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Tra luci ed ombre. Tracce di vita dal carcere

Tra luci ed ombre. Tracce di vita dal carcere

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Data / Ora
Date(s) - 04/03/2023 - 04/06/2023
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Forte Malatesta

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Dal 4 marzo al 4 giugno 2023 Ascoli Musei, presso il Forte Malatesta, presenta Tra luci e ombre. Tracce di vita dal carcere, a cura di Stefano Papetti, Cristina Peroni, Aurora Alberti e Cristiano Massari, una grande mostra collettiva che vuole essere pretesto per rivalutare l’errore come forza propositiva, punto di partenza per costruire un nuovo sguardo.

La mostra nasce dal ritrovamento dell’unica testimonianza fotografica del Forte Malatesta immediatamente successiva al trasferimento, nel 1980, all’attuale casa circondariale del Marino del Tronto. A ragione di ciò, nel percorso mostra si prendono in considerazione gli ultimi trent’anni di attività del carcere fino alla sua definitiva chiusura. Si tratta di un racconto per immagini realizzato dal fotografo Paolo Raimondi che, con un li viaggio plastico caratterizzato da squarci di luce, plasma la memoria storica di questo luogo. Dopo la ricognizione della struttura da ex-carcere ad attuale sede museale, gran parte delle tracce di quella vita è andata perduta assieme alle sue testimonianze immateriali e strutturali. Oggi lo storico edificio si mostra in uno stato di ibridità temporale, in equilibrio tra presente e passato, dove la cura della memoria storica segna una risignificazione degli spazi.

Tra luci e ombre. Tracce di vita dal carcere vuole gettare un faro luminoso su quella storia, che narra di un episodio peculiare della città di Ascoli, che mostra i segni di chi ha vissuto l’esperienza carceraria in quel luogo e, infine, delle domande che l’uomo e la donna di oggi si pongono confrontandosi con i concetti di “errore” e “punizione”. In questa storia, l’errore intende prendere forme differenti rispetto l’accezione negativa tipica della concezione occidentale, in cui i termini di “colpa” e “macchia” sottolineano l’idea di segno indelebile e intollerabile nelle esistenze umane, destinato a essere cancellato e dimenticato con il fine di ristabilire una condizione di originaria purezza. Del resto, la definizione di “errore” comunemente intesa, come riporta l’Enciclopedia Treccani, insiste sull’idea di deragliamento: «fallo, colpa, peccato. Uscire dalla retta via. Allontanarsi, con il pensiero o con l’azione, dal conveniente». Una scelta sbagliata, sconveniente, che allontana dal giusto.

La mostra presenta un dialogo tra il racconto foto-documentaristico di Paolo Raimondi e il lavoro del fotoreporter Valerio Bispuri Prigionieri, realizzato dal 2015 al 2019. Se il primo indaga la presenza di un’assenza, le tracce di ciò che è stato, Bispuri pone l’accento sulle condizioni psico-emotive negli istituti penitenziari italiani, sulla privazione ed emarginazione sociale dei detenuti condannati all’invisibilità al di fuori del confine carcerario. Accanto ai due progetti fotografici, la mostra presenta due interventi installativi site-specific realizzati per l’occasione da Benedetta Fioravanti e Matteo Costanzo. L’intero percorso di mostra mira a presentarsi come un discorso sul tema dell’errore in cui le ombre buie in cui è sempre stato relegato sono rischiarate da una nuova luce costruttiva. In questo senso, dunque, i lavori in mostra sottolineano, con linguaggi differenti, un rovesciamento di prospettiva, in cui l’errore assume un inedito ruolo positivo, laddove esso può essere inteso come occasione di apprendimento e crescita.

In definitiva, il Forte Malatesta chiede di riappropriarsi della propria memoria con una nuova consapevolezza civica e sociale, che porti a una rigenerazione dello sguardo singolare e collettivo su ciò che è sempre stato considerato “sbagliato”. In una società in cui tutto è misurato in termini di performance, in cui il paradigma dominante è quello della superficie liscia, senza imperfezioni, sbagliare diventa rivoluzione; e i graffi elogio di una bellezza errante.

