Addio, Getulio Alviani!

Getulio Alviani (Udine, 5 settembre 1939) ha lasciato questo mondo (Milano, 24 febbraio 2018) dopo aver lottato contro un male inesorabile. Senza dubbio è stato uno dei maggiori esponenti dell’Arte Programmata a livello internazionale. All’inizio degli anni Sessanta, per superare la pittura di maniera, era partito realizzando, con procedimenti manuali, opere oggettuali in lamine di alluminio: le “superfici a testura vibratile”. Aveva seguito gli insegnamenti del Bauhaus, confermati dalla Scuola di Ulm, e da “intellettuale-tecnico” sentì l’obbligo di proseguire su quella strada. Da lì sviluppava, con assoluto rigore, una ricerca fondata sempre sull’analisi di tipo scientifico e sul metodo progettuale; sull’essenzialità, la percezione ottico-dinamica, l’interazione e perfino su una consapevole visione etico-pedagogica.
È stato un personaggio eclettico che ha saputo spaziare, con esiti straordinari, dall’opera visuale al design e all’architettura; dall’attività teorica (riferita in particolare alla tendenza in cui era attivo) alla pratica curatoriale e alla promozione culturale. Per amore dell’arte era anche un appassionato collezionista: con i cambi aveva raccolto capolavori di compagni di viaggio e di autori storici, per certi aspetti precursori del suo linguaggio. Inoltre ad alcuni di essi aveva dedicato acuti testi. Con vis polemica non risparmiava severe critiche al sistema artistico e socio-politico non solo del nostro Paese, dichiarando che “non si fa uso dell’intelligenza per vincere l’ignoranza”. Grazie alla classica e moderna idea di arte, nonché all’alta qualità della produzione, aveva resistito alle mutazioni estetiche del contemporaneo.
Chi ne ha conosciuto l’opera multiforme, il pensiero che motivava pure le azioni quotidiane, la sua presenza dirompente, eloquente e contaminante, necessaria e umana, ora sente, con profonda commozione, l’incolmabile vuoto lasciato da un artista non omologato, generoso e responsabile anche nei confronti della collettività e dell’ambiente.
Nel numero di maggio-giugno di “Juliet” cartaceo, apparirà un mio special per ricordare più ampiamente l’amico di oltre mezzo secolo.

Luciano Marucci

Getulio Alviani in his environment “Interrelazione speculare”, VIII Biennial of Contemporary Art “Al di là della pittura”, San Benedetto del Tronto 1969 (ph Emidio Angelini)


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