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La prima personale del collettivo IOCOSE a Modena

La prima personale del collettivo IOCOSE a Modena

Dopo il susseguirsi di eventi globali catastrofici, la mostra del collettivo IOCOSE – fondato nel 2006 da Matteo Cremonesi, Filippo Cuttica, Davide Prati e Paolo Ruffino – intitolata Loops & Vectors, arriva come un invito a guardare la realtà con una lente diversa.

IOCOSE, Launching a new Product, 2018. Video loop. Courtesy gli artisti

Profondamente intrisi di contenuti di denuncia dei paradossi della società contemporanea e di quello che è il lampante “fallimento delle narrazioni sul futuro”, i lavori di IOCOSE utilizzano l’ironia, il gioco e il “prank” come strumenti per veicolare i propri messaggi. Reso chiaro già dal titolo, il focus della mostra, Loops and Vectors, curata da Francesca Lazzarini e Daniele De Luigi, è l’opposizione di due movimenti ricorrenti nel lavoro degli artisti; il primo di questi è il “loop”, la ripetizione sempre uguale (o quasi). Per esempio, Launching a new Product (2018) è un video che mostra il lancio letterale di un nuovo prodotto tramite l’uso di una fionda. In questo scenario il prodotto è lanciato, maneggiato e tolto con cura dalla sua confezione per poi essere lanciato nuovamente. Questi nuovi prodotti, sempre diversi seppur molto simili, sono feticci da desiderare e possedere e vivono un ciclo infinito, un loop che replica il meccanismo consumistico alla base della vita contemporanea. Dichiarazione di un’industria tecnologica che ha ripetutamente disilluso le aspettative per la creazione di un mondo migliore e più egualitario e che non mira a riconquistare la fiducia persa ma, tramite le lusinghe di un design accattivante, si accontenta di aumentare il proprio profitto.

IOCOSE, Spinning The Planet, 2013. Video, 2’ 18’’. Courtesy gli artisti

Opposti ai loop troviamo il secondo movimento ovvero i vettori, il procedere in avanti, il progresso. In opere come Spinning the Planet (2013) o Moving Forward (2016 – in corso) IOCOSE descrive la direzione da prendere, la volontà di procedere verso il futuro. Il video Spinning the Planet vede il lancio di quattro missili da terra, posizionati dagli artisti con l’intento di accelerare la rotazione del nostro pianeta in modo da avvicinarlo maggiormente al futuro. Qui, l’opera fa riferimento all’industria bellica e al suo contributo alla costruzione di un immaginario futuro. Moving Forward, altra opera video, mostra lo spostamento in avanti di oggetti nell’intento, a detta degli artisti, di «mandare avanti il mondo, un oggetto alla volta».

IOCOSE, Pointing at a New Planet, 2020. Animazione video 3D, loop. Courtesy gli artisti

Tutto ciò è descritto non senza un’ironia che si prende gioco degli entusiastici slogan per un futuro migliore tipici del secondo dopoguerra e che oggi si trovano di fronte a generazioni sempre più disilluse. Simili tormentoni li ritroviamo in opere come Pointing at a New Planet (2020) e Free From History (2021), video installati nella prima sala dell’esposizione dove, a margine di animazioni 3D, è possibile leggere, e cantare come in un karaoke, slogan nati nella Silicon Valley per promuovere la colonizzazione di pianeti extraterrestri a opera di compagnie private. Il riferimento a Elon Musk e alla sua Space X è esplicito. Musk è protagonista anche di The Fortune Teller (2020) dove le sue mani sono prese a modello e diventano quelle di un cartomante. La possibilità di leggere il futuro nei palmi delle mani è quasi analoga alla credibilità delle performance pubblicitarie di NewSpace dove solitamente è promossa la narrazione di una colonizzazione spaziale, che tuttavia non fa menzione delle difficoltà tecniche ancora esistenti e predominanti.

IOCOSE, Free from History, 2021. Animazione video 3D, loop. Courtesy gli artisti

Ultimi protagonisti di Loops & Vectors sono i droni rappresentati in Drone Selfies (2014) e Drone Memorial (2016), entrambi parte della serie In times of peace (2014 – 2016), ciclo di opere che indaga la possibile vita di questi mezzi in un mondo privo di guerre e terrorismo. In Drone Selfies, i droni sono raffigurati in autoscatti allo specchio, nelle loro abitazioni questi mezzi vivono una vita post-umana circondati dai loro effetti personali. Il quesito posto da IOCOSE è che cosa significhi vivere in tempi di pace. Il drone, che è dispositivo di guerra, strumento utilizzato da videomaker ma anche giocattolo, potrebbe essere il mezzo in cui trovare le risposte a questo interrogativo e in cui leggere il futuro della nostra civiltà. Drone Memorial è invece il punto d’arrivo, il totem argenteo, posto al margine sinistro dello spazio espositivo, a cui pellegrinare in memoria dei droni caduti. Al suo interno un GPS lo rende rintracciabile da tutti i droni che volessero portargli tributo e sulla superficie sono incisi i codici identificativi di tutti quei droni abbattuti in operazioni di guerra ed esercitazioni militari, comprensivi di date e luoghi dei loro ritrovamenti.

IOCOSE, Drone Memorial, 2016. Plexiglas specchiato, incisione laser su plexiglass, alluminio, rame patinato, ricevitore GPS, 350 x 250 x 160 cm. Courtesy gli artisti

Con questa creazione di più o meno probabili scenari futuri, generati a partire dai segni del presente, IOCOSE ribadisce la necessità di creare consapevolezza rispetto a una visione del futuro, che è in mano alla collettività. È un’analisi pragmatica e una possibile cura alle visioni più distruttive.

Rita Meschiari

Info:

IOCOSE, Loops & Vectors
a cura di Francesca Lazzarini e Daniele De Luigi
25/11/2022 – 26/02/2023
FMAV – Palazzina dei Giardini
Corso Cavour 2, 41121 Modena
iocose.org


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