Mostra organizzata da Ascoli Musei Civici | Integra – Servizi per la cultura e turismo | Il Picchio – Consorzio cooperative sociali cattoliche
Con il patrocinio e il contributo di Comune di Ascoli Piceno Con il contributo di BIM Tronto | Impresa Edile GASPARI GABRIELE S.R.L. | Magazzini Gabrielli S.p.a
Coordinamento servizi educativi MusAP.edu – Dipartimento Educativo Ascoli Musei Civici
Partner tecnici Techno – Heritage | Xentex – produzioni video

Valerio Bispuri
(Roma,1971) Vive a Buenos Aires.

Reporter professionista dal 2001, collabora con numerose riviste italiane e internazionali, tra cui L’Espresso, Il Venerdì, Internazionale, Le Monde e Stern. Ha realizzato reportage in Africa, Asia, Medio Oriente, ma è in America Latina che Bispuri ha lavorato più a lungo. Dopo aver concluso Encerrados, un viaggio fotografico di dieci anni attraverso 74 carceri del Sud America, nel 2014 l’autore ha deciso di continuare a esplorare il mondo dei detenuti nelle carceri italiane con il progetto Prigionieri che, insieme a Encerrados. Questo lavoro è stato esposto al Visa pour l’Image di Perpignan, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, all’Università di Ginevra, al Browse Festival di Berlino e, nell’ottobre 2014, al Bronx Documentary Center di New York. Nel novembre 2014 “Encerrados” è diventato un libro edito da Contrasto. Nel 2015 Valerio ha concluso un altro importante progetto fotografico durato 8 anni, denunciando la diffusione e gli effetti di una nuova droga a basso costo chiamata “Paco” che sta uccidendo un’intera generazione di giovani nelle periferie delle grandi città sudamericane. Il lavoro sul “Paco” è stato esposto a Roma, Milano e Istanbul (catalogo pubblicato da International Green Cross). È stato insignito di numerosi premi internazionali: POY America Latina 2011 (menzione d’onore); Sony World Photography Award 2013 (1° premio Contemporary Issues); Days Japan International Photojournalism Awards 2013 e il POY 2014 (2° premio, Feature Story Editing – Magazine).

Matteo Costanzo
(Roma,1985) Vive e lavora a Roma.

Matteo Costanzo parte da un processualità caratterizzata da un’attenta ricerca analitica del reale attraverso la quale seleziona e raccoglie materiali preesistenti che vengono manipolati, tagliati, alterati e infine rimodulati con un nuovo formato e una diversa funzione. La sua poetica riflette sulla condizione umana, l’arte e l’auto-soggettivazione. Matteo Costanzo espone in mostre personali e collettive: Nessuno è padre ad un altro, TOMAV, Moresco (FM), a cura di Lorenzo Madaro, 2022; La Maschera del Destino, Spaziosei, Pescara, 2021; Imago ergo sum, a cura di Antonello Tolve,Chiesa Santa Maria Fuori Monsano, Monsano (AN), 2021; Group Show, a cura di Brice Coniglio, viadellafucina16 Condominio Museo, Torino, 2019;Manabamàte, a cura di Giacinto di Pietrantonio, Bocs_art, Cosenza,2019; Global Education-Welcome to Venice, Fondamenta Sant’Anna, Venezia, a cura di Giuseppe Stampone & collettivo Handle with care,2019; Baseopen #03, Game Over, con Giuseppe Stampone, curata da Paolo Parisi, Base, progetti per l’arte di Firenze, 2017; Human Archive, a cura di Catia Monacelli, Chiesa Monumentale di San Francesco, Gualdo Tadino (PG), 2014; A Space Odissey, a cura di Giulia Gioacchini, Museo Arnaldo Pomodoro,
Pietrarubbia (PU), 2013; Subject, a cura del collettivo Arteoltre, Caffè Letterario, Roma, 2011.

Benedetta Fioravanti
(Ascoli Piceno,1995) Vive e lavora a Venezia.

