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Martina Rota – Don’t fuck with my hunger

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Data / Ora
Date(s) - 14/10/2021 - 20/10/2021
7:00 pm - 8:00 pm

Luogo
spazioSerra

Categorie


Don’t fuck with my hunger

performance di Martina Rota

a cura di spazioSERRA

testo critico di Giulia Parolin

visibile 14-15-16-20/10/2021 ore 19.00

Opening giovedì 14/10/2021 ore 19.00

stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

Don’t fuck with my hunger è la durational performance dell’artista visiva Martina Rota proposta all’interno di venerazioneMUTANTE, la stagione espositiva di spazioSERRA dedicata alla trasformazione delle opere site-specific nel corso della loro permanenza. La performance è visibile da giovedì 14 ottobre a mercoledì 20 ottobre presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario di Milano.

Don’t fuck with my hunger si pone come secondo capitolo rispetto a I can still taste you, performance realizzata da Rota a settembre 2020. La performance partiva da un’immagine molto familiare: due bambini che mettono a contatto i propri ghiaccioli per assaporare quello dell’altro attraverso il proprio. 

Don’t fuck with my hunger nasce dall’esigenza di chiedersi quali tipi di futuri siano possibili in un momento come quello che stiamo vivendo, dove l’incertezza delle possibilità blocca l’immaginazione e con essa il nostro modo di vivere nel corpo, nello spazio. Quali relazioni possiamo creare per fare in modo di riconquistare fiducia nel nostro modo di abitare noi stessi e l’altro?

La performance prende origine da qui per costruire una pratica di movimento in cui sono presenti come linguaggi espressivi anche il canto e la composizione di piccole sculture di ghiaccioli. Le performer che improvvisano seguendo una serie di task, hanno la percezione che lo sguardo, una mano, il peso, la gola, le stiano guidando. Non è una volontà centralizzata dalla mente, ma la percezione; lo stato di consapevolezza si sposta nei punti del corpo, alternando momenti in cui il corpo è presente a se stesso a momenti in cui il corpo è presente allo spazio, si cede e incontra l’altro e trova nella struttura vetrata di spazioSERRA un luogo sicuro, casa. 

Forse è nel movimento continuo che ci è possibile individuare il senso del fare? È lì che tu lo trovi?

Abbiamo bisogno di muoverci, di connetterci per far fronte all’epoca mutante, abbiamo bisogno di tornare a credere con la pelle, per generare un altro pianeta basato su altre relazioni, un concatenamento fra umani ed elementi, la questione è coreografica e cioè di come i corpi entrano in relazione anche in una loro modalità pre-verbale, pre-rappresentativa, ma allo stesso tempo ritmica, figurativa e immaginativa. Le performer Elena e Benedetta impersonano il senso di sfida e coraggio rispetto al futuro incarnato dalle nuove generazioni.

Il regalo più bello che posso fare a entrambe è infondere la consapevolezza di essere vive e di poter agire: vuoi cantare a squarciagola? Canta. Vuoi condividere il futuro? Condividilo. Vuoi regalare un po’ di anni? Regalali. Corri. Disegna. Balla. Accarezza. Fornisci possibilità e abolisci i divieti. Mai mi sono sentita tanto amata, confortata e in continua crescita come nello spazio che ci unisce.

 Dal testo critico della mostra, di Giulia Parolin


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