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Eddy Susanto. L’Allegoria dell’inferno da Borobudur a Dante

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Data / Ora
Date(s) - 29/07/2022 - 04/09/2022
11:00 am - 6:00 pm

Luogo
GAD Giudecca Art District

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GAD Giudecca Art District è lieto di annunciare la prima personale italiana dell’artista indonesiano Eddy Susanto dal titolo “Eddy Susanto. Allegoria dell’inferno, da Borobudur a Dante”, che si terrà a Venezia dal 29 luglio al 4 settembre, in concomitanza con la 59a edizione della Biennale di Venezia.

Susanto è noto per le sue opere dalle molteplici stratificazioni visive e concettuali, basate sull’analisi iconografica comparata e, in generale, sulle connessioni culturali tra Oriente e Occidente. È salito alla ribalta della scena artistica del Sud-Est asiatico vincendo il Bandung Contemporary Art Award #2 con un’opera comparativa che affrontava il Rinascimento europeo e l’ingresso dell’Islam nell’isola di Giava. Nella serie “Java of Dürer” (2011), Susanto creava riproduzioni di grandi dimensioni delle opere del maestro europeo, sostituendo per le linee incise di Dürer con la scrittura Javanese e, più specificatamente, con dei testi estratti dal Babad Tanah Jawi, ovvero una raccolta di racconti della terra di Java, precedenti il XVIII secolo. Per Susanto l’uomo è un “animale symbolicum” che si esprime per immagini.

In questa nuova serie di lavori che presenterà a Venezia, intitolata “Java of Dante”, Susanto si impegna nuovamente in un progetto di ricerca, basato sulla sovrapposizione di linguaggi e sulla comparazione iconografica e testuale tra oriente e occidente. L’artista mette a confronto le rappresentazioni degli inferni buddhisti scolpite nei rilievi del tempio di Borobudur, costruito nel cuore dell’isola di Java tra l’VIII e il IX secolo, e varie illustrazioni della Divina Commedia di Dante, da quelle più famose di Gustave Dorè, a quelle meno conosciute di Giuseppe Bossi.

Se il tempio di Borobudur presenta una struttura piramidale, l’inferno di Dante è rappresentato come una piramide rovesciata. I rilievi di Borobudur sono incentrati sul tema della causa della sofferenza in quanto risultato delle azioni umane. La legge di causa ed effetto che trascende la vita limitata dell’individuo per estendersi oltre la morte lungo tutto il ciclo delle rinascite è un pilastro della dottrina buddhista ed è al centro del testo sacro del Mahakarmavibhanga Sutra. In maniera simile, la legge del contrappasso descritta da Dante associa ad ogni peccato una punizione conseguente.

Nella mostra di Venezia Susanto presenta dieci opere, organizzate in cinque coppie, che accostano i rilievi giavanesi alle illustrazioni dell’Inferno dantesco, evidenziando non solo le somiglianze formali in termini di pose, atteggiamenti dei diversi personaggi e composizione, ma anche tracciando una linea di collegamento invisibile tra la concezione dell’aldilà giavanese e i gironi dell’inferno di Dante. In questa serie di lavori, le immagini dantesche sono create attraverso parti di testo nell’antica lingua di Giava, mentre i rilievi del Borobudur sono formati da frasi estratte dalla Commedia.

Prima di questo nuovo progetto, Susanto si era già interessato a Dante nella sua precedente serie “Paradosso del transumanesimo (Divina Commedia di Dante)”, in cui esplorava il significato delle parole tratte dalla Commedia. “Java of Dante” fa parte del programma di GAD per il 2022, Humanabilia dal Mirabilis alla Techne, un composito diario di viaggio collettivo raccontato attraverso le proposte di diversi curatori internazionali e le opere di oltre 50 artisti, con ampi riferimenti al rapporto tra Oriente a Occidente.


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