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“Hide and Seek”. Mateusz Choróbski alla galleria Secci di Milano

Per primo colpisce l’odore, quello del sapone di una volta. Poi, influenzato dal calore nella sala, si diffonde un sottile profumo di legno. Lo sguardo del visitatore è sospeso nella penombra, l’atmosfera è morbida, il tempo scorre lento. Intorno a noi, sussurri e passi delicati. Gli unici punti di luce sono quelli dati dalle opere. Siamo alla personale “Hide and Seek” (che in inglese significa “nascondino”) di Mateusz Choróbski, curata da Pier Paolo Pancotto alla galleria Secci, a Milano. L’intero progetto è sviluppato attraverso due eventi paralleli: la mostra alla galleria e un’installazione site-specific presso la Fabbrica del Vapore a Milano. Già l’anno scorso lo stesso curatore, nella mostra collettiva “Es-senza” al Museo di Palazzo Mocenigo a Venezia, di cui anche Mateusz Choróbski ha fatto parte, tentava di sviluppare il potere dell’olfatto, basandosi sull’effetto Proust. È un fenomeno che esplora la capacità dei nostri sensi di accedere e attivare dei ricordi soppressi.

Mateusz Choróbski, Hide And Seek, installation view, Milan, 2023. Ph Stefano Maniero. Courtesy the Artist and Secci, Florence, Milan

L’installazione nella prima sala della mostra “Hide and Seek”, 37 Old Road #1/ #2/ #3 (2022), è costituita da tre grandi sculture composte da stipiti di porte strappati dai corridoi della casa di famiglia dell’artista, e successivamente rivestiti e immersi in sapone per bambini dal profumo intenso. Tempo non “perduto” e non pensato con nostalgia, ma analizzato ed elaborato dall’artista per potergli dare forma, intrecciando questioni psicologiche e sociali. Le uniche fonti di luce nella stanza sono le opere longitudinali, create da stufe domestiche usate, vasetti per coppettazioni e l’interno di alcuni thermos in vetro fuso. La scelta dei materiali ha la stessa base concettuale dell’installazione precedente: è un’attenta indagine del quotidiano, della scenografia più grezza ed essenziale delle nostre esistenze. Choróbski provoca il capovolgimento del significato e l’abbandono delle funzioni originarie degli oggetti, alcuni dei quali anticamente considerati come essenziali per la vita. Le installazioni puntano alla trasformazione, diventando un emblema della rinascita.

Mateusz Choróbski, Hide And Seek, installation view, Milan, 2023. Ph Stefano Maniero. Courtesy the Artist and Secci, Florence, Milan

Nella seconda sala prevale l’installazione 2329,77/4 (2023). Formata da trenta strutture a forma di cilindro, l’opera è composta da monete fuse di 0.01 PLN, cemento, mattoni e legno. Il numero nel titolo si riferisce all’attuale “salario di sussistenza” che esiste in Polonia, definito come il reddito minimo necessario affinché una persona soddisfi i propri bisogni biologici come cibo, alloggio e abbigliamento. 2329,77/4 prosegue il ciclo di lavori in cui l’artista approfondisce i temi dell’esclusione economica, della soglia di povertà, della stratificazione sociale e di come le normative degli organi di governo siano responsabili di modellare l’esistenza dei suoi cittadini. I titoli delle opere create dall’artista datate agli anni precedenti, 819,19/2, 997,10/2 e 1056,24/2, illustrano come la stima del salario di sussistenza cambi ogni anno. La disposizione delle strutture cilindriche imita quella del calendario, dove ognuna delle trenta strutture corrisponde a un giorno del mese. La base di ogni cilindro è realizzata con scarti di cemento e rifiuti di costruzione provenienti da edifici residenziali, mentre lo strato superiore è composto da quantità diverse di monete in ottone fuse, del valore nominale di 0.01 PLN. La somma totale del valore di tutte le monete fuse nell’installazione è di 2.329,77 PLN, la quale rappresenta l’importo del reddito minimo di sussistenza per una famiglia di quattro persone in Polonia nell’anno corrente.

Mateusz Choróbski, 2329,77/4 (detail), Ph Stefano Maniero. Courtesy the Artist and Secci, Florence, Milan

Come spiega il curatore, l’installazione “riflette la convinzione disillusa della gerarchia sociale, una divisione in coloro che occupano gli strati “superiori” e “inferiori” della società”. Le forme solide e fredde, che rimandano all’idea di un grafico a barre, sono giustapposte alla fragilità della vita umana, al suo lato organico nella forma più estrema – un potenziale della sopravvivenza. 405973 km (2022), precedentemente esposta alla mostra “Warszawa w Budowie” al Museo d’Arte Moderna di Varsavia, è un’altra installazione composta da monete. Le forme rispecchiano il serbatoio dell’automobile di Choróbski, una WV Passat del 1999, tagliato a pezzi. L’artista, dopo aver venduto la sua macchina a uno sfasciacarrozze, ha scambiato l’importo ricevuto con delle monete che ha successivamente fuso per formare i pezzi del serbatoio. Un’automobile appartenente alla classe inferiore, quasi oggetto di scherno, è però l’oggetto che che ha contribuito a costruire il capitale delle famiglie polacche negli anni 2000, e viene qui trasformata in una forma puramente estetica, che rimanda all’idea del mosaico, che in origine veniva composto attraverso pezzi di scarto.

Mateusz Choróbski, Hide And Seek, installation view at Fabbrica del Vapore, Ph Stefano Maniero. Courtesy the Artist and Secci, Florence, Milan

Una grande installazione appositamente concepita per i monumentali spazi della Fabbrica del Vapore, che costituisce la seconda tappa del progetto “Hide and Seek.” L’artista prova a definire le forme e la percezione visiva dello spazio attraverso la manipolazione della luce all’interno di uno spazio pubblico. L’opera esposta alla Fabbrica del Vapore somiglia a un faro che brilla ruotando una volta all’ora in senso antiorario, ricordando il passaggio del tempo.

Dobrosława Nowak

Info:
Mateusz Choróbski, Hide and Seek
curata da Pier Paolo Pancotto
09/03 – 27/05/2023
Secci, Milano


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