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Pirelli Hangar Bicocca dedica una mostra a James Lee Byars

«[…] nell’opera di Platone si trova una sublime definizione matematica della bellezza di una sfera, su cui tutti i punti sono equidistanti. La superficie è liscia e levigata. Platone la eleva a una delle massime espressioni della bellezza, per poi addentrarsi nel concetto di cosmologia della terra e dell’interpretazione religiosa. Sono particolarmente attratto da queste concezioni della bellezza». (J. L. Byars)

James Lee Byars, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Foto Agostino Osio, courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano

Entrando negli spazi di Pirelli Hangar Bicocca siamo accolti immediatamente da un’imponente struttura che ci pone subito in uno stato di piacevole sottomissione, fino a mostraci la nostra piccolezza in relazione a una così perfetta e preziosa forma. The Golden Tower (1990) è una colonna di circa 21 metri, interamente ricoperta in foglia oro, un colore che accompagna da sempre la ricerca spirituale e filosofica di James Lee Byars, che lui stesso ha definito “la prima filosofia interamente interrogativa”, mettendo quindi in scena il proprio superlativo desiderio di diventare e dunque d’essere qualcosa di più. Trovarsi dinanzi a una struttura di queste dimensioni colloca lo spettatore in una dimensione di leggerezza che lo accompagnerà per tutto il resto della mostra. La stessa leggerezza svolazzante che contraddistingueva l’artista nelle sue apparizioni in pubblico. Byars ha plasmato il proprio personaggio e dunque la sua carriera come una performance continua, nello spazio e nel tempo. È stato descritto in più occasioni come uno sciamano o un mago, sia per gli abiti che per i modi di fare. L’artista si travestiva infatti secondo un codice estetico molto ricercato e del tutto personale, caratterizzato da un forte legame visivo e simbolico con le sue opere: un abito (oro, bianco, nero, o rosa a seconda delle occasioni), un cappello, dei guanti e talvolta una benda sugli occhi. L’attuale mostra in Hangar è un suo perfetto e minuzioso ritratto.

James Lee Byars, The Moon Books, 1988-89. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Paris Musées/Musée d’Art Moderne. Foto Agostino Osio, courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano

Byars lavora a cavallo tra improbabili relazioni quali: l’universale e il personale, il lussuoso e il minimale, il terreno e il divino. L’ultimo binomio trova la sua sintesi in due delle opere presenti in mostra. La prima è The Figure of Question is in the Room (1986), attraverso la quale l’artista intraprende una riflessione mistico/estetica sulla rappresentazione e la smaterializzazione della figura umana che, nell’arco del suo lavoro, trova diverse formalizzazioni visive. In questo caso viene tradotta in una colonna in marmo alta circa due metri e ricoperta di foglia oro, messa in relazione all’altra opera: un anello delle stesse dimensioni e materiali intitolato The Door of Innocence (1986-89), un’aureola posta sullo stesso piano della figura umana: metafora di un’equivalenza tra l’uomo e il divino.

James Lee Byars, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Primo piano: The Door of Innocence, 1986-89; secondo piano: The Figure of Question is in the Room, 1986, Toyota Municipal Museum of Art. Foto Agostino Osio, courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano

Diffusa fra una distesa di forme e cromatismi, notiamo un’omogeneità nella pratica di Byars, che si concretizza in una continua ricerca della perfezione, enfatizzata da un persistente ossessivo utilizzo degli stessi colori – rosso, nero, oro e bianco – a seconda della simbologia che vuole attribuire a ogni opera; nonché un forte interesse verso forme geometriche semplici e materiali preziosi quali marmo, lapis, bronzo, oro, pietra arenaria. Un lenzuolo in seta, dal volume simile a quello di una nuvola, dona un senso di leggerezza che si contrappone alla pesantezza e alla robustezza del tavolo antico in legno massiccio sul quale è adagiato. Sul telo è poggiata la zanna di un narvàlo (un cetaceo della famiglia dei Monodontidi). A cosa serva la spettacolare zanna rimane un mistero, dal momento che le femmine della stessa specie vivono benissimo anche senza; possiamo quindi considerarla un segnale di robustezza maschile, come le criniere dei leoni o le code dei pavoni. Nel caso di Byars questa robustezza si traduce in estetica.

James Lee Byars, Byars is Elephant, 1997. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023, Pinault Collection. Foto Agostino Osio, courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano

Con The Unicorn Horn (1984) Byars sembra aver preso coscienza di lavorare a favore di un’assidua e alle volte ingiustificata ricerca della bellezza assoluta, pura, divina, come suggerisce anche il titolo dell’opera: l’Unicorno, figura della mitologia che da sempre custodisce in sé tutto ciò che è desiderabile ossia bellezza, forza, nobiltà, saggezza. Il suo interesse verso uno stadio altro, viene accentuato da una terminologia precisa, nella quale termini come angelo, morte, perfetto, domanda, stella e luna, ricorrono continuamente, affiancati inoltre da una numerazione che rimanda a simbolismi religiosi: 1, 3, 7, 100, 1.000. James Lee Byars profondamente conscio del potere dell’autorappresentazione, ha sfidato il mondo dell’arte attraverso un’attitudine poetica animata da tre motivi separati ma interconnessi tra loro, cioè un’indagine sull’artificio, la perfezione e la morte. La maggior parte delle opere sono state sviluppate come qualcosa di transitorio, effimero, proprio come ciò che rimane della mostra; ovvero un tutto e niente, un senso di fascinazione dato dal ricordo di un’esposizione scenografica e suggestiva, caratterizzata da una poetica estremamente personale e originale, quasi fine a sé stessa. Comprenderne i messaggi non risulta affatto immediato e forse è anche meglio ricordare così, con un velo di mistero, una tra le più leggendarie figure artistiche dell’ultimo secolo.

Davide Militano

Info:

James Lee Byars
a cura di Vicente Todolí
in collaborazione con Pirelli HangarBicocca, Milano e Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid
12/10/2023 – 18/02/2024
Pirelli HangarBicocca
via Chiese 2, 20126 Milano
pirellihangarbicocca.org


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