La ricerca artistica di Benedetta Fioravanti parte dallo sviluppo di un’indagine sul quotidiano: osserva e studia l’antropologia del comportamento intrapersonale e interpersonale dell’individuo. Uno degli elementi principali nei suoi lavori è lo studio delle relazioni che l’individuo crea all’interno e all’esterno di una collettività contemporanea in continuo cambiamento. Benedetta Fioravanti ha esposto in mostre collettive, tra queste: Panoramica21, a cura di Gioula Papadopoulos e Alessandra Arnò, Municipal Art Gallery Casa Bianca – Thessaloniki, Greece, 2022; Traffic Festival, a cura di Matteo Binci, Bianca Sophia Schroder, Giacomo Pigliapoco, Giulia Angeloni, Pietro Consolandi,, San Lorenzo in Campo, Pergola (PU),2022; Estuario project space, a cura di Marina Arienzale, Serena Becagli, Francesca Biagini, Roberto Fassone, Matteo Innocenti, Dania Menafra, Enrico Vezzi, Virginia Zanetti, Prato, Firenze (Italy), 2022; Openstudio Progettoborca, a cura di Gianluca d’Incà Levis – ex Villaggio Eni Corte di Cadore, Borca di Cadore, Belluno,2021- presente; Luna, Cane Saggio a cura di Eva comuzzi, Lignano Sabbiadoro, 2021; Art Night, presso Accademia di Belle Arti, Aula 21, 22 Giugno, Complesso degli Incurabili (Venezia), 2019; L’arte delle Scienze Marine – Gli oceani ritratti da artisti e ricercatori”, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Accademia di Belle Arti di Venezia e il Distretto Veneziano Ricerca e Innovazione, Science Gallery Venice, 8 Giugno, presso Tesa 102 del Cnr (Arsenale, Venezia), 2019; On Walking Away, Spiazzi, Venezia, curato dal gruppo del Master in Pratiche curatoriali IED Venezia, Nilo Amlashi, Zahra Bundakji, Fernanda Andrade, Yasmine Helou, Virgina Lupo, Sanjana J. Pillai, Lucia Trevisan, 2018; OS1_OPERATIVE SYSTEM 1 / NUTRIMENTUM, Data, Orto dell’Abbondanza, Urbino, a cura di Umberto Palestini ed Elisabetta Pozzetti,2015.

Paolo Raimondi
(Ascoli Piceno, 1942) Vive ad Ascoli Piceno.

Paolo Raimondi già professore presso l’Università degli Studi dell’Aquila, da sempre appassionato di fotografia e iscritto alla FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, indaga nei suoi progetti fotografici il suburbano: vita di strada e strutture abbandonate. In mostra gli scatti realizzati nella fase successiva allo spostamento del carcere nella nuova sede, nel 1980, nasce dal volere documentario dell’autore, che realizza un racconto poetico di una situazione che ben presto sarebbe andata perduta a causa dei successivi lavori di ristrutturazione della fortezza. Le fotografie di Paolo Raimondi, ad oggi, restano l’unica testimonianza storico-sociale e culturale dell’ex carcere giudiziario di Ascoli Piceno. Il progetto fotografico di Raimondi si caratterizza per la forza plastica dei violenti chiaroscuri: intensi fasci di luci illuminano l’ambiente, lo abitano, plasmando forme che sembrano evocare memorie labili.

Informazioni
Tra luci e ombre. Tracce di vita dal carcere
4 marzo – 4 giugno 2023
A cura di: Stefano Papetti, Cristina Peroni, Aurora Alberti, Cristiano Massari

Orari apertura mostre:
Fino al 1 aprile 2023 martedì e giovedì 10-13 | mercoledì e venerdì 15-18 | sabato e domenica 10-13 15-18
Dal 1 aprile 2023 martedì – venerdì 10-13 15-19 |sabato e domenica 11-19 (ultimo ingresso 18:30
Ingresso: biglietto intero 6,00 euro / ridotto 4,00 euro


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