già finita.

Le opere di Katia Mosconi (Siena, 1998) trovano le loro radici nella cartografia multimediale e nei linguaggi mediali. Sistemi digitali di mappatura, di comunicazione e software di modellazione 3D sono il punto di partenza per la costruzione di readymade digitali: miscellanee di elementi tratti dal flusso internet che entrano in dialogo per decostruire la realtà. Tra le sue mostre recenti: Well, We Good (Sonar, Colle di Val D’Elsa, 2022); Degree Show III (Palazzo Monti, Brescia, 2022); (Im)possible Ecologies (Orto Botanico di Roma, 2022); Le opere e i giorni (Museo Ospedale degli Innocenti, Firenze, 2021); Blackoutbook (Artribune, 2021); Semi di rigenerazione 2050 Archifest: Festival di Architettura (Colle di Val D’Elsa, 2020).

Informazioni

Katia Mosconi, It was a body in the shape of a city A cura di Alessia Baranello
16/03/23-06/04/23
Opening: giovedì 16 Marzo H 18.00

Ingresso libero
X-Contemporary
via Santa Teresa 20/A, Milano
Per info e prenotazioni: @x_contemporary


Